Ermal Meta pubblica «Buona Fortuna»: «Il nuovo disco in nome di ...

Ermal Meta

«Buona Fortuna». C'è una molteplice valenza nel titolo del nuovo album di Ermal Meta, in uscita il 3 maggio per Columbia Records/Sony Music. Perché quel Fortuna è il nome della prima figlia del cantante, che nascerà a breve. «Quando sarà abbastanza grande, se vorrà sapere come vedevo il mondo aspettandola, potrà ascoltare queste canzoni», confessa Meta alla «Gazzetta». Un disco che definisce «fotografico», in uscita in formato cd, vinile nero e vinile colorato autografato in esclusiva per Amazon, che verrà presentato in un instore tour che toccherà anche Bari, lunedì 6 maggio alle 18, alla libreria Feltrinelli di via Melo, prima di dedicarsi al giro di concerti che lo porterà sui palchi di tutta la penisola. Prevista anche una tappa pugliese, il 21 agosto a Lecce, in piazza Libertini, nell'ambito dell'Oversound Music Festival. Sulla copertina, da una balena bianca partono dodici fili, undici bianchi e uno rosso, che si uniscono alle altrettante tracce, ad ognuna delle quali è associato un simbolo. Il filo rosso conduce alla title track «Buona Fortuna», rappresentata dal simbolo più importante che è quello della bussola.

È nato prima il titolo dell'album o il nome della bimba?

«Ovviamente abbiamo deciso prima il nome. Motivi per cui questo disco si chiama così ce ne sono diversi. Non è solo un augurio a cercare un proprio posto nel mondo, in qualche modo uno la fortuna se la crea, si costruisce la strada da percorrere. Volevo fotografare un periodo così intenso, di attesa, e toccare tante altre tematiche che accarezzano il senso di costruirsi le proprie esperienze. Oggi c'è ansia sociale, si indossa solo la propria pelle, nonostante siamo bombardati da stimoli. Invece siamo migliori di quello che dicono, a prescindere da ciò che è "cool", appetibile alla società. Ci vogliono impauriti, la paura è il migliore strumento di controllo».

Il singolo che accompagna l'uscita è «Mediterraneo», che immagine rappresenta?

«Non è solo un luogo, ma anche un modo di vedere un luogo/non luogo. È fatto di acqua, non solo per profondità, ma anche per vastità, si fatica a immaginarne i confini. È un mare che vede incrociarsi continuamente storie, sogni, speranze e disperazioni, da moltissimi secoli. Il Mediterraneo dipende da che punto lo guardi, è un posto di vacanza per alcuni, una via per sperare in un futuro migliore per altri. E non sempre il viaggio ha una fine».

Nell'album ci sono collaborazioni con Jake La Furia e Levante, quanto conta per lei la sinergia con altri artisti?

«Mi piace molto collaborare quando c'è un senso dietro. Nel momento in cui lavoro a una canzone e mi rendo conto che è di un certo tipo, ha bisogno di un'altra voce, un'anima e una dimensione, allora capisco che serve un altro punto di vista. Con Jake e Levante è stato così: li stimo moltissimo pur essendo artisticamente distanti, ma forse dipende solo dai generi. La musica è tutta musica».

Com'è oggi il suo rapporto con Bari?

«Intanto sono qui proprio adesso. Ho una casa poco distante dalla città, immersa nel verde. Sono stato a Bari per vent'anni, c'è tutta la mia famiglia qui, un rapporto più stretto di così...».

Il Primo Maggio sarà sul palco del Concertone di Roma, questa volta nella veste di conduttore insieme a Noemi. Come si sta preparando?

«È un'esperienza di grande responsabilità, un grande onore oltre che un onere. Per me è la prima volta, cercherò di farlo nel migliore dei modi: ciò che conta è che sia un palco libero, dove ognuno porta se stesso e racconta la propria visione delle cose».

«Buona fortuna»: se dovesse immaginare di dire questa frase alla sua piccola in arrivo, che situazione immagina?

«Penso glielo dirò appena la vedrò, sarà la prima cosa che penserò. Proverò a insegnarle a non avere paura, perché la fortuna è qualcosa che ci costruiamo. Se uno è paralizzato, non costruisce niente, ed è assolutamente terrificante».

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