Gianfranco Bonzi, morto il portiere che si credeva fidanzato con Dua ...

30 Lug 2024
Dua Lipa

diPierpaolo Lio

Il 59enne, custode di un palazzo in zona Brera a Milano, per mesi aveva chattato con qualcuno che si spacciava per la popstar. Poi erano cominciate le richieste di denaro

Era convinto di essere fidanzato con Dua Lipa. Lui, Gianfranco Bonzi, Franco per gli amici, portiere 59enne di un palazzo di via Borgonuovo, nel cuore di Brera, quartiere chic di Milano. Lei, popstar britannica 28enne, quattro album alle spalle, milioni di dischi venduti, svariati premi e un’infinità di follower sui social. Quando un collega di lavoro lo aveva messo in guardia dalla classica «truffa romantica», lui era scomparso. Le ultime immagini di Franco, catturate da una telecamera, sono datate sabato 23 marzo. Poi, più nulla. Lunedì il suo nome è rispuntato da una verifica sul Dna prelevato da un cadavere ripescato il 22 giugno scorso nell’Adda. È il corpo di Bonzi.

Jeans e giacca chiara. L’immancabile coppola in testa. Con sé Bonzi aveva anche un trolley azzurro. È la videocamera all’esterno dello stabile di via Borgonovo a intercettarlo per l’ultima volta. Sono le 18.55 del 23 marzo. A nulla servono gli appelli della famiglia, del figlio, degli amici. «Franco» sparisce. Lasciando a casa portafoglio, bancomat, carte di credito. E sul web, un messaggio enigmatico che sa d’addio: «Questo è il mio ultimo post che pubblico e anche una delle ultime azioni della mia vita. La causa una delusione amorosa che non sono riuscito a reggere».

Prima di quel sabato, a lungo, per mesi, Bonzi aveva chattato con «lei». O meglio, con chi si nascondeva dietro a un profilo fake di Dua Lipa, dal quale aveva ricevuto dichiarazioni d’amore e foto. Fino a convincersi di essere impegnato in una relazione Sono già fidanzato con Dua» aveva scritto in una chat). Poi da parte della finta Dua Lipa erano iniziate le richieste di soldi. Prima piccole cifre, sempre restituite, per conquistarsi la sua fiducia. Quindi, a fine febbraio, «Franco» aveva fatto due prelievi da 2.500 euro, come risulta dai suoi conti.

Dalla scomparsa, sul caso indagano per istigazione al suicidio i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso. L’ipotesi è che Bonzi possa essere rimasto vittima di truffatori seriali che dall’estero manovrano trappole online per raccogliere denaro. Forse gli era stato proposto anche un falso investimento in bitcoin. Nel frattempo, di Bonzi non s’era però saputo più nulla. Fino al 22 giugno, e alla chiamata di alcuni pescatori che s’erano imbattuti in un cadavere dalle parti di Crotta d’Adda, nel Cremonese. Sul corpo, irriconoscibile per la lunga permanenza in acqua, non ci sarebbero segni di violenza. Solo il Dna ha permesso  di risalire all’identità. «Quello che aveva detto alla fine ha fatto — spiega il figlio Luca —. Mi sento sereno e distrutto. Riposa in pace papà. Non importa cosa hai fatto, ti ameremo tutti per sempre, non soffrire più».

30 luglio 2024 ( modifica il 30 luglio 2024 | 08:45)

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