Alla scoperta del Belgio di Domenico Tedesco: non c'è più la golden ...
Dopo 20 partite sotto gestione tecnica di Domenico Tedesco, il Belgio è definitivamente entrato in una nuova era della sua storia calcistica. La nazionale dei Diavoli rossi ha conosciuto le difficoltà del ricambio generazionale, ma anche trovato nuovi leader (carismatici e tecnici) e assimilato quel 4-2-3-1 che è ormai schieramento tattico chiave nelle idee del tecnico calabrese.
La sfida di stasera, contro l'Italia di Luciano Spalletti, rappresenterà un ulteriore banco di prova per saggiare qualità (e potenzialità) della formazione belga. Anche perché il ko 0-2 contro la Francia ha un po' complicato la situazione di classifica, dando così alla sfida dell'Olimpico un peso specifico non indifferente. Andiamo allora a scoprire nel dettaglio il Belgio di Tedesco.
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Tre ko in 20 gare: i numeri del belgio di tedesco
Dall'esordio in panchina dell'allenatore classe 1985, avvenuto nella gara contro la Svezia del 24 marzo 2023, il Belgio ha perso soltanto tre volte a fronte di 12 vittorie e cinque pareggi. 38 i gol realizzati, 13 quelli incassati, con la Francia sua "bestia nera" - due ko in altrettante sfide, incluso quello maturato agli ottavi di Euro 2024 - ma anche risultati di prestigio, inclusa la vittoria 3-2 in amichevole contro la Germania alla seconda panchina di Tedesco. Il modulo tattico è stato quasi sempre un 4-2-3-1, con Romelu Lukaku o Loïs Openda punti di riferimento in attacco e supportati da un tridente in cui Kevin De Bruyne è ancora ovviamente imprescindibile. Certo, la sconfitta agli ottavi di Euro 2024 contro la Francia ha rappresentato un punto di svolta anche per il nuovo CT, ma il lavoro di Tedesco sulla panchina dei Diavoli rossi è appena cominciato e i frutti (buoni) sono comunque già evidenti.
La golden generation è tramontata: talento irripetibile
Fino al settembre 2023 lo si è scritto più volte, anche quasi come una speranza di rinnovamento per la nazionale belga, individualmente fortissima ma collettivamente ben poco vincente. Con l'arrivo di Tedesco in panchina, lo si può finalmente scrivere come analisi fattuale. Dei talentuosissimi giocatori che componevano la golden generation, soltanto De Bruyne e Lukaku sembrano ancora rientrare stabilmente nella lista dei convocati, per quanto assenti stasera contro l'Italia: il fantasista del City è attualmente fermo per un infortunio muscolare, mentre il bomber del Napoli ha richiesto di non essere convocato per continuare a lavorare col suo club, ottenendo assenso positivo da Tedesco. Per il resto, repulisti generale e convinto da parte del tecnico italiano, che vuole portare avanti il ricambio generazionale e trascinare il Belgio in una nuova dimensione.
Leandro Trossard durante una sfida di Euro 2024
Credit Foto Getty Images
Spazio ai volti nuovi: Trossard leader, De Ketelaere perno
C'è chi ha "catalogato" Leandro Trossard come una sorta di giovane dalle belle speranze, dimenticando però che il versatile talento dell'Arsenal gioca ad alti livelli da almeno 10 anni e ne compirà 30 il prossimo 4 dicembre. Per la mentalità italiana, i giovani potrebbero allora essere Jérémy Doku (classe 2002) - potenziale nuovo volto-copertina del Belgio per i prossimi anni - e il già citato De Ketelaere (2001), oppure ancora il centrocampista Amadou Onana (2001), il difensore Zeno Debast (2003) o l'attaccante Johan Bakayoko (2003). Il problema è che tutti questi calciatori vantano già esperienze pluriennali (anche con grandi club) e, nelle concezioni sportive degli altri paesi, i giovani sono quelli di 16/17 anni, ancora tutti da svezzare calcisticamente.
In sostanza, il Belgio ha attuato un evidente ricambio generazionale, ma la sua ossatura è ancora costituita da giocatori over 30 o comunque vicini a tale soglia di età: si pensi al portiere Koen Casteels (1992), all'imprescindibile Youri Tielemans (1997), allo stesso Trossard (1994) oppure ancora a Timothy Castagne (1995). Anche perché difficilmente una nazionale di soli giovani - veri giovani, non ventincinquenni a cui non è finora stata data la grande occasione - può competere con costanza nell'élite del calcio mondiale. Tedesco lo sa e sta portando così avanti una transizione, da un periodo storico (generazione d'oro e suo post) a un altro. Tanti volti nuovi, indubbiamente, ma anche eterne certezze a fare da collante in questa fase di cambiamento dei Diavoli rossi.
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