Escherichia coli nei panini del McDonald's? Negli USA 49 casi, c'è ...

Escherichia coli

Quarantanove casi, 10 ricoveri e un morto. Molti avevano mangiato il Quarter Pounder, il noto panino con l’hamburger di McDonald’s. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha lanciato l’allarme per un focolaio di escherichia coli in 10 Stati americani, probabilmente legati al prodotto della catena di fast food.

In una nota del CDC si legge che «i funzionari della sanità pubblica in diversi Stati stanno indagando su un focolaio di infezioni da escherichia coli O157:H7. La maggior parte delle persone coinvolte riferisce di aver mangiato l'hamburger Quarter Pounder da McDonald's prima di ammalarsi. Non si sa ancora quale ingrediente alimentare specifico sia contaminato».

McDonald's in queste ore sta collaborando con gli investigatori per determinare quale ingrediente dei suoi panini stia infettando le persone. La catena di fast food ha fatto sapere di aver smesso di usare cipolle fresche a fettine e polpette di manzo da un quarto di libbra in diversi Stati mentre (sono i due ingredienti tipici del panino incriminato). In altri stati è stata sospesa la vendita del Quarter Pounder   mentre è in corso l'indagine per identificare l'ingrediente contaminato.

La maggior parte dei casi è stata registrata in Colorado e Nebraska. L'allerta ha fatto affondare i titoli McDonald’s a Wall Street dove, nelle contrattazioni after hours sono arrivate a perdere fino al 9%.

La maggior parte delle persone infette da escherichia coli manifesta forti crampi allo stomaco, diarrea (spesso sanguinolenta) e vomito. I sintomi solitamente si manifestano 3 o 4 giorni dopo l'ingestione dei batteri. La maggior parte dei pazienti guarisce senza trattamento dopo 5-7 giorni, mentre alcune persone potrebbero sviluppare gravi problemi renali (sindrome uremica emolitica, detta anche HUS) e potrebbero dover essere ricoverate in ospedale.

Di solito, l’infezione dovuta all'escherichia coli O157:H7 si contrae consumando carne bovina contaminata non completamente cotta o latte non pastorizzato, recandosi in una fattoria didattica e toccando animali portatori dei batteri nel loro tratto digerente, mangiando fuori casa alimenti pronti (come le insalate) lavati con acqua contaminata o contaminati dal letame del bestiame o bevendo acqua non adeguatamente disinfettata con cloro, contaminata da feci di individui infetti in piscine o strutture acquatiche.

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