Elezioni regionali in Emilia-Romagna e Umbria, affluenza, candidati ...
Le urne per le elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Umbria sono ancora aperte fino alle 15 di lunedì 18 novembre, ma i dati dell'affluenza fanno già tremare i partiti. Dopo una prima giornata di voto che ha visto i seggi aperti dalle 7 alle 23 di domenica 17 novembre, in Emilia-Romagna solo il 35,7% degli aventi diritto si è recato alle urne, mentre in Umbria ci si è fermati al 37,8%.
Un'affluenza particolarmente bassa che potrebbe influenzare l'esito del voto, soprattutto nella regione umbra dove gli ultimi sondaggi mostrano un testa a testa tra la presidente uscente del centrodestra, Donatella Tesei, e la sfidante del centrosinistra, Stefania Proietti. Alle 19 di domenica l'affluenza era al 31% in entrambe le regioni, per poi salire di alcuni punti percentuali nelle ultime quattro ore di apertura dei seggi. Gli oltre 4,3 milioni di elettori hanno ancora poche ore per esprimere la propria preferenza, prima che inizi lo spoglio che determinerà il futuro politico delle due regioni.
Le elezioni:
I candidati in Emilia-RomagnaI candidati in UmbriaI candidati in Emilia-Romagna
Per le elezioni regionali in Emilia-Romagna la partita si gioca principalmente tra due candidati, con altri due sfidanti minori. Michele De Pascale è l'attuale sindaco di Ravenna e presidente della Provincia, trentanovenne sostenuto da una coalizione ampia che include Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Emilia-Romagna Futura (Azione, +Europa, Partito socialista italiano, Partito repubblicano italiano) e Alleanza Verdi-Sinistra. Il suo programma punta forte sulla sanità pubblica e sulla gestione delle emergenze territoriali, tema particolarmente sentito dopo l'alluvione che ha colpito la regione il mese scorso. De Pascale propone anche un piano regionale permanente di orientamento professionale e un programma di contrasto alla disoccupazione giovanile, oltre a misure concrete per l'affitto calmierato destinato ai giovani.
La sfidante del centrodestra è Elena Ugolini, 65 anni, riminese di nascita e bolognese d'adozione, direttrice dell'istituto scolastico paritario Marcello Malpighi a Bologna ed ex sottosegretaria all'Istruzione. La sua coalizione include Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Unione di Centro. Il suo programma si concentra sul miglioramento della qualità della vita attraverso politiche di welfare mirate a famiglie e persone fragili, con particolare attenzione all'innovazione nel sistema sanitario. Ugolini propone una rete di ospedali interconnessi e un maggiore coinvolgimento della sanità privata accreditata per ridurre le liste d'attesa. Sul fronte scuola, punta al potenziamento dell'offerta didattica ed educativa, con particolare attenzione all'estensione dell'apprendistato e all'attivazione della filiera dell'istruzione professionale.
A completare il quadro degli sfidanti ci sono Federico Serra, sostenuto da Potere al Popolo, Partito comunista italiano e Rifondazione Comunista, e il civico Luca Teodori, commerciante ferrarese 55enne che si presenta con la lista Lealtà, Coerenza, Verità. Serra punta su temi come il salario minimo e la difesa della sanità pubblica, mentre Teodori si concentra su tematiche come la sovranità monetaria e la libertà vaccinale.
La corsa sembra avere un esito abbastanza prevedibile. L'ultimo sondaggio BiDiMedia del 15 ottobre dava De Pascale in netto vantaggio al 55,9% contro il 42,5% di Ugolini, con un distacco di oltre 13 punti percentuali. Un trend confermato anche dalla rilevazione Youtrend di metà settembre, che mostrava uno scarto simile (56,8% contro 43,2%). Solo il sondaggio Noto di fine agosto commissionato dal comitato Ugolini rilevava un divario più contenuto, con De Pascale al 52% e la sfidante al 44%.
L'incognita resta l'affluenza, che mostra forti differenze territoriali: mentre Bologna e Ravenna hanno registrato rispettivamente il 40,58% e il 38,52% di votanti nella prima giornata, la provincia di Rimini si è fermata al 30,17%. Un dato che potrebbe influenzare l'esito finale del voto.
I candidati in Umbria
In Umbria la situazione è ancora più articolata, con ben nove candidati in corsa. Donatella Tesei, presidente uscente, cerca la riconferma dopo la storica vittoria del 2019 quando divenne la prima esponente del centrodestra ad essere eletta Presidente della giunta regionale dopo quasi 50 anni di governi regionali di sinistra e centro-sinistra. Tesei è sostenuta da una coalizione che include sette liste: Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega, Unione di centro, Noi moderati – Civici per l'Umbria, Alternativa Popolare e la lista civica Tesei Presidente.
La sua principale sfidante è Stefania Proietti, sindaca di Assisi e presidente della provincia di Perugia, docente universitaria e ingegnere meccanico. Proietti guida una coalizione di sette liste che comprende il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, e quattro liste civiche: Umbria Futura, Umbria Domani - Proietti Presidente, Civici Umbri e Umbria per la Sanità Pubblica e la Pace.
I sondaggi mostrano un testa a testa serrato: secondo l'ultima rilevazione Tecnè, Tesei è al 48,7% contro il 47,5% della Proietti, mentre il sondaggio SWG di fine ottobre dava addirittura la sfidante in vantaggio con una forbice tra il 47% e il 51%. La sfida è resa ancora più incerta dalla presenza di altri sette candidati. Tra questi, Marco Rizzo, ex segretario del Partito Comunista ora leader di Democrazia Sovrana Popolare, sostenuto anche dalla lista Alternativa Riformista, e Martina Leonardi, educatrice sostenuta da Potere al Popolo e dal Partito Comunista Italiano nella lista "Insieme per un'Umbria Resistente". Completano il quadro dei candidati Moreno Pasquinelli del Fronte del Dissenso, sostenuto anche dal movimento Ancora Italia, Elia Francesco Fiorini, leader del movimento civico Alternativa per l'Umbria e consigliere comunale di Magione, Giuseppe Tritto con la lista Umani Insieme Liberi, Fabrizio Pignalberi sostenuto da Quinto Polo per l'Italia e Più Italia Sovrana, e Giuseppe Paolone con il movimento Forza del Popolo.
L'affluenza particolarmente bassa preoccupa tutti i contendenti. Nella provincia di Perugia ha votato il 38,4% degli aventi diritto (era il 65% nel 2019), mentre nella provincia di Terni si è fermata al 35,9% (contro il 63,7% precedente). Il dato più alto si è registrato nel comune di Perugia con il 40,6%, mentre Terni si è fermata al 33,6%.