Sulla chiusura Diageo prese di posizione bipartisan a tutti i livelli ...

7 giorni ago

L’Onorevole Grimaldi di AVS annnuncia un’interrogazione, mentre la Consigliera Regionale Marro e il Sindaco di Alba Gatto hanno partecipato al presidio sindacale a Santa Vittoria. Il Consigliere Sacchetto, presidente della Commisione regionale Attività produttive garantisce l’impegno della Giunta Cirio sul caso.

Diageo - Figure 1
Foto Cuneo24

La notizia che da qualche giorno sta tenendo giustamente banco in provincia per l’impatto devastante sull’occupazione, cioè la prossima chiusura dello stabilimento Diageo di Santa Vittoria d’Alba, ha mobilitato sindacati, dipendenti e istiuzioni.

La Consigliera Regionale Giulia Marro ha preso parte alla manifestazione indetta dalle sigle sindacali a fianco dei lavoratori e delle lavoratrici dello stabilimento, che perderanno il proprio posto di lavoro entro giugno 2026.

“Quello che viviamo oggi è il risultato di un sistema economico che consente alle aziende, soprattutto multinazionali, di decidere liberamente dove produrre, dove licenziare, dove tagliare posti di lavoro, senza alcun vincolo che le costringa a considerare gli interessi delle persone e delle comunità che, per anni, hanno alimentato la loro ricchezza. La nostra Regione e i nostri territori sono lasciati in balia delle scelte di multinazionali che privilegiano i guadagni a breve termine, senza alcun rispetto per la dignità dei lavoratori e la sostenibilità delle comunità”, commenta la Consigliera Marro, “Stamattina ho parlato con operai che lavorano nell’azienda dal 1988, da quando sono nata. Una vita passata a costruire l’impresa, che ora li abbandona. Mi hanno raccontato quanto, nel tempo, la loro condizione sia cambiata: da lavoratori e lavoratrici considerati persone, con un nome e un ruolo all’interno della comunità, a numeri in un sistema aziendale che li ha ridotti a semplici ingranaggi. Le parole di queste persone mi hanno fatto riflettere ancora di più sulla connessione tra le diverse lotte: un tempo le merci venivano spostate sui binari, contribuendo a sostenere il territorio, mentre oggi si preferisce il trasporto su gomma, più inquinante e dannoso per la viabilità; un tempo le cantine della Cinzano erano un patrimonio culturale che faceva parte dell’identità di Santa Vittoria, che oggi è lasciato a marcire”. 

Continua Marro: “Il Presidente Cirio nel suo intervento di oggi ha ricordato ciò che fece nel 2017 in Commissione Europea per salvare l’azienda dalla chiusura, ottenendo un accordo che limitava i licenziamenti e garantiva una buonuscita dignitosa. Ma non possiamo accettare che il destino del nostro lavoro e dignità dipenda dalla buona volontà di un singolo rappresentante delle istituzioni, che ha il potere di salvare o abbandonare interi territori. Non possiamo più tollerare un sistema che non mette in discussione le sue logiche di sviluppo, ma si preoccupa solo di proteggere gli interessi di chi comanda, a discapito delle persone. Oggi, più che mai, è necessario un cambiamento radicale. Non possiamo più permettere che le nostre comunità vengano svendute a logiche di profitto. Dobbiamo dotarci di strumenti e politiche nuove, capaci di fronteggiare le decisioni unilaterali delle multinazionali e di difendere il nostro lavoro e il nostro futuro” .

A livello nazionale il collega di partito, Onorevole di AVS Marco Grimaldi, dal canto suo, dichiara: “Ho depositato un’interrogazione alla Camera sul caso Diageo, che dimostra, ancora una volta, l’assenza di responsabilità sociale da parte di aziende che delocalizzano non per cali produttivi, ma in cerca di lavoro a basso costo e maggiori margini di profitto. La decisione di Diageo colpisce centinaia di famiglie e un’intero territorio. Serve un intervento deciso del Governo contro le delocalizzazioni arbitrarie”.

Per Marro e Grimaldi: “AVS sarà al fianco dei sindacati in questa battaglia, per evitare la chiusura dello stabilimento Diageo e proteggere i posti di lavoro. Ma il nostro impegno non si fermerà qui: lavoreremo affinché la Regione Piemonte e il Parlamento si facciano promotori di una strategia più forte contro le delocalizzazioni e le chiusure indiscriminate, per difendere il lavoro e la dignità delle persone contro l’abuso del potere delle multinazionali”.

Dal centrodestra regionale, intanto, Il Consigliere regionale cuneese Claudio Sacchetto, presidente dela Commissione Lavoro e Attività produttive, interviene nella vicenda, spiegando: “Quando vengono rese pubbliche queste notizie si gettano nello sconforto intere famiglie che svolgono il proprio lavoro e dunque il primo segnale di attenzione e’ verso questi lavoratori piemontesi”.

Sacchetto aggiunge: “La Giunta regionale si e’ da subito attivata sulla questione – ricorda Sacchetto – che sarà affrontata nel merito e discussa in ogni ambito istituzionale, anche nazionale, già nelle prossime ore e comunque entro questa settimana, con tutti gli interlocutori primi fra tutti le sigle sindacali dei lavoratori, Fra le altre, una sensazione negativa sulla vicenda la lascia il modus operandi di alcune società multinazionali che vedono le industrie e gli stabilimenti solo come vuoti numeri e non come insediamenti di sviluppo sociale ed economico, muovendosi in modo tale da creare ciclicamente scompiglio e danni all’economia, il modello industriale che hanno in mente l’attuale maggioranza in Regione e quella nazionale col Governo Meloni, è invece integrato con la società dove opera e con il proprio lavoro la Regione con l’attività dell’Assessorato al lavoro conla Vice Presidente Chiorino lo stanno perseguendo”.

A livello territoriale, si è attivato anche il Sindaco di Alba Alberto Gatto, che è stato presente alla manifestazione di mercoledi 27 e che ha dichiarato: “Uniti, come Istituzioni e come territorio, stiamo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori Diageo. È stata una doccia fredda, è una situazione complessa, che approfondiremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni, ma è bene dire che nessun destino è già scritto. Soprattutto quando si lavora di squadra ed è quello che faremo ad ogni livello tra amministratori, Istituzioni, sindacati e associazioni di categoria. In gioco non c’è solo il destino di uno stabilimento, ma il futuro di più di 350 persone, 350 famiglie e di tutta un’area che rappresenta una forte storia di vocazione industriale attorno all’ex Cinzano”.

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