The Blessed Madonna: dai rave a Dua Lipa (e ritorno)

6 giorni ago
Dua Lipa

Se oggi artiste come la belga Charlotte de Witte, la russa Nina Kravitz, la sudcoreana Peggy Gou e pure la “nostra” Victoria De Angelis conquistano con i loro dj set gli slot più prestigiosi dei cartelloni dei grandi festival internazionali, il merito è anche suo. The Blessed Madonna, vero nome Marea Stamper, 46 anni, ha contribuito a sfidare gli stereotipi di genere nel mondo dei dj. Insieme a colleghe come la tedesca Ellen Allien (55 anni, nata a Berlino Ovest vent’anni prima della caduta del muro, all’inizio degli Anni ’90 fu tra le prime dj di sesso femminile a fare breccia in una scena storicamente dominata da uomini), la dj statunitense

ha dimostrato che le donne possono avere un impatto significativo sulla musica elettronica e che il talento e la creatività non hanno genere. “Godspeed”, il suo primo album, che uscirà il 18 ottobre, è sia una testimonianza della sua influenza sulla scena sia un omaggio alle sue radici musicali, che affondano nella scena elettronica underground.

Partita dal Kentucky quando alla fine degli Anni ’90 comincio a vendere le sue compilation ai rave organizzati a Louisville, è arrivata a conquistare anche una delle regine del nuovo pop come Dua Lipa. Era il 2020 quando la sua popolarità esplose dopo anni di gavetta, grazie alla collaborazione con la popstar di origini kosovare su un remix di “Levitating” insieme a Madonna e a Missy Elliott A proposito: il nome d’arte non ha a che fare con la Regina del Pop, ma con il suo stretto rapporto con il cattolicesimo.

Già, perché nonostante - tra le altre cose - sia anche un’attivista lgbtq+, che nelle interviste cita Virgina Woolf e dice di “non essere una donna”, di non aver “mai trovato un termine per definirsi” e di avere una “mente adrogina” in cui “coesistono due poteri, uno maschile e uno femminile”, The Blessed Madonna è una fervente cattolica. .Inizialmente si faceva chiamare The Black Madonna: “Un nome che era un riflesso della profonda e duratura devozione cattolica della mia famiglia verso uno specifico tipo di icona europea della Vergine Maria, di colore scuro”, ha raccontato al Guardian. Una petizione che la accusava di appropriazione culturale l’ha spinta a cambiare il nome d’arte in The Blessed Madonna.

Dua Lipa, che incontrò per la prima volta quando nel 2018 - due anni dopo che la rivista specializzata Mixmag elesse Stamper dj dell’anno - remixò “Electricity”, la hit realizzata dalla popstar insieme a Mark Ronson e Diplo, l’ha definita una delle fonti di ispirazioni principali dell’universo sonoro di “Club future nostalgia”, il disco remix del suo album del 2020, uscito nei mesi della pandemia: “Fu l’occasione perfetta per creare qualcosa del genere.

Ho avuto tutto il tempo del mondo. Penso che sia stato il momento in cui sono riuscita a radunare tutti, specialmente The Blessed Madonna, che sarebbe stata in tournée in quel momento se non ci fosse stata la pandemia”. Nel novembre di quell’anno Dua Lipa volle The Blessed Madonna anche nel cast di “Studio 2054”, lo show trasmesso in diretta streaming mondiale con il quale presentò dalla sede di Printworks a Londra il disco di remix. .Dua Lipa non c’è, tra gli ospiti di “Godspeed”. In compenso c’è un’altra dea del pop, Kylie Minogue. Insieme hanno realizzato “Edge of saturday night”, che oltre ad essere inclusa nel disco di The Blessed Madonna farà parte anche di “Tension II”, il nuovo album di Minogue, in uscita sempre il 18 ottobre.

Kylie è l’unica megastar presente tra gli ospiti delle ventiquattro tracce di “Godspeed”, scritto in tre anni: per il resto, The Blessed Madonna ha voluto al suo fianco nomi che rappresentano il cuore pulsante della scena underground statunitense come Jamie Principle e A-Trak, emergenti di talento come Joy Anonymous e cantanti non mainstream come Danielle Ponder, Jacob Lusk e Joy Crookes. I 43 minuti di musica, tra elettronica, techno, pop, soul e r&b spazzano via tutti i pregiudizi, che nel caso di The Blessed Madonna sono stati tra i più pesanti. Nell’ambiente qualche malelingua sosteneva che dietro le sue produzioni ci fossero dei dj “fantasma” di sesso maschile e che The Blessed Madonna fosse solo una figurante: “Se sei donna e superi una certa soglia di potere che le persone pensano che tu non sei “autotizzata” ad avere, scattano le punizioni”, dice oggi lei.

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