I 50 anni di Alessandro Del Piero tra famiglia, affari e un rimpianto
I cinquant’anni di Alessandro Del Piero ci regalano il modo di celebrare un campione straordinario, un numero 10 come ne nascevano una volta, 9 novembre 1974, San Vendemiano, Treviso, una delle ultimissime bandiere del calcio capace di legare il suo nome a quello della Juventus, la squadra dove ha militato per 19 anni (arrivò a Torino giovanissimo, nel 1993 e ha dato l’addio al calcio italiano nel 2012, a 38 anni) e mettendo a contabilità scudetti, la Champions League del 1996, svariate altre coppe, 705 presenze ufficiali e 289 gol in tutte le competizioni. Un simbolo, un motivo d’orgoglio, un fuoriclasse in cui riconoscersi. Attualmente occupa la decima posizione nella classifica dei marcatori di tutti i tempi della Serie A con 188 gol, alla pari con Alberto Gilardino e Giuseppe Signori.
Il gol è sempre stato il suo amico del cuore. Del gol, Pinturicchio come lo aveva soprannominato l’Avvocato Agnelli, ha fatto la sua arte. È nato per giocare a calcio e lo ha fatto senza mai uscire dal perimetro dell’educazione e del rispetto per il gioco. È caduto, si è rialzato. Segnare gli è sempre risultato facile, quasi naturale. Pennellate d’autore che i più giovani oggi possono apprezzare su Youtube, tocchi d’artista che hanno illuminato per due decenni le domeniche degli italiani, magie rimaste nell’immaginario collettivo che hanno dato - persino - il nome a un certo modo di calciare il pallone: il tiro alla Del Piero, ovvero una parabola a rientrare che nella sua ingannevole traiettoria disegna nel cielo una sorta di arcobaleno.
Nella parabola di una carriera che ha avuto picchi straordinari, nel 2006 si è laureato campione del mondo con l’Italia del suo maestro Lippi nella notte di Berlino, e momenti difficili riferibili agli infortuni, è rimasto in controluce il riflesso di un rimpianto, quello di non aver mai vinto il Pallone d’Oro. Del Piero è stato un campioni casalingo, è stato lui a ripercorrere la traccia segnata da Roberto Baggio, ma certamente apprezzato anche (soprattutto, forse) oltre confine: un perfetto esponente del Made in Italy. È stato un simbolo.
Oggi il campione del mondo Del Piero, c’era nella notte di Berlino del 2006, vive tra Los Angeles e Torino con la moglie Sonia e i tre figli, Tobias (17 anni), Dorotea (15 calciatrice in forza alla Juventus Under 17) e Sasha (14), dividendosi tra il suo lavoro di imprenditore, a Los Angeles ha aperto un ristorante, il N10, e quello di opinionista per Sky Sport Italia. Gioca (bene) a golf, dall’estate 2018 è proprietario di un club dilettantistico di Los Angeles, il LA 10, insieme all’attore Patrick Dempsey ha fondato un team automobilistico. E ovviamente continua a seguire con interesse le vicende della Juventus, club al quale il suo nome, con frequenze scandite da ribaltoni societari, viene affiancato. Ma a tutt’oggi un ruolo da dirigente, piuttosto misteriosamente, gli è sempre stato negato.