Delmastro, nuovo caso per la frase choc sui detenuti: «Sui nostri ...

3 ore ago
Delmastro

di Luigi Ferrarella

Il sottosegretario alla Giustizia con delega al dipartimento delle carceri alla cerimonia di consegna del blindato per il trasporto dei reclusi al 41-bis. Renzi: «parole indegne di un uomo di Stato». Donzelli: «Polemica surreale»

«Sarò forse anche infantile, un po’ fanciullesco», a suo modo il dubbio lo sfiora. Poi però il sottosegretario alla Giustizia con delega al dipartimento delle carceri, Andrea Delmastro Delle Vedove, mercoledì alla pomposa cerimonia di consegna di una specie di auto robocop per il trasporto dei detenuti in regime di 41-bis e di Alta sicurezza, la «SsangYong Rexton Dream e-XDi220, nuova autovettura blindata con cellula detentiva, unica nel suo genere», supera la remora e si lancia di fronte al picchetto d’onore degli agenti del Gruppo operativo mobile armati di mitra: «L’idea di vedere sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con il Gruppo operativo mobile sopra, l’idea di far sapere ai cittadini chi (scandisce, ndr) sta dietro a quel vetro oscurato, come noi incalziamo (scandisce, ndr) chi sta dietro quel vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare (scandisce, ndr) chi sta dietro quel vetro oscurato, è sicuramente per il sottoscritto una intima gioia. E credo che in una visione molto semplificata dell’esistenza sia una gioia per tutti i ragazzi che si affacciano alla vita e vogliono scegliere di servire lo Stato nella Polizia penitenziaria come prima scelta».

Frasi, toni e ambientazione che, quando ieri mattina Corriere.it pubblica la notizia e il video, spingono le opposizioni a chiedere le dimissioni del sottosegretario Delmastro: «Il giorno in cui si vergognerà — lo attacca il leader di Italia viva, Matteo Renzi — sarà comunque troppo tardi. Ma intanto si dimetta. Subito. Sono parole vergognose, orribili, indegne di un uomo che dovrebbe rispettare la Costituzione e lo Stato di diritto». «Ora Meloni ci dica se Delmastro è compatibile con il suo governo», rincara la deputata del Pd Michela Di Biase, mentre il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, censura «frasi raccapriccianti cosi prive di umanità», e il segretario di +Europa, Riccardo Magi, addita «tutta l’inadeguatezza di Delmastro» in un universo carcerario che vede 62.862 detenuti in 51.181 posti teorici (circa 48.000 davvero disponibili) e già 80 suicidi. Il portavoce nazionale dei garanti dei detenuti Ciambriello sottolinea che le parole del sottosegretario «sono funzionali a rappresentare una visione stereotipata e distorta della vita penitenziaria, che finisce finanche per delegittimare il complesso e delicato lavoro di tutti gli operatori penitenziari ed in particolare della Polizia Penitenziaria».
Ma Delmastro è difeso dal responsabile organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, per il quale «la sinistra solleva polemiche surreali per indebolire la difesa del 41-bis da parte del governo Meloni: siamo orgogliosi di non aver lasciato fiato ai mafiosi».

Entusiasmato dall’ascoltare una dirigente declinare le virtù tecnologiche del primo di 36 nuovi veicoli («tre telecamere in abitacolo, chiusura cellula detentiva automatizzata e temporizzata, blocca manette, blocca porte e blocca arma gestibili da consolle, geolocalizzazione, videoregistrazione, allarme perimetrale»), Delmastro nella cerimonia si era detto «orgoglioso di vedere sfilare mezzi che fanno acquisire il prestigio dovuto alla Polizia penitenziaria. Non abbiamo nulla da invidiare alle altre forze di polizia: il procuratore Nicola Gratteri, che è l’alfa e l’omega della mia visione della politica criminale in Italia, molto spesso mi ha detto che per il tramite della Polizia penitenziaria anticipa le mosse della criminalità organizzata di settimane, se non di mesi, per la straordinaria capacità di decriptare il linguaggio del detenuto (…) e di alimentare, nella catena interna al Gom e al Nic, o a volte alle Procure distrettuali, elementi essenziali per il contrasto alla criminalità organizzata».

Il 14 agosto Delmastro nelle carceri di Brindisi e Taranto incontrò solo gli agenti — «Non mi inchino alla Mecca dei detenuti» — respingendo poi le polemiche con l’argomento che «nella mia delega non c’è il detenuto, ma la Polizia penitenziaria».

16 novembre 2024 ( modifica il 16 novembre 2024 | 20:01)

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