Daniele De Rossi: "Restare alla Roma scelta calcisticamente ...
Daniele De Rossi è tornato a parlare della Roma. Non della situazione attuale della squadra giallorossa (nonostante l’esonero è ancora sotto contratto con il club), a due punti dalla Serie B. DDR ospite della serie 'Overlap' condotta da Gary Neville, Roy Keane, Jamie Carragher e Ian Wrigh ha parlato del suo passato con una frase che ha fatto discutere.
L’erroreDe Rossi ha parlato della sua carriera spesa nella Roma prima della chiusura del cerchio al Boca Juniors. "Tutti qui vorrebbero giocare per la Roma" – racconta l’ex calciatore - "Qualche volta succede e poi devi fare una scelta: se sei abbastanza fortunato puoi permetterti di scegliere se andare in un club migliore o rimanere qui. Io ho fatto la mia decisione, calcisticamente una decisione sbagliata”. Parole che hanno fatto storcere il naso ma, De Rossi raddrizza subito il tiro: “Per me è andata bene così. Non ho rimpianti”.
I possibili trasferimenti di De RossiNella sua carriera legata indissolubilmente alla Roma, De Rossi ha ricevuto tante richieste come svelato da lui stesso. “Avevo delle squadre che mi volevano tra cui Chievo, Empoli e Reggina (inizio carriera, ndr) ma decisi di rimanere perché credevo di poter giocare”. Fra queste anche la Juventus in uno scambio clamoroso con Davids: “Capello (all’epoca allenatore della Roma, ndr) cercò di prendere Davids dalla Juventus e i bianconeri chiesero 4/5 giovani giocatori come pedine di scambio, ma l'affare non andò in porto e non so precisamente il motivo” – continua DDR. L’ex centrocampista svela anche di essere stato vicino al Manchester United: “La consideravo la squadra migliore in Inghilterra. Inoltre ho avuto ulteriori occasioni per andare in altri club (Manchester City ai tempi di Mancini, ndr).
Nonostante le tante richieste e una scelta “calcisticamente sbagliata” che lo ha portato a vincere pochi trofei, De Rossi non ha mai tradito la Roma e l’amore per la sua squadra e lo spiega così: “È l'amore per questo club, il modo in cui siamo. Se io fossi uno chef sarei così, se cucinassi una carbonara e non ci fosse tanto guanciale mi arrabbierei (ride, ndr). Il calcio è molto importante per gli italiani, soprattutto a Roma. Sappiamo che non siamo il Real Madrid e molti tifosi accettano di non vincere trofei. Loro amano la lealtà di un giocatore, l'impegno profuso in campo anche se non sei di Roma. Ovviamente, poi vorrebbero vincere. Abbiamo trascorso 10/12 anni senza vincere ma andandoci molto vicino, con 9 secondi posti ed è folle, contro club costruiti con 200 milioni più di noi. Non abbiamo mai vinto ma in quelle stagioni avevamo vinto tante partite e alla gente andava comunque bene perché apprezzavano la prestazione".
Un legame forte fra il ragazzo di Ostia e la Roma continuato anche da allenatore e tuttora nonostante l’esonero prematuro motivato dalla dirigenza perchè necessario per vincere, contestato da tutta la piazza e non, arrivato in questa stagione che si sta rivelando maledetta per la squadra che naviga nei bassifondi della classifica.