Dia: mafie usano social e app per le attività illecite
ServizioLotta alla criminalità organizzata
La Relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia presentata oggi a Roma evidenzia anche come le organizzazioni criminali hanno «implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive»di Redazione Roma
18 giugno 2024
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«Con il liberarsi dal modello di una mafia di vecchia generazione, aderendo piuttosto alla nuova ed accattivante immagine imprenditoriale, l’uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l’attività illecita delle organizzazioni criminali che, con sempre maggiore frequenza, utilizzano i sistemi di comunicazione crittografata, le molteplici applicazioni di messaggistica istantanea e i social». Lo si legge nella Relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia presentata oggi a Roma e relativa all’attività svolta nei primi sei mesi del 2023. «Dagli esiti delle indagini concluse nel semestre, emerge come la principale fonte di redditività dei cartelli criminali, a livello transnazionale, continui ad essere il traffico di sostanze stupefacenti a volte gestito - viene sottolineato - mediante nuovi modelli organizzativi capaci di sfruttare il web, soprattutto nella fase dello smercio».
Dia: mafie puntano a corruzione e affari, meno violenza
Le organizzazioni criminali, da tempo impegnate ad adattarsi ai cambiamenti socio-economici e ad infiltrarsi nell’economia legale, hanno «implementato le capacità relazionali sostituendo l’uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive». si legge nella Relazione della Direzione investigativa Antimafia al Parlamento. «Oggi le mafie preferiscono rivolgere le proprie attenzioni ad ambiti affaristico-imprenditoriali, approfittando degli ingenti capitali accumulati con le attività illecite»
«Rischi per Pnrr, le mafie interessate ai fondi»
La Dia nella sua relazione evidenzia anche che «il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un importante pacchetto di investimenti e riforme attualmente in corso di implementazione, ma a causa dell’alto valore complessivo dei finanziamenti coinvolti, sussiste il rischio che le organizzazioni mafiose possano manifestare interesse per tali fondi, aumentando il fenomeno di infiltrazione nell’economia legale». Per contrastare efficacemente questi tentativi, «il Ministero dell’Interno ha adottato una strategia preventiva focalizzata sulla documentazione antimafia, con particolare attenzione alle informazioni fornite dalle Prefetture» viene aggiunto. Nel primo semestre del 2023 «le richieste di avvio istruttoria antimafia PNRR sono state 11.890 a livello nazionale e 8 si sono concluse con esito positivo, ovvero con l’adozione di provvedimenti interdittivi antimafia»
«Confiscati 130 mln beni alle mafie in primi 6 mesi 2023»