'L'amica geniale' di Elena Ferrante è il libro del secolo, secondo il ...
Nella classifica dei 100 libri più belli del XXI secolo, il primo romanzo della quadrilogia di Lenù e Lila ha sbaragliato la concorrenza. "È grintoso, scivoloso e snervante", hanno scritto nella motivazione
Mettete 503 intellettuali, autori, critici, da Stephen King a Sarah Jessica Parker; chiedete loro di rovistare tra gli scaffali impolverati di casa propria per scegliere il libro più bello dell’ultimo quarto di secolo e così di riflettere su questi ultimi bizzarri 25 anni attraverso la lente deformante della letteratura, che come diceva Ernesto Ferrero: “ci aiuta a vedere meglio”. Lo ha fatto il New York Times con l’aiuto di Upshot e il risultato è che non ce n’è per Jonathan Franzen, né per Ishiguro, e neanche per Cormac McCarthy, solo tredicesimo. A dominare la classifica è un libro italiano, sul cui autore, sigillato ermeticamente dentro uno pseudonimo, regna ancora il mistero, nonostante i periodici scoop e le inchieste che hanno cercato di squarciare il velo di ferro. L’amica geniale (2011) di Elena Ferrante ha sbaragliato gli illustri concorrenti, perché è un libro totale: “Leggere questo romanzo indimenticabile e senza compromessi è - scrivono nella motivazione - come andare in bicicletta sulla ghiaia: è grintoso, scivoloso e snervante, tutto allo stesso tempo”.
Lo ha ricordato Melania Mazzucco nel presentare la cinquina dello Strega del 2024 e ce lo ricorda ancora oggi il New York Times nella breve descrizione del libro primo in classifica: l’autofiction è il genere che più di tutti ha dominato gli ultimi anni di letteratura e per uno strano paradosso proprio la serie de “L’amica geniale”, scritta da autore ignoto, è considerato uno degli esempi più dirompenti di questa narrativa. La sessantenne Lenù che fa da voce narrante e ripercorre il filo dei ricordi, ricomponendo le tessere di quella magica e straziante amicizia con Lila che è l’ossatura della saga, sembra voler a tutti costi convincere i lettori di essere esistita per davvero, che in quello che sta scrivendo c’è solo rievocazione, al massimo rievocazione romanzata, ma nessuna finzione. “È impossibile dire quanto da vicino la serie segua la vita dell'autore ma non importa”, insiste il New York Times.
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My Brilliant Friend, questo il titolo in inglese, del resto ha venduto più di 5,5 milioni di esemplari in 42 Paesi, più di 2 milioni di copie vendute solo negli Stati Uniti. Il segreto del successo negli Usa è oggetto di dibattito da anni. Sarà per la prosa godibile e asciutta, per la storia avvincente che si avvicina al genere “rosa” senza essere per questo disimpegnata, sarà perché gli americani sono ancora affezionati a un immaginario di Italia neorealista, povera ma bella che ha fatto grande il cinema italiano e che si ritrova nel rione in cui crescono e da cui fuggono le due amiche.
Ferrante, storie di amicizia e di solitudineNon solo L'amica geniale. 82esimo La storia della bambina perduta, il quarto della saga, mentre al 92esimo posto, troviamo un altro romanzo a firma Ferrante: I giorni dell’abbandono, perché l’autrice, che ha raccontato meglio di ogni altro autore in questo ultimo e primo quarto di secolo l’amicizia tra donne, è stata capace di descrivere in modo “indelebile”, secondo il Nyt, anche la solitudine delle donne.
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