Quarant'anni fa usciva “Cuori nella Tormenta”. Il flash-back collettivo ...

Buon compleanno Cuori nella Tormenta! Proprio oggi, giorno d’uscita nelle sale cinematografiche, compie 40 anni il film del regista Enrico Oldoini, una commedia degli equivoci girata tra la Spezia e Monterosso. Per la prima volta dietro alla macchina da presa, Oldoini avrebbe poi consolidato il rinnovo della commedia all’italiana sino alla svolta televisiva degli anni Novanta con la regia delle due serie di Dio vede e provvede e l’intuizione creativa del sacerdote-detective in bicicletta Don Matteo. Il 16 novembre del 1984 Giovanni Grazzini sul Corriere della Sera accoglie l’uscita del lungometraggio con queste parole: “All’esordio nella regia, lo sceneggiatore Enrico Oldoini promette benino: disegna i caratteri con tratti incisivi, gioca sugli equivoci con situazioni spiritose, lascia intravedere il dramma della solitudine e della gelosia fra le quinte del buffo. Aiutato dalle musiche di Manuel De Sica, dà un ritmo gradevole al raccontino, e gli dà una cornice inconsueta, ambientandolo a Porto Venere. Al resto pensano gli interpreti”.

Enrico Oldoini - Figure 1
Foto Città della Spezia

A un anno e mezzo dalla scomparsa del regista, per le strade di Porto Venere il ricordo di quei giorni di riprese è vivo. All’ufficio Pro Loco non si finisce di pronunciare il titolo del film che scorrono gli sguardi: “Tutti abbiamo partecipato, anche mio zio Iseo!”. “C’ero ma non so dire. Mi son divertita però”. “Il film della zia?”. Oldoini, spezzino doc, ha fortemente voluto trasformare il borgo rivierasco a cui era tanto legato in un set e a sua volta il film è stato trasfigurato in un ricordo di comunità, una pagina importante incollata negli album privati di famiglia. “Qui hanno girato tanti film e tantissime pubblicità – riferisce il titolare del bar Bacicio -. Io da bambino ho partecipato a Marinai in coperta di Corbucci, con Little Tony. Dovevamo correre con un gelato in mano. Invece quando girarono Cuori nella tormenta marinaio lo ero io per davvero. A quel tempo il servizio di leva durava due anni. Non partecipai, ma ne parlò a lungo tutto il paese”. Le sorelle Arianna e Paola del negozio U Scogio sono le esperte della telecamera: “Noi abbiamo fatto tanto le comparse, anche per le pubblicità. Porto Venere piace al piccolo e grande schermo, da sempre. Ma il periodo di Cuori nella Tormenta è stato proprio indimenticabile. Perché avevamo 16 e 18 anni; perché la troupe era stata tantissimi giorni consecutivi qui; perché facevamo tutto insieme ai romani, sotto la guida di uno spezzino. La mamma aveva un negozio proprio sotto alla casa scelta per le riprese. L’aiuto regista, quello moro simpatico, che era venuto a sceglierci, era diventato un amico. Era sempre in negozio!”.

Enrico Oldoini - Figure 2
Foto Città della Spezia

Non era direttamente coinvolto Silvio Turano ma custodisce contatti e memorie del borgo: “Senza dubbio è uno dei film con maggiori riferimenti a Porto Venere, assieme a La sposa non vestiva di bianco di Mario Baffico, degli anni Cinquanta e Il Conte di Montecristo con Richard Chamberlain nei panni di Edmond Dantès, degli anni Settanta. Oldoini e la sua squadra avevano piacevolmente impegnato tutto il paese, sia con strutture, tecnici, macchine e tutto il resto e sia con le presenze degli attori noti. Carlo Verdone, simpaticissimo, girava tranquillamente per le vie senza esser notato, spesso con la divisa del costume di scena. La protagonista femminile, Marina Suma, era reduce dal cult-movie Sapore di mare”. E aveva acceso i desideri di vacanza degli italiani. Nel libro Baci e spari nel golfo Fabio Carlini definisce Cuori nella Tormenta “il film più spezzino che ci sia, ambientato com’è tra esterni e interni portoveneresi, la stazione di Monterosso, i giardini pubblici, i portici di Via Mazzini, il lungomare Morin e una petroliera in disarmo davanti al Fezzano. Per non parlare poi delle comparse, facce note e meno note del passeggio in via Chiodo, riconoscibilissime nei quadretti d’insieme della festa sulla nave o nelle sequenze sul mare”. In quel momento Oldoini ha 38 anni, ha accantonato la fantasia di far l’attore e ha costruito con una lunga gavetta una carriera da sceneggiatore per Alberto Lattuada, Pasquale Festa Campanile, Nanni Loy, Francesco Nuti e Carlo Verdone, il quale gli deve il successo di Borotalco. La Spezia è una città poco di mare e molto di marinai in divisa. Porto Venere è un borgo con tre discoteche, abitato tutto l’anno, distante dei flussi del turismo di massa.

Enrico Oldoini - Figure 3
Foto Città della Spezia

Cuori nella Tormenta è scritto a otto mani: quelle più giovani di Enrico Oldoini e Carlo Verdone e quelle più mature di Furio Scarpelli ed Ettore Scola. Un incontro tra generazioni di cineasti per una commedia italiana in trasformazione. Il film si apre con lo sbarco al molo di Spezia del sottufficiale della marina Walter, pronunciato “Uòlter”, che incontra il cuciniere Raffaele, appena sbarcato anche lui da un mercantile. Diventeranno amici confidandosi conquiste mai fatte e qualche ricetta di cucina. Per un incrocio del destino, s’innamoreranno entrambi di Sonia. Nell’anticipare l’uscita del film, sul Corriere della Sera del 16 settembre 1984 il regista spezzino dichiara: “…Io, mascherato in parte sotto l’identità della donna vincente del copione, interpretata da Marina Suma e chiamata Sonia, ho potuto raccontare un po’ la mia storia di provinciale ligure, con maturità classica e ambizioni artistiche nella valigetta preparata per il mio sbarco a Roma”. È ancora Carlini a fissare nel suo libro le parole del regista Oldoini: “Girare il film nella mia vecchia città è stata una delle più belle esperienze della mia vita, mi sono scoperto regista senza saperlo, giorno per giorno e ho scoperto la fierezza di essere ligure, di avere un golfo dove tornare: i bei sentimenti come piacciono a me”. L’atmosfera percepita da Arianna, comparsa nel film, corrisponde allo stato d’animo del regista: “Era il suo primo film e lo voleva fare a Porto Venere: era felice e si vedeva, lo si percepiva, lo si respirava. Oldoini era gentilissimo: lui si occupava più degli attori principali; a noi comparse pensava l’aiuto regista, il moretto. È stato lui a dirmi cosa fare in Posta: mi si vede bene. Le Poste erano dove ora c’è il negozio di scarpe vicino alla fontana, nel caruggio. Proprio a fianco del negozio della mamma. Dovevo entrare, pagare, girarmi,… Mia figlia non mi credeva quando glielo raccontavo, le ho dovuto far vedere le foto”. Al termine delle riprese, la produzione inviò una scatola piena di scatti dal set. Un’attenzione inusuale a chi contribuì, seppur qualche secondo, all’opera. “Per 100mila lire al giorno, specifica Paola, sorella di Arianna: “Oldoini ci ha portati dappertutto a far le comparse: a Spezia, a Monterosso,… eravamo sempre noi ragazzi di Porto Venere. Ci davano il mangiare proprio uguale a loro. Porzioni pronte confezionate in scatole. Sembrava di essere un’unica famiglia”. È ancora Arianna a marcare le differenze con altre esperienze cinematografiche: “Oldoini ci faceva stare a guardare, mica come gli altri registi che ti mandano via o chiudono le strade”. E ancora, prosegue Paola: “Ci dicevano come vestire, di solito chiedevano abbigliamento sportivo. Tranne per la scena agli scoglietti. Lì avevano detto che ci si poteva mettere anche in costume ma io non me la sono sentita”. Ah, l’imbarazzo dell’adolescenza. Le sorelle ogni tanto riguardano il lungometraggio: “Non è un film che si possa definire bellissimo, ma ci siamo tutti: la mamma, Adalberto il fornaio,… Purtroppo tanti volti non ci sono più. Bella è stata un paio di anni fa la proiezione pubblica a San Pietro. Aveva partecipato Lello Arena che andava dicendo a tutti `ehi mi ricordo di te!’. Bugia!”.

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Foto Città della Spezia

“Era l’estate del 2022 quando Lello Arena è venuto per la proiezione a San Pietro – puntualizza Barbara, che dal suo negozio Bric à Brac è la grande presente in assenza del film –, è stato gentilissimo con tutti. Io sono stata messa di mezzo perché sostenevano che fossi stata la controfigura di Marina Suma. Ma figuriamoci! Non avevo nemmeno l’età! Per partecipare alle riprese l’età minima era fissata a 14 anni e io non li avevo ancora compiuti. C’era però mio fratello Massimo, si vede allo sbarco al Molo Doria e anche nella scena della festa in barca. Ah, che festa quella!”. Tutta Spezia era a conoscenza delle riprese per la pellicola. “L’eccitazione del CIAK, si gira! era palpabile in città. Io frequentavo le magistrali, la mattina delle audizioni avevo deciso di forcare, bigiare, insomma saltare la scuola per partecipare alle selezioni – rivela Deborah  –: si tenevano alla discoteca Il Genio. Andai in vespa con un amico e in piazzetta avevo appuntamento con i miei compagni di classe. Non feci in tempo a finire di far colazione con la mia compagnia al bar che vidi comparire l’auto di mio padre. Dal momento che avevamo avuto tutti la stessa idea la scuola era piuttosto sguarnita e avevano avvisato i genitori. Tornai a casa in silenzio”.

“Il film fu girato in presa diretta – comunica Silvio continuando a frugare silenzioso nella memoria paesana -. Io avevo l’ufficio all’interno del borgo, all’entrata delle porte. Ci avevano veramente sfinito perché una delle scene clou veniva girata nelle scalette e nella via accanto all’attività. Quella scena fu girata quindici, venti volte. A ogni comando di ‘Azione!’ dovevo chiudermi dentro”. L’occhio immobiliare di Silvio, titolare di Portovenere&Case, si posa all’indietro sul film: “Per le riprese Oldoini aveva affittato una casa molto bella sul fronte mare, quella con il terrazzo più grande del Palizzato di Porto Venere. Ora è in ristrutturazione, è stata acquistata da una nota influencer italiana. Nel film pare che l’entrata sia sulle scale; in realtà è sopra, in via Capellini. Mentre ovviamente la stazione dei treni qui non è mai esistita”.

Enrico Oldoini - Figure 5
Foto Città della Spezia

E infatti la troupe si sposta a filmare alla stazione di Monterosso al Mare, cancellando il cartello di destinazione. E, sempre a Monterosso, ha luogo l’iconica scena della serata di pioggia in cui Raffaele, Lello Arena, si rifugia in un bidone dell’immondizia in cima alla salita verso il Corone. “A Monterosso regista, protagonisti e tecnici venivano tutti a pranzo nel mio ristorante – ripensa Valter Viviani, del Gabbiano –: Verdone mangiava solo bistecche, mentre Lello Arena pesce alla griglia. Mi chiedevano di cucinare le sarpe, pesci particolari che chiamiamo ‘bocca d’oro’ ma che rifiutiamo perché sanno di alghe. Mia moglie Dana mi dice che erano golosi della mia crostata di setrunigia, arance selvatiche. Oldoini era una persona estremamente riservata, molto piacevole. Come al solito abbiamo scattato molte foto ricordo con i miei figli”. Silvio telefona ad Antonio, che gestiva l’Osteria del Carugio a Porto Venere, per raccogliere altri ricordi dal cuore di Cuori nella tormenta. Sì, la troupe era ospite presso di lui: “Marina Suma era sempre in ritardo, presa dal ruolo di star. Lello Arena sempre pieno di barzellette. Oldoini un uomo meraviglioso, bravissimo, forse non sufficientemente ricordato dalla città che gli ha dato i natali e che lui non ha mai rinnegato. Ha scritto sceneggiature importanti. Quando ha inventato Don Matteo, la sua intenzione era quella di girarlo a Porto Venere! Ma ve lo immaginate Terence Hill tra le motovedette e il castello Doria? Era troppo scomodo. La location andava cambiata”.

Enrico Oldoini - Figure 6
Foto Città della Spezia

Nell’intervista del 1986 a Carlo Dansi, vicedirettore della rivista Ciak, contenuta nel fondo Canale degli Archivi Luce, l’intervistatore chiede a Oldoini sul set del film Yuppies 2, come sia cambiata la commedia al’italiana, vista la sua già lunghissima esperienza come sceneggiatore: “La commedia all’italiana, quella degli anni Sessanta, non c’è più perché sono cambiati i tempi, sono cambiati gli attori, è cambiato forse anche il modo di ridere. Non c’è più quel pizzico di amarognolo. Oggi direi che la commedia italiana, non all’italiana, è una commedia più bonaria, spesso più lazzarona. Ancora un po’ inciafruliata. Nel senso che non si capisce bene dove va, è ancora un po’ disordinata, caotica, arrivano risultati anche interessanti ma mi sembra ancora un po’ da definire“.

Alla luce della risposta, Dansi nomina Cuori nella tormenta, che definisce abbastanza atipico per l’epoca, chiedendogli come si sente nei confronti di quel film. Il regista risponde: “Mi ci sento benissimo, il fatto che non sia codificato mi consente di sbagliare ma anche di trovare una strada all’interno di questo labirinto che non si sa dove va, posso fare sbagli grossolani qualche volta ma ogni tanto  anche azzeccar qualcosa di carino. Come sceneggiatore vado fiero di film come Borotalco, come Io Chiara e lo scuro. Come si fa a dire se sono commedie all’italiana? Lo diremo domani”. Oggi che è il domani, cosa resta della commedia all’italiana di Enrico Oldoini? Agli esperti cinematografici la risposta tecnica, a noi la bellezza senza tempo di Porto Venere e il sogno di una finestra aperta sulla Palizzata, attraverso cui scrutare un po’ di dolce vita.

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Foto Città della Spezia

Stazione di Monterosso, binario 1: ieri e oggi

Stazione di Monterosso, gallerie: ieri e oggi

Lungomare di Fegina: ieri e oggi

Enrico Oldoini - Figure 8
Foto Città della Spezia
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