Chi è Daniel Maldini, il terzo della famiglia a giocare in nazionale ...
«Un'emozione forte. L'esordio lo dedico alla mia famiglia, ai miei amici, alle persone che mi vogliono bene». Daniel Maldini parla ai microfoni di Rai Sport dopo il suo esordio in Nazionale. A vederlo ci sono suo padre Paolo e la mamma Adriana, oltre al fratello maggiore Christian, erano in tribuna. «Sono contento che siano venuti e siano qua - dice sorridendo Daniel - Tanto poi ci sentiamo e parliamo quando sono a casa. Siamo stati bravi a tenere botta e farla nostra. Cosa spero di portare in Nazionale? Un po' di qualità, anche se ce n'è fin troppa. Cerco solo di dare il mio apporto».
Daniel Maldini ha esordito in nazionale a Udine il 14 ottobre 2024, nello stesso stadio dove suo padre, allora 16enne, il 20 gennaio 1985, ha debuttato in Serie A con il Milan. È il terzo della famiglia reale del calcio italiano a giocare in Nazionale: suo nonno Cesare, che della nazionale è stato anche ct, giocò per la prima volta in azzurro il 6 gennaio 1960 nella sfida di Coppa Internazionale contro la Svizzera e suo papà Paolo, per la prima volta in Nazionale a Spalato il 31 marzo 1988 in Jugoslavia-Italia, arrivato a collezionare 126 presenze di cui 73 da capitano.
Nato a Milano l'11 ottobre 2001 ha compiuto 23 anni la settimana scorsa. Secondogenito di Paolo Maldini e Adriana Fossa, venezuelana, non gioca in difesa come il resto della famiglia. Cresciuto nelle giovanili del Milan, si schiera fra centrocampo e attacco. Adesso gioca a Monza, allenato da Alessandro Nesta che ha giocato con suo padre, dopo essere passato da Empoli e Spezia. Suo fratello Christian di 5 anni più grande ha lasciato il calcio giocato a 27 anni e fa parte ora di una squadra di procuratori.
Il caso di tre generazioni di una famiglia in Nazionale è raro. Si ricordano i Kluivert fra Suriname e Olanda, gli Alonso in Spagna, storie di fratelli come gli Inzaghi e i De Boer, padre e figlio come i portieri danesi Schmeichel o come Enrico e Federico Chiesa. Daniel Maldini ha avuto richieste dalla nazionale venezuelana, paese d'origine della madre, ma ha aspettato la chiamata dell'Italia.
Spalletti lo ha definito un attaccante duttile e moderno. Ci ha messo tempo. La sua crescita fisica non è stata veloce e questo è stato il problema nelle giovanili dove è stato spesso considerato un giocatore che non aveva la giusta fame di affermarsi.