Trump studia la sua stablecoin: arriva il concorrente del dollaro
Criptovalute
Il presidente eletto lavora alla creazione di una cripto ancorata al biglietto verde attraverso la piattaforma World Liberty Financialdi Pierangelo Soldavini
22 novembre 2024
3' di lettura
Donald Trump ha fatto del sostegno alle criptovalute un caposaldo della sua campagna elettorale, alimentando grandi attese nel mondo degli asset digitali perché le promesse fatte in questi mesi diventino realtà. Il presidente eletto si è infatti impegnato a far diventare gli Stati Uniti “la capitale delle criptovalute” e in questo senso ha già anticipato che non venderà gli oltre 200mila bitcoin in mano al Governo federale, frutto di sequestri e inchieste degli scorsi anni, e che, anzi, creerà una riserva strategica di un milione di bitcoin, pari a circa 90 miliardi di dollari ai valori attuali.
Da «frode» a «fonte di sviluppo»
Quello che per lo stesso Trump era fumo negli occhi, un nemico del dollaro frutto di una frode colossale, lo scorso luglio è improvvisamente diventata una fonte di sviluppo e di innovazione per gli Stati Uniti. Tanto che ora il futuro inquilino della Casa Banca starebbe lavorando alla creazione di una stablecoin, di una criptovaluta ancorata al dollaro, che di fatto diventerebbe un concorrente diretto del dollaro ufficiale, una sorta di dollaro digitale ma creato da un soggetto privato. Così Trump diventerebbe il primo presidente di uno Stato nell’epoca moderna a creare una valuta parallela, rivale di quella a corso legale.
L’iniziativa imprenditoriale della famiglia Trump
Si tratta di voci e indiscrezioni, ma quando si tratta di Trump non ci si può stupire di nulla e le prime settimane dopo la sua elezione lo dimostrano. Ma andiamo con ordine. Parallelamente al discorso con cui alla fine di luglio dal palco della Bitcoin Conference americana ha dato il suo pieno appoggio alle criptovalute, simbolo di libertà e sovranità anche dal punto di vista monetario, la famiglia Trump ha lanciato la sua iniziativa imprenditoriale nel settore cripto. Così è stata lanciata la World Liberty Financial, piattaforma di exchange “ispirata da Donald Trump”, che, nel claim dello scarno sito, punta a “dare forma a una nuova era della finanza”, invitando tutti a essere “defiant”, a ribellarsi. I fondatori sono Zachary Folkman e Chase Herro, imprenditori noti nel settore, ma a favore della rivoluzione finanziaria incarnata dalla società si è espresso Donald Jr, mentre il fratello Eric è stato nominato Web3 Ambassador della piattaforma. L’exchange per lo scambio di criptovalute ha intanto già avviato il processo per allargare la sua attività alla finanza decentralizzata: l’adozione del protocollo Aave per la DeFi grazie all’accordo con Chainlink sulla blockchain di Ethereum apre le porte allo sviluppo di soluzioni di lending e borrowing in maniera decentralizzata. “La partnership con Chainlink rappresenta un passo in avanti significativo: non siamo mai stati così ottimistici sul futuro delle cripto e della finanza decentralizzata”, ha commentato nell’occasione Eric.
La stablecoin proprietaria
Ora il progetto di Wolrd Liberty Financial, che a ottobre ha raccolto 14 milioni di dollari tramite una vendita di token, si starebbe evolvendo anche con l’ipotesi di emissione di una stablecoin proprietaria, una criptovaluta legata al dollaro per metterla al riparo dalle oscillazioni delle criptovalute. A sostenerlo è Decrypt, sito specializzato negli asset digitali, citando “fonti vicine al progetto”. È solo un’ipotesi, ci vorrà tempo per rendere sicuro questo prodotto, secondo le stesse fonti. Ma si prospetta come un’ipotesi credibile. La stablecoin si stanno affermando come strumento di ponte tra il mondo della finanza tradizione e i digital asset. Di criptovalute di questo genere ne esistono da anni - Tether e Usdc le più famose -, ma ora i progetti si stanno moltiplicando, al servizio della finanza decentralizzata o dell’efficientamento. Così diverse piattaforme stanno valutando l’emissione di questi strumenti, mentre istituzioni della finanza tradizionale come Jp Morgan e PayPal hanno già creato delle loro stablecoin per semplificare le operazioni e le transazioni interne e per aprire il loro business al mondo degli asset digitali.
Già il fatto che il presidente abbia interessi diretti in una piattaforma legata al mondo cripto ha scatenato polemiche. Ma ora Trump si prepara a un salto di qualità. È chiaro infatti che, se a creare e gestire un equivalente di dollaro digitale privato fosse una società legata al presidente degli Stati Uniti, il valore dell’operazione sarebbe ben diverso. Tra le ipotesi che si fanno circolano quello del finanziamento del debito Usa e dell’emissioni di titoli tramite criptovalute aprirebbe problemi del tutto nuovi, non solo di conflitto di interesse.
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