Donald Trump: «Vi presento Melania, moglie numero tre»

14 Giu 2023
Donald Trump

Questo articolo su Donald Trump è stato pubblicato il 27 novembre 2003, sul numero 10 di Vanity Fair.

L’appuntamento è a Palm Beach Florida, dove Donald Trump, 57 anni, e la fidanzata Melania Knauss, 30, che abitano solitamente a New York, trascorrono i fine settimana invernali. Arrivo quando già sono calate le tenebre ma non c’è pericolo di non trovare la residenza; Mar-a-lago è tutto ciò che una mente megalomane potrebbe sognare: una villona costruita tra oceano e laguna, circondata da palme e campi da golf, in perfetto stile James Bond. Nella grande torre bianca, c’è la suite che ha ospitato Michael Jackson e Lisa Marie Presley in luna di miele, in tempi più fortunati per lui. Varco i cancelli, abituati ad aprirsi solo per limousine e Lamborghini, a bordo di un’utilitaria per vedere l’effetto che fa: nulla, una decina di valletti fanno a gara per aprirmi la portiera.

I SOVRANI NELLA REGGIA
Mi scortano all’interno nella sala di ricevimento studiata per stupire i visitatori: pareti tappezzate di oro e specchi, divani bianchi alti come troni. Non faccio in tempo a sedermi che, all’improvviso, la doppia porta davanti a me si spalanca e, come a teatro, la coppia fa il suo ingresso trionfale. Lei, originaria della Slovenia, è splendida e ricorda un po’ Jacqueline Bisset, ma lo sguardo è meno distante e più furbo. Lui, è doveroso ammetterlo, si porta da dio i suoi anni; come sempre eccessivo con quel ciuffo lungo in stile anni Settanta e la cravatta rosa. Lo spettacolo sta per iniziare. Prima tappa: il party sulla spiaggia organizzato per i soci del club, in cui Trump ha trasformato parte della residenza. Lei gli sta appiccicata, mentre insieme mi trascinano nei passaggi sotterranei che collegano la casa al litorale. The Donald (così lo battezzò l’ex consorte cecoslovacca Ivana) si informa sottovoce se c’è abbastanza gente alla festa.
Avrebbe dovuto farlo prima: arriviamo e intorno alla piscina lo spettacolo è desolante. «C’è molto vento stasera», si giustifica l’anfitrione che subito si cala sulla zazzera rossiccia un cappellino da baseball. «I soci si sono rifugiati nella club house». Vederli è una delusione: me li immaginavo vestiti da gran sera e smoking e invece sono tutti in felpa e bermuda. Togliamo in fretta il disturbo; Trump mi invita a chiacchierare al bar (ma lui è un salutista: non fuma, non beve né liquori né caffè dopo la morte di un fratello alcolizzato), che assomiglia alla saletta di un circolo anglosassone. Nei dintorni c’è la camera della figlia Ivanka (letto a baldacchino e fiabe dipinte a mano sulle pareti), le sale da pranzo in stile antico veneziano, l’ingresso arabeggiante. Mischiare stili e periodi è una specialità del proprietario della Trump Tower, che ammette: «Tutti i miei palazzi sono frutto del mio gusto personale».

LEI SA QUANDO GIRARE AL LARGO
Lui è seduto vicino a me, lei un poco distante: sa quando deve lasciargli la scena. Ma io voglio subito parlare di loro e Mr Trump mi accontenta dandomi un’anteprima: «Presto io e Melania ci sposeremo». E lei: «Donald mi ha chiesto anche dei figli». E lui, in vena di romanticismo: «Credo molto nel matrimonio perché la coppia più felice che ho visto sono stati i miei genitori, insieme per 63 anni. Mio padre Fred, costruttore come me, era molto in gamba ma non si è mai spinto oltre Queens e Brooklyn; io ho colonizzato Manhattan. Forse sono stato più ambizioso di lui, forse erano tempi diversi. Per lui il massimo era abitare nei sobborghi, stare con mia madre, cambiare la macchina ogni due anni. Io ho avuto bisogno di Trump Tower, dell’hotel Plaza di New York, dello yacht di Khashoggi, del jet privato, di Mar-a-lago…I tempi sono cambiati». Nella sua vita da miliardario sopravvissuto agli anni Ottanta, anche le mogli presto vengono a noia. Prima Ivana e poi Marla Maples, entrambe lasciate, poco importa se al prezzo di buonuscite miliardarie. «Non erano le persone giuste per me e la seconda volta mi sono sposato troppo in fretta, bisogna avere il tempo di conoscersi. Prendi la mia piccola Melania», dice mentre se l’accarezza con occhi dolci, «stiamo insieme da ormai cinque anni. Lei sa quando starmi vicino e quando girare alla larga».

LE EX MOGLI E GLI SCANDALI
«Con Ivana è stato un gran matrimonio per i primi dieci anni; ho sbagliato a farla entrare nei miei affari perché alla fine parlavamo solo di lavoro. Io e Marla, invece, eravamo troppo diversi». C’è da crederci: l’ex amante di Trump (quando Ivana li beccò durante una vacanza di Capodanno ad Aspen, rimase celebre la sua esclamazione: «Puttana, stai lontana da mio marito») è un’appassionata di yoga, pacifismo e cibi biologici; lui, al contrario, di locali notturni, pena di morte e fast food. Il matrimonio durò solo 4 anni e finì male: con Marla barricata nelle stanze del piano di sopra, proprio qui a Mar-a-lago, e gli uomini della sicurezza che avevano ricevuto l’ordine di farla sloggiare assieme alla figlia di 4 anni. Lei avrebbe poi dichiarato agli amici: «L’ho visto essere crudele con tante persone, ma non credevo avrebbe mai trattato me e nostra figlia in questo modo». Eppure Donald sostiene: «Sono stato più un buon padre che un buon marito». Il primogenito Don, 25 anni, oggi lavora nell’azienda di famiglia e detesta vivere sotto i riflettori. «Don è molto diverso da me. Non che io ami i riflettori, sono loro che mi seguono ovunque vada», spara il papà bullo.

IN TV CON UN REALITY SHOW
Curiosa affermazione per uno che presto sarà in televisione ogni settimana come protagonista di The Apprentice, il programma della Nbc dove Trump metterà alla prova sedici candidati che sognano di sfondare nel mondo degli affari. Il vincitore andrà a lavorare per un anno al fianco di Trump, remunerato con uno stipendio da favola. «Sono sicuro che il programma avrà successo: la dannata giungla degli affari attira l’attenzione di un sacco di gente».
Anche la sua secondogenita Ivanka, che oggi ha 21 anni, dopo aver iniziato la carriera sulle passerelle, è una studentessa modello e ha dichiarato di voler seguire le orme paterne. «Ma anche quando faceva la modella ero contento, sono uno dei pochi al mondo che pensa sia un lavoro di grande prestigio», dichiara il padre, produttore di Miss Usa e Miss Universo e proprietario di un’agenzia di modelle. Un facile modo per rimorchiare? «Io e Donald ci siamo conosciuti a una festa di uno stilista a New York, non lavoravo ancora per la sua agenzia», si difende Melania, che, dopo cinque anni di storia ad alti e bassi, si è finalmente conquistata il ruolo di futura signora Trump. «È fedele?», chiedo a bruciapelo a The Donald. Risata generale. Ma lui si riprende immediatamente. «Sì, se sto con la persona giusta». Salvato in corner. «Impossibile che sia attratto da una della sua età?», insisto. «Vorrei risponderle di sì, cara, ma sfortunatamente non mi è ancora successo».
È il momento di capire come da costruttore di periferia sia diventato uno degli uomini più ricchi del mondo. «C’è chi nasce con il talento per giocare a golf, io sono nato con quello di fare soldi. Eppure, non ho mai fatto niente per denaro: del resto, che differenza c’è tra possedere 5 o 7 miliardi di dollari? Nessuna. Io lavoro perché mi diverto». La verità è che The Donald è malato. Senza fare affari non riesce a vivere. Ma all’inizio degli anni Novanta se l’è vista davvero brutta: un affare andato male e la crisi del mercato immobiliare gli causarono oltre 9 miliardi di debiti con le banche. «Come ne uscì?», chiedo. «Lavorando come un mulo e grazie alle banche che mi hanno supportato in nuovi affari», taglia corto.
Resta soltanto il sesso come argomento da affrontare. Ma che cosa si può chiedere a un uomo che l’ex moglie (Marla) ha pubblicamente definito «il miglior amante che abbia mai avuto»? «Il sesso è vitale, almeno per me», spiega lui. Quando l’intervista è finita e lui sparisce, credo che i miei discorsi l’abbiano ispirato. Ma è la stessa fidanzata a svelare l’arcano: c’è una partita di football in tv. Miliardari o no, gli uomini sono tutti uguali.

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