Daniel Maldini, volo nella galassia di famiglia da nonno Cesare a ...
Stava stretto in un corpo piccolo il talento di Daniel. Nonno Cesare lo vedeva, altri lo intuivano, ma era soprattutto lui a doverlo guardare in faccia e riconoscerlo, crederci e allevarlo. Timido e di poche parole, doveva solo trovare il modo di relazionarsi, con quella qualità che si nascondeva dietro l’angolo di un cognome. La cura di papà Paolo e mamma Adriana, discreta all’esterno, ma rassicurante compagna nella quotidianità, lo ha aiutato. Ma gli serviva un altro luogo sicuro, perfetto per sentirsi in una casa a misura d’uomo, a distanza di sicurezza dal castello rossonero. Così, dopo aver solo dato un’idea di sé tra Spezia ed Empoli, è lì che in 6 mesi, protetto dalle attenzioni di Adriano Galliani, ha trovato il luogo ideale. Lì ha raccolto il filo che partiva dagli anni 60, issato sulla prima Coppa Campioni del Milan, sollevata nel 63 proprio dal nonno. Fonte di un’elettricità, che ha tenuto accesa la gloria del Milan per tutta la storia fatta da Paolo Maldini: una leggenda. Piccolo si sarebbe sentito chiunque. L’importante era non scomparire. Correndo più in là, lasciandosi alle spalle la linea di difesa dominata dagli antenati, pian piano, ha rotto i lacci a colpi di dribbling, puntando la porta. Come sfidare i difensori, del resto lo sa da sempre e quest’anno, se aveva qualche dubbio, lo ha sciolto un certo Nesta, compagno di papà per tanti anni. Un romanzo che attinge all’enciclopedia del calcio, che parla della prima dinastia rappresentata da tre giocatori nella storia dell’Italia. 22 anni e 118 giorni dall’ultima con l’Italia di Paolo Maldini. 61 anni e un giorno dall’ultima di Cesare, ecco la prima di Daniel, talento puro. Ora, è chiaro a tutti.
approfondimento Maldini e non solo: tutte le dinastie nel calcio