"Presa per i capelli e messa sotto i piedi". Gli esorcismi di don ...
Il sacerdote fu condannato per aver eseguito esorcismi violenti: avrebbe torturato una ragazzina di appena 12 anni nel Casertano
Una vicenda giudiziaria ormai chiusa, ma che vale la pena raccontare anche per comprenderne altre simili, in Italia e nel mondo, che si sono verificate dopo o che continuano a verificarsi. Si tratta della storia di don Michele Barone, che ieri in prima serata su Italia 1 è stata trattata per l’esordio della nuova stagione di “Le Iene presentano: Inside”: furono proprio “Le Iene” a portare il caso alla ribalta nazionale e ieri è stata trasmessa l’inchiesta di Gaetano Pecoraro e Alessia Rafanelli dal titolo “Gli esorcismi di Don Barone”. Inchiesta che tra l'altro contiene le testimonianze di chi all’epoca testimoniò o accusò il sacerdote.
Un passo indietro: siamo nel 2018 e don Barone è sacerdote al Tempio di Casapesenna, in provincia di Caserta, un luogo ameno e molto spirituale. Qui il prete si riuniva con i suoi accoliti, alcuni dei quali successivamente hanno testimoniato contro di lui in tribunale. Condannato in primo grado a 12 anni di reclusione per i suoi presunti esorcismi, Barone, che oggi non veste più l’abito talare, è stato scarcerato perché secondo i giudici non c’è rischio che commetta di nuovo gli stessi reati. Le accuse per cui è stato condannato sono relative ai maltrattamenti e alle lesioni ai danni di una 12enne nel corso di un esorcismo, ma c’erano anche delle accuse di violenza sessuale che sono state respinte.
Sulle cronache del tempo si sono susseguite infatti accuse relative a presunti approcci in confessionale, accuse poi, come detto, respinte dai giudici, ma soprattutto descrizioni di questi esorcismi. Don Barone era visto come “uno dei principali esperti italiani delle apparizioni mariane e di riti per la liberazione dal male” sulla scorta di don Leone Maria Iorio, dal quale avrebbe tratto ispirazione per le formule utilizzate. Ma Barone si sarebbe rivelato, come stabilito dalla giustizia italiana, un sedicente esorcista: l'uomo non sarebbe tra l'altro autorizzato dal Vaticano a eseguire questi riti, che lui non chiamava mai esorcismi.
In questo contesto è avvenuto l’incontro con la famiglia della 12enne, che, a seguito di un trauma, aveva avuto un problema di mobilità: disturbo di conversione la diagnosi, per cui la giovanissima effettuava delle terapie, anche farmacologiche. Dopo l'incontro dei famigliari con don Barone, le sarebbero stati sospesi i farmaci, la ragazzina avrebbe perso progressivamente peso perché il "demone" le avrebbe impedito di nutrirsi e sarebbero iniziati i riti. “La prendeva per i capelli, la metteva sotto i piedi” chiamando i demoni per nome, ha raccontato la sorella a "Le Iene". È stata la sorella maggiore a sollevare la preoccupazione, dopo aver visto che la bimba aveva un orecchio deformato: ha quindi denunciato alle forze dell'ordine, in un quadro però in cui chi si sarebbe occupato delle indagini sarebbe stato un seguace di don Barone.
La bambina, diventata 13enne nel frattempo, sarebbe stata, stando alla narrazione dell'indagine, sottoposta a vessazioni - che i giudici hanno riconosciuto come torture - attraverso i rituali
dell’ex sacerdote. Lo scopo: liberare la ragazzina dal demonio. A seguito della vicenda, la Chiesa cattolica ha sospeso Michele Barone, che dal momento del suo arresto non ha più celebrato la messa né amministrato sacramenti.