F1 | Red Bull e Max brillano sui curvoni tra i rimpianti dei rivali
Siamo solo alla prima qualifica del weekend ed è ancora presto per tracciare una linea definitiva sul fine settimana statunitense, ma se Red Bull voleva lanciare un messaggio per rilanciare la proprie ambizioni mondiali, indubbiamente l’inizio è quello giusto. L’ultima volta che Max Verstappen era partito dalla pole position sembra ormai molto distante nel tempo, perché bisogna risalire addirittura al GP d’Austria, ben quattro mesi fa.
Dopo una lunga attesa, il tre volte iridato è tornato davanti a tutti sulla griglia di partenza, con un giro in cui la performance magistrale nel primo settore e, più precisamente, nella sequenza di curve veloci, ha fatto davvero la differenza. Tuttavia, non bisogna prendere per oro tutto quel che luccica: da una parte, in casa Red Bull pesa l’eliminazione in SQ2 di Sergio Perez, nuovamente in difficoltà, mentre dall’altra è fondamentale rimarcare quanto i rivali abbiano da recriminare con sé stessi per aver mancato una pole alla portata.
Si tratta solo della prima sessione ufficiale del weekend e la tappa statunitense ha ancora molto da dire, specie tenendo a mente che dopo la sprint race si potrà intervenire nuovamente sul setup apportando delle modifiche, ma ciò non toglie diverse squadre nutrano già dei rimpianti. È proprio per questo motivo che non bisogna vedere la classifica finale come una fotografia ben definita dei valori in pista: tra errori e criticità delle vetture, nell’ultima manche non mancano infatti i temi di discussione.
Max Verstappen, Red Bull Racing
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Red Bull: nello snake il pacchetto RB20/Max fa la differenza“Quando la macchina è in grado di ottenere buoni risultati, di solito li ottengo”, aveva detto alla vigilia lo stesso Verstappen, lasciando intendere come l’ultimo periodo avaro di pole e di vittorie fosse legato alle difficoltà incontrate con la macchina, quasi a voler a rimarcare come, sul piano personale, lui non abbia mai mancato di concretizzare quando ne aveva la possibilità. Una pole non fa primavera ma, in un fine settimana dove Red Bull portava novità alla ricerca del bilanciamento perduto durante lo sviluppo, è un segnale che fa respirare nei box della scuderia di Milton Keynes.
Nella giornata dei rimpianti, ci sono due elementi che hanno fatto la differenza: la concretezza mostrata da Verstappen e la capacità della Red Bull di confermarsi efficace sui curvoni ad alta velocità dove serve grade stabilità da parte della vettura, uno dei maggiori pregi della RB20. Un aspetto che, dopo averlo già visto in altri GP della stagione, si ripropone anche ad Austin, in particolare nella sequenza veloce dello “snake” del primo settore, dove l’olandese ha costruito il tesoretto che gli ha poi permesso di centrare la pole.
Osservando i dati, infatti, si può notare come il tre volte iridato sia riuscito a fare la differenza nella prima parte dello snake, quello ricco di curve ad alta velocità. Solo due piloti sono stati in grado di mantenere spalancato l’acceleratore in entrata della sequenza, ovvero proprio Verstappen e George Russell, i due che nella sprint scatteranno dalla prima fila: tuttavia, da quel punto le strade si dividono perché, se in curva 4 l’olandese riesce a parzializzare attorno al 75% del pedale, portando così molta più velocità in percorrenza, l’inglese non è stato in grado di reggere lo stesso ritmo, iniziando così a perdere diversi centesimi.
Confronto telemetrico Verstappen-Russell Sprint Q Austin
Foto di: Gianluca D'Alessandro
In percorrenza di curva 4 e 5, Verstappen è riuscito a portare 13 km/h in più rispetto a Norris, 17 rispetto a Russell e ben 34 su Leclerc, anche se il monegasco merita un discorso a parte. Il pilota della Red Bull ha tutta una sua interpretazione specifica della prima parte dello snake, in cui è capace di sfruttare al meglio le caratteristiche della RB20 alle alte velocità, non solo riducendo la fase di parzializzazione, ma anche andando a riaprire velocemente l’acceleratore, ben più dei rivali, come si può apprezzare anche in curva 6.
Al contrario, più diminuisce la velocità, più emergono delle criticità nel far girare la RB20 incontrando del sottosterzo, anche perché è logico pensare che con un primo tratto affrontato così rapidamente, le gomme stesse tendano a risentirne dal punto di vista delle temperature. Nella sequenza 7, 8 e 9, quella in salita che porta vero lo scollinamento, le altre squadre tornano a farsi più competitive, in particolare la McLaren, con Norris l’unico a non frenare in curva 7, portando così 12 km/h in più del rivale al titolo, iniziando a ritrovare decimi utili alla lotta per la pole.
Gli errori dei rivali, così come la concretezza di Verstappen in altri tratti rapidi come la penultima curva, hanno però permesso all’olandese di gestire il vantaggio accumulato nel primo settore, portando a casa una pole che non fa primavera, ma che lancia un buon segnale. In ottica Mercedes, il rimpianto è soprattutto l'errore commesso in percorrenza e uscita da Russell in curva 1, che si è poi portato fino all'ingresso di curva 4: attenzione, però, alle velocità di punta della W15, molto competitiva con un vantaggio di 4/5 km/h sui rivali.
McLaren: la pole era alla portata fino alle ultime curveMercedes avrebbe potuto ambire a qualcosa in più, ma questo discorso vale anche per la McLaren. Al di là dell’eliminazione in Q1 di Oscar Piastri per aver superato il limite della pista durante il suo giro più rapido, anche Lando Norris non è rimasto soddisfatto di come è andata la sua qualifica, tanto da definire “scioccante” il suo ultimo tentativo.
Confronto telemetrico Verstappen-Norris Sprint Q Austin
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Così come il compagno di squadra, anche l’inglese ha faticato dal punto di vista del bilanciamento, nel fine settimana dove la McLaren si è presentata con diversi aggiornamenti sia alle sospensioni che alle ali. Su uno dei circuiti più completi di questa seconda metà di stagione, sarà interessante capire quanto e che margine ci sarà ancora per veder crescere la vettura data la singola sessione di libere che, magari, non ha permesso di ottimizzare al meglio il pacchetto: non sorprende, infatti, che il team di Woking non abbia fatto debuttare qui il nuovo fondo, volendo forse attendere un weekend più “pulito” per studiarne gli effetti.
Il giro di Norris non è stato perfetto, complice il grande sottosterzo accusato nelle ultime due curve che, di fatto, gli è costato la pole. Tuttavia, al di là di questo tema, è sembrato che non avesse trovato una finestra di utilizzo ottimale per tutto il giro. Andando a ripercorrere la sua qualifica, con le medie era spesso dietro Verstappen in quella sequenza tra la fine del primo e l’inizio del secondo settore. Nell’unico tentativo con le soft, invece, si è visto un cambio di passo importante, con l’inglese che ha provato a portare molta più velocità in quello stesso tratto: in effetti, nella prima parte dello snake è riuscito a ridurre sensibilmente il gap, mentre in quella conclusiva è stato più rapido dell’olandese.
Tuttavia, probabilmente questo sforzo nel primo settore ha pesato sulle gomme verso la fine del giro, in particolare nelle ultime due curve, mentre Verstappen è sembrato riuscito a gestirle in maniera più equilibrata durante l'arco del giro. Non è la prima volta in stagione che McLaren mostra qualche difficoltà con la mescola più tenera. Tendenzialmente ciò si è sempre visto sulla C5 e circuiti molto caldi, ma è possibile che con una C4 comunque tenera, una temperatura dell’asfalto sopra i 30°C e tante curve a veloci, il tema si sia poi riproposto anche qui in attesa di correttivi da effettuare post-sprint in vista della qualifica.
Ferrari: la Rossa mal digerisce la (gomma) rossaPer la Ferrari il weekend di Austin era ed è un esame impegnativo, soprattutto perché la pista di Austin è estremamente completa e tende a mettere in evidenza pregi e difetti della macchina. La Rossa torna a trovare un vecchio “nemico” in qualifica, ovvero il comportamento della gomma più tenera in qualifica con cui ha litigato per tutta la stagione. Infatti, mentre gli altri sono riusciti a trovare un miglioramento più sostanzioso tra SQ2 e SQ3, il Cavallino non è riuscito a pareggiare il miglioramento dei rivali: un tema che ritorna, perché si è già visto in altri appuntamenti nel corso di questo campionato. Quando si tratta di estrarre il meglio dalla gomma più morbida, la SF-24, macchina che fa del passo il suo strumento più efficace, tenta a mostrare qualche debolezza in più.
Confronto telemetrico Verstappen-Leclerc Sprint Q Austin
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Ciò lo si è visto anche ad Austin, nonostante la Ferrari avesse ben figurato nelle libere: ma forse è proprio questo il punto, ovvero quanto sia difficile estrarre gli ultimi decimi nel momento in cui conta davvero. Frederic Vasseur e i piloti non hanno nascosto questo tema, soprattutto perché non si aspettavano un salto così marcato da parte della Mercedes, ma è mancato il feeling con la soft, non solo nell’estrarre il picco di grip, ma anche nel tenerla viva quanto più a lungo possibile.
Su questo fronte vi è un doppio tema. Gran parte del gap accusato da Leclerc è stato accumulato nella sequenza veloce, in particolare in curva 4/5 e in curva 9, dove ha accusato rispettivamente 34 e 13 km/h di distacco da Verstappen. Nella prima parte dello snake ha pagato un attacco troppo aggressivo nel passaggio sul dosso e sul cordolo interno, tanto che Sainz, ad esempio, è stato quasi 15 km/h più rapido. Inoltre, mettendo a confronto il gap del monegasco da Norris in curva 9, questo sale a ben 20 km/h, che si è poi portato verso curva 11.
Come ha ammesso Leclerc, il suo giro non è stato particolarmente pulito, ma gli è mancato anche il feeling con la gomma tenera mentre, in realtà, Sainz è stato autore di una bella tornata, ma probabilmente ha pagato lo sforzo sulle coperture nel primo settore con un ultimo tratto non proprio efficace, come avvenuto per Norris. Solo nelle ultime due curve, infatti, lo spagnolo ha perso circa un decimo dal compagno di squadra, e oltre due da Verstappen. L’aspetto positivo per la rossa sembra il buon comportamento nelle curve a media e bassa velocità, soprattutto in fase di trazione, così come il passo gara, meno "delicato" del giro secco.
Leggi anche:Formula 1F1 | Ghini: "Raikkonen e la profezia sulla stabilità in Ferrari"
Formula 1F1 | Mercato Audi: Bottas in standby, la priorità è sui giovani
Formula 1F1 | McLaren delude nella qualifica Sprint: un caso o un allarme?
Formula 1F1 | Ferrari: con la soft si è spenta in Q3, ma c'è sul passo gara
Formula 1F1 | Reazione Red Bull: la pole di Max porta un sospiro di sollievo