Febbre dengue, in aumento in Italia i casi autoctoni: i sintomi e la ...

19 Set 2023
Dengue

di Silvia Turin

L’infezione non si trasmette da uomo a uomo, ma tramite la zanzara tigre. Importante la disinfestazione anche nelle case private e proteggersi dalle punture. Anche i medici devono imparare a riconoscere i sintomi, come la febbre alta e «strana»

Sono 27 i casi autoctoni di dengue (quindi non correlati a viaggi in zone del mondo endemiche per l’infezione) confermati dal ministero della Salute in Italia. Lo ha comunicato oggi l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

I casi autoctoni

In provincia di Lodi sono in tutto 21 i casi confermati, in provincia di Latina 2 e in provincia di Roma 4. Tutte le persone colpite dalla dengue, la cosiddetta «febbre spaccaossa» (denominata così per il dolore che può provocare, ndr) sono guarite o in via di miglioramento. Dall’inizio dell’anno 2023 in tutto sono stati notificati in Italia anche altri 181 casi, ma importati da altri Paesi.
In particolare continuano le analisi dal focolaio più grande, presso Castiglione d’Adda nel lodigiano: «Stiamo ancora aspettando gli esiti di tutti gli accertamenti per avere un quadro complessivo della situazione. I casi potrebbero salire ancora», ha riferito Marino Faccini, direttore Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria dell’Ats Milano Città metropolitana, all’Adnkronos Salute.

Focolaio in un piccolo paese

Come si trasmettono i casi autoctoni in Italia? La dengue non si trasmette da uomo a uomo, ma solo da zanzara a uomo e viceversa. Probabilmente il «paziente zero» di questo focolaio era rientrato da un viaggio in Paesi con la dengue endemica e ha dato inizio alla trasmissione «contagiando» una zanzara. La caratteristica in comune fra i casi rilevati attraverso lo screening nel lodigiano, infatti, è quella di abitare tutti nello stesso piccolo paese, a volte nella stessa via, ma non per forza nella stessa famiglia. Sono le zanzare infette a essersi diffuse in quella specifica zona.

Il problema delle case private

In Italia non è presente la zanzara più efficace nella trasmissione della dengue, la Aedes aegypti, tipica delle regioni tropicali (in Europa è presente solo nell’isola di Madeira e in una zona del Mar Nero), però la dengue può essere trasmessa (in modo meno efficiente) anche dalla zanzara tigre (Aedes albopictus) che invece è presente in Italia dal 1990. L’arma da usare è la disinfestazione e la protezione personale dalle punture di zanzare. «Il problema della zanzara — conferma Faccini — è che anche le singole abitazioni possono essere focolai di proliferazione, basta un sottovaso con l’acqua e si creano le condizioni. Quindi occorre un intervento da parte dei singoli e la parte privata è più difficile da tenere sotto controllo».

I sintomi: febbre alta e «strana»

Quando ormai l’infezione è passata all’uomo «è importante che i medici di famiglia vigilino se pazienti hanno una febbre alta e strana, con forti dolori e rash cutanei. Devono imparare a riconoscerla», avverte Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, interpellato dall’Adnkronos Salute. A distanza di poco meno di una settimana dalla puntura possono comparire: febbre alta, forti mal di testa, dolori muscolari, mal di testa acuti, nausea vomito. In casi estremi (1-5%) possono verificarsi difficoltà respiratorie e insufficienza multiorgano, in alcuni casi fatale. La dengue ha però un tasso di mortalità molto basso, circa l’1% dei casi che però sale al 40% quando la malattia di complica nella forma emorragica. In circa il 75% dei casi la malattia è asintomatica e passa inosservata . Non esiste un trattamento specifico per la dengue e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Attualmente sono allo studio una serie di vaccini.

Cambiamenti climatici

Molti scienziati sono convinti che i focolai di dengue diventeranno sempre più frequenti nei prossimi anni a causa delle condizioni meteorologiche estreme con frequenti rovesci e clima umido. Secondo l’Oms nel mondo l’incidenza di dengue è aumentata di 30 volte negli ultimi 50 anni: più della metà della popolazione è a rischio e si prevede che a causa dei cambiamenti climatici un altro miliardo di persone sarà esposta alla malattia.

19 settembre 2023 (modifica il 19 settembre 2023 | 11:19)

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