Il dopo De Rossi, ecco chi sono i favoriti per la panchina della Roma

ieri
De Rossi

Proprio un fulmine a ciel sereno, ma non troppo. Da almeno un paio di giorni non si parlava d'altro nella Capitale. Dopo il deludente pareggio a Genova contro i Rossoblù di Gilardino, la squadra dell'ormai ex Daniele De Rossi era sulla graticola. Dopo una campagna acquisti faraonica, almeno per i giallorossi, fatali i soli tre punti  conquistati senza nessuna vittoria, dopo appunto le grandi spese avallate dai Friedkin sul mercato estivo.

La AS Roma non ha ancora annunciato il nuovo tecnico, chi prenderà le redini di una squadra costruita, male, con alcuni elementi che si sovrappongono in un ruolo e con pezzi mancanti in altri ruoli. Naturalmente circolano i nomi di allenatori fermi ai box, tra i candidati liberi spuntano Massimiliano Allegri, ex allenatore della Juventus, Stefano Pioli, ex tecnico del Milan e Maurizio Sarri, ex allenatore della Lazio, naturalmente non si escludono nomi a sorpresa, anche francesi, del nuovo ds Florent Ghisolfi, come ad esempio uno come Zinedine Zidane. Il sogno straniero però non è certo l'ex centrocampista juventino. E' libero anche il tedesco Jurgen Klopp, capace di scrivere la storia recente del Liverpool, libero anche ed in cerca di squadra anche l'ex allenatore del Bayern Monaco, Thomas Tuchel. Ma la scelta di un tecnico straniero è sempre rischiosa, basterebbe forse un tecnico che conosca piazza e campionato italiano e con esperienza, Claudio Ranieri ad esempio. Un romano e romanista ancora una volta a Trigoria.

La decisione della proprietà statunitense che due giorni fa era sbarcata da Houston a Roma per capire cosa stesse succedendo in questo inizio stagione è stata netta, senza prove di appello. Non si è scelto di dare ancora una chance a DDR, forse una vittoria contro la prima in classifica Udinese avrebbe rilanciato tecnico e squadra, anche in forza del contratto triennale da poco firmato (3 mln a stagione). La AS Roma continua a pagare scelte discutibili della proprietà a stelle e strisce, dopo l'esonero repentino di uno come Josè Mourinho che ha vinto tutto e che nei suoi quasi tre anni ha ripetutamente chiesto il supporto della dirigenza giallorossa. Ora non c'è tempo, non si può sbagliare, non si può rischiare, la AS Roma in quattro giornate a portato a casa solo 3 punti, conquistandone 1 a Torino contro la Juventus. Ora bisogna trovare l'uomo giusto, per Roma. 

La storia tra Daniele De Rossi e la AS Roma

Nove mesi, tanto è durata l'esperienza di Daniele De Rossi da tecnico della Roma. Il 16 gennaio il tecnico di Ostia firma il contratto dopo l'esonero dello Special One, Josè Mourinho. La comunicazione dell'esonero del lusitano, arrivò tramite una nota sul sito del club di mattino presto. Una vera sorpresa per JM, ma l'insoddisfazione della proprietà per l'avvio di stagione era tale da decidere di cambiare immediatamente per "l'interesse della squadra". Stessa decisione presa per l'esonero di DDR, come detto inizio di stagione inimmaginabile sotto l'aspetto del gioco e dei punti conquistati in campo, tre pareggi con Cagliari,Juventus e Genoa e una sconfitta casalinga con Empoli, se si esclude la squadra di Motta non certo squadre imbattibili. Ma la crisi giallorossa, di risultati, arriva da lontano, perché era il 18 aprile quando i Friedkin, prima del ritorno nei quarti di finale di Europa League con il Milan, annunciavano la conferma del tecnico che pochi mesi prima aveva firmato solo per sei mesi senza opzioni per il rinnovo. Contratto quindi a De Rossi e “inizio della fine”, da allora tredici match ad oggi, solo due partite vinte, pochino per la squadra della capitale con ambizioni Champions.

Ciò nonostante i Friedkin puntano tutte le fiches su “Romanismo in panchina” che ha anche i suoi benefici. A giugno infatti arriva il triennale promesso e il lancio di un progetto che ha portato la Roma a rivoluzionare la rosa anche. "I patti sono stati rispettati", le parole di De Rossi prima della sosta parlando dell'impegno della società sul mercato, lasciando intendere dei buoni rapporti con la Società, rapporti che poi, lo dimostrano i fatti, si sono evidentemente deteriorati. Amore al capolinea in nove mesi, DDR ha sempre sostenuto come unico rimpianto di poter “donare alla sua squadra una sola vita”. Ma De Rossi è giovane e come sostiene un altro grande tifoso della Roma, Antonello Venditti, “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano"

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