Perché tutti piangono Eriksson: dallo sport alla politica e ai reali inglesi

18 giorni ago
Eriksson

diElmar Bergonzini

Lo svedese, morto per un tumore al pancreas, non era soltanto un allenatore. Si è spento nella casa sul lago Fryken, vicino a Sunne, in Svezia, circondato dalla famiglia, mentre fuori il mondo si stringeva intorno a lui 

Un’onda potente, inarrestabile, spontanea: tutto il mondo del calcio, ma non solo, si è lasciato travolgere, commosso, dalla notizia della scomparsa di Sven-Göran Eriksson ieri mattina, per un tumore al pancreas, nella casa sul lago Fryken, vicino a Sunne, in Svezia. Il tecnico, 76 anni, era circondato dalla famiglia: compagna, figli, nipoti e fratello. «Sì, ho il cancro, ma non dispiacetevi, sorridete e ricordate i bei tempi» si era raccomandato Eriksson in un video girato per il documentario «Sven», uscito pochi giorni fa.

Inevitabile la valanga di messaggi di cordoglio giunti da ogni angolo del mondo, a cominciare da William, principe del Galles ed erede al trono d’Inghilterra. «Sono triste nell’apprendere la notizia della sua scomparsa. L’ho incontrato diverse volte quando era allenatore dell’Inghilterra e sono sempre rimasto colpito dal suo carisma e dalla sua passione per il calcio. Un vero gentiluomo del calcio». Ricordato in Inghilterra anche dal premier Keir Starmer: «Ha dato un enorme contributo al calcio inglese». Il giudizio della presidente del consiglio Giorgia Meloni: «Ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio». «Il suo coraggio nell’affrontare la malattia che lo ha colpito è stato esempio e insegnamento per chiunque lo abbia ascoltato», ha affermato il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Che ha aggiunto: «Non è stato solo l’allenatore più vincente nella storia della Lazio, ma soprattutto un uomo integerrimo e una persona squisita e di estrema signorilità».

Gravina lo piange: «La sua morte un grande dolore per il nostro calcio»

Poi la Roma: «Piangiamo la scomparsa di Eriksson. Ha guidato i giallorossi dal 1984 al 1987 conquistando una Coppa Italia. Il nostro pensiero va ai suoi familiari in questo momento di dolore». Il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri: «Un grandissimo allenatore che ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio mondiale e romano». Il presidente della Fifa Gianni Infantino: «Da allenatore è stato un grande innovatore e un vero ambasciatore del nostro splendido sport, vincendo competizioni nazionali in tre diversi Paesi europei». La Federcalcio svedese lo ha ricordato come «uno degli allenatori più influenti del football», mentre per il presidente della Figc Gabriele Gravina «la sua morte è un grande dolore per il calcio italiano. Apprezzato e rispettato per le sue qualità tecniche e umane, Sven rimarrà sempre legato al nostro Paese».

E poi le parole di tanti suoi ex ragazzi, specie i laziali con cui vinse tutto: Nesta e Simone Inzaghi, Simeone e Veron, Salas e Couto: «Grazie di tutto mister, resterai per sempre nei nostri cuori».

27 agosto 2024

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