Europa League - Milan, gioco e gol con il Rennes. Non un'impresa ...

16 Feb 2024
Europa League

Non l’abbiamo mai vinta, l’Europa League. In compenso, ne conquistammo nove quando si chiamava Coppa Uefa. L’ultima, con il Parma di Alberto Malesani nel 1999. Ha cambiato nome dall’edizione 2009-2010. Il Milan di Stefano Pioli vi è arrivato dalla Champions, terzo nel girone che ha promosso Borussia Dortmund e Paris Saint Qatar e bocciato il Newcastle. Del calcio italiano, è il più autorevole ambasciatore all’estero. Sono ben 18 i trofei, uno in meno degli scudetti in bacheca, così suddivisi: 7 Coppe dei Campioni/Champions League; 2 Coppe delle Coppe; 5 Supercoppe; 3 Coppe Intercontinentali; 1 Mondiale per club.

Gli manca proprio quello per cui è sceso in campo a San Siro, ieri sera. Avversario, il Rennes. Settimo in classifica, reduce da otto successi - compreso uno in coppa, ai rigori, contro il Marsiglia di Rino Gattuso - giovane di linfa e bretone di radici. La Francia è una fucina di talenti, e tale viene considerato Désiré Doué, classe 2005. Auguri. Il Diavolo ha subito aggredito la partita, come documenta la traversa di Rafael Leao, e non l’ha più mollata, salvo in rare occasioni. E comunque senza mai correre rischi scabrosi. Il 3-0 gli va persino stretto.

L’uomo chiave è stato Ruben Loftus-Cheek, scarto del Chelsea. E’ un corazziere di 1,91 e 28 anni, di complicata collocazione (mezzala, sì, ma dove, e con chi?) fino a quando l’allenatore non gli ha ritagliato il ruolo di trequartista. Suoi i gol che hanno orientato il risultato: entrambi di testa, il primo su cross di Alessandro Florenzi; il secondo, da corner, dopo una gran parata di Steve Mandanda su Simon Kjaer.

Leao esulta per il gol in Milan-Rennes - Europa League 2023/2024

Credit Foto Getty Images

Il terzo sigillo appartiene alle specialità della ditta: da Leao, di tacco, a Theo Hernandez, ancora a Leao e destro imparabile del portoghese dal cuore dell’area. Una squadra in salute, il Milan, capace di onorare il pronostico - non certo proibitivo - a ogni livello, di qualità e di bottino. E poi i gol di Leao, così rari, fanno sempre notizia.

Se Tijjani Reijnders regista (o qualcosa di simile) era chiuso, e dunque limitato, non altrettanto si può dire di Florenzi che, nominalmente terzino destro, entrava spesso nel gioco con il piglio del gregario che gli studi e l’applicazione hanno aiutato a non smarrirsi. Neppure a Parigi. In campionato, il Diavolo è in serie positiva da nove gare (7 vittorie, 2 pareggi). Stanno rientrando gli infortunati - da Ismael Bennacer a Malick Thiaw - e se il distacco dall’Inter ondeggia tra gli otto e gli undici punti, quello dalla Juventus, seconda, è appena di uno.

Lo scudetto è ormai perso, e persa del tutto è la Coppa Italia dopo il 2-1 dell’Atalanta nei quarti al Meazza. Zona Champions a parte, di trofei «sul piatto» non resta che l’Europa League. Vale una quarantina di milioni, Gerry Cardinale ci tiene, anche se Pioli, furbo, ha scaricato su Bayer Leverkusen, Liverpool e Dea le responsabilità più concrete.

Gerry Cardinale, proprietario del Milan

Credit Foto Getty Images

Il Milan ha staccato il piede dall’acceleratore esclusivamente attorno al 60’, permettendo a Mike Maignan di entrare, finalmente, nel taccuino (dal quale, per la cronaca, Mandanda non sarebbe mai uscito). Rimane un gruzzolo che dovrebbe garantire una serena trasferta, giovedì; e, di conseguenza, gli ottavi di marzo. Julien Stéphan non se l’è presa più di tanto: e perché mai, poi? Hanno pagato, i suoi, l’arsenale dei rivali, decisamente più fornito, la leggerezza della fase difensiva e il «miedo escenico» di uno stadio che paralizza chi non lo conosce.

Ripeto, non che in bilico ci fosse il verdetto. C’era, se mai, la curiosità di verificare le scorie che possono lasciare le retrocessioni. Le bollicine di Christian Pulisic hanno allietato i cin cin di commiato. Non è il caso di fare caroselli. Ma se il vento non cancella gli indizi, sarà una primavera stuzzicante.

Per commentare o fare domande potete inviare una mail a [email protected] o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.

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