Eros Di Ronza, morto per un «Gratta e vinci»: i precedenti da ...

19 ore ago
Eros Di Ronza

di Federico Berni

In città pare frequentasse l’ambiente di via Gola, ai Navigli, ma era legato anche alla zona di Cogliate, dove vive la compagna con i bambini. Una vita ai margini e un precedente per tentata rapina

Una vita ai margini quella di Eros Di Ronza, il 37enne ucciso a forbiciate durante un tentativo di furto in un bar alla periferia di Milano. Vita da «balordo» di periferia, trascorsa fra espedienti per tirare a campare, problemi di dipendenza dalla droga, i tre figli - ancora piccoli - avuti dalla compagna. E una serie di reati contro il patrimonio. Tutto, però, senza mai entrare in un circuito di vero spessore criminale. Ultima residenza conosciuta a Milano, in via Domenico Millelire, quartiere San Siro, il quadrilatero di case popolari, da non confondere con la zona residenziale vicino allo stadio.

In città pare frequentasse l’ambiente di via Gola, ai Navigli, conosciuto per il fiorente giro di spaccio gestito da nordafricani, ma la sua esistenza era legata anche a Cogliate, località della provincia di Monza, dove aveva un domicilio dichiarato. In quella zona vive infatti la compagna, dalla quale ha avuto tre figli, due ragazzine e un maschietto. A giudicare dalle foto sui social, con loro Eros era un papà affettuoso, anche se probabilmente poco presente.

Parte dei suoi guai giudiziari ha avuto luogo proprio in Brianza. Tra i suoi trascorsi penali, almeno quelli passati in giudicato, non emerge però nulla di eclatante. Il fatto più grave è rappresentato da una condanna a otto mesi, scontata in affido ai servizi sociali, per un tentativo di rapina ai danni di un negozio di abbigliamento di Solaro, commesso il 15 maggio 2017. Anche in quel caso si trattava di un’attività gestita da commercianti cinesi, come i titolari del bar di viale Giovanni da Cermenate. Ma in quel caso il fatto non aveva avuto un epilogo violento. 

Quella volta, Di Ronza aveva pronunciato una frase minacciosa, allo scopo di sottrarre tre magliette del valore complessivo di 75 euro: cifra che poi aveva risarcito. I suoi precedenti più datati risalgono, comunque, al 2004 per un’accusa di ricettazione, e al 2009 per furto. Negli anni più recenti, a partire dal 2020, si contano altri problemi per un’evasione dagli arresti domiciliari e per il furto di una borsa da donna del valore di 100 euro, commesso sempre a Cogliate. Per questi due episodi, Di Ronza, assistito dall’avvocato Gateano Giamboi, è stato assolto (nel caso del furto per mancanza di querela della persona offesa). Nei periodi più recenti, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, si sarebbe fatto arrestare ancora tra settembre e ottobre per resistenza e per porto d’armi.

17 ottobre 2024 ( modifica il 17 ottobre 2024 | 13:40)

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