I videogiochi dedicati a Donald Trump sono tanti ed interessanti
Gli statunitensi sono chiamati a votare per eleggere Donald Trump o Kamala Harris. La rete pullula di pronostici, analisi, scommesse sui vincitori e percorsi verso la vittoria, in cui ogni commentatore fa i propri calcoli sugli stati contesi, quelli che nelle precedenti elezioni si sono rivelati decisivi. Nella battaglia per conquistare i voti degli statunitensi ogni mezzo di comunicazione torna utile e non stupisce che il Partito Democratico stia sempre più utilizzando anche i videogiochi. Dall’altra parte, Donald Trump si è espresso in alcune occasioni contro i “videogiochi violenti” e il suo partito non sembra molto interessato a utilizzarli come strumento per attirare l’interesse degli statunitensi. Nonostante ciò, Trump è stato inserito in più di un videogioco nel corso degli anni, spesso contro la sua volontà.
Anni prima della sua vittoria alle elezioni del 2016, quando la sua principale occupazione era il mercato immobiliare, venne realizzato un videogioco ufficiale sulla sua attività: Donald Trump’s Real Estate Tycoon, pubblicato nel 2002 su PC e poi riproposto su smartphone nel 2004. Nel gioco bisogna acquistare lotti di terreno, costruire edifici, affittare appartamenti e uffici e generare profitti sempre più elevati. È anche possibile sfidare Donald Trump stesso per arrivare a guadagnare, entro un determinato numero di anni, più di lui. Il gioco veniva presentato come un modo per vivere in prima persona quanto Trump descriveva nel suo famoso libro The Art of the Deal del 1987, in cui raccontava alcuni dei suoi migliori affari immobiliari.
Al di fuori di questo caso, la maggior parte delle sue apparizioni videoludiche non è autorizzata. Tra le numerose parodie che lo riguardano, è diventata particolarmente famosa Mr. President!, pubblicato nel 2016 su Steam. Si gioca nei panni del bodyguard di Ronald Rump (ovvia parodia di Trump) e bisogna salvare quest’ultimo da un cecchino, facendogli scudo col proprio corpo. Come intuibile, il successo di questo gioco è esploso a distanza di anni dalla sua pubblicazione, in seguito al reale attentato in cui Trump è stato colpito di striscio da un proiettile.
La maggior parte delle parodie videoludiche è fortemente critica nei confronti di Trump, ma in alcuni casi è lui a essere presentato come l’eroe. È quanto avviene per esempio in Super POTUS Trump del 2017, che ripropone il sistema di combattimento e la grafica di Paper Mario: il Portale Millenario di Nintendo, solo che al posto di Super Mario c’è Trump, intento a combattere avversari politici e giornalisti. Il creatore di Super POTUS Trump ha definito il suo gioco un omaggio.
Qualche anno fa c’è anche stato un esempio italiano: Rise of Trump, realizzato da Marco Alfieri, autore di diversi videogiochi satirici, di cui il più famoso resta Call of Salveenee – alla ricerca dei Marò, una lotta all’ultimo sangue tra i principali “populisti” italiani, ciascuno con un nome storpiato e con delle abilità uniche legate a qualche tormentone (per cui, per esempio, Salveenee combatteva lanciando ruspe mentre Renzie aveva mazzette da 80 euro come arma). Come intuibile, si tratta di videogiochi che restano al di fuori del mercato ufficiale e che hanno un tono fortemente goliardico. Anche Rise of Trump seguiva questo filone. Si gioca nei panni del tycoon statunitense, che deve portare avanti una serie di battaglie contro gli scagnozzi del Partito Democratico, dei cinesi e del nemicoamico Vladimir Putin, in una serie di scontri sopra le righe, assurdi e volutamente pieni di cliché.
di Francesco Toniolo