F1: Verstappen campione del mondo per la quarta volta. Gara a ...

3 ore ago
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Russell, Hamilton, Sainz, Leclerc, Verstappen. Mercedes imprendibile, Verstappen campione, Ferrari ancora in lotta per il mondiale costruttori. L’esito di Las Vegas, piatto nello svolgimento e senza colpi di scena, conferma il trend e le aspettative più probabili che si erano formulate nelle tre lunghe settimane di attesa dall’ultima tappa della Formula 1 in Sud America.

Lo diceva già ieri Norris, buttando le mani avanti che il mondiale era perso già dopo le prime sei gare. Eppure per un po’ ci ha creduto lui e anche tanti altri. Ma dopo l’importante vittoria di Verstappen in Brasile, ormai era questione di lana caprina. Di attesa della prima occasione di mettere il muso davanti in una qualunque delle gare successive.

E così Verstappen ha realizzato, come si direbbe nel calcio: da oggi è quattro volte campione del mondo, grazie ‘solo’ a un quinto posto. L’ala non era ok nelle qualifiche e in tutto il week-end non era molto veloce. Comunque porta a casa un poker d’assi nella capitale del gioco d’azzardo: una coincidenza che valorizza una carriera da raccontare. Con alti e bassi. Con un primo titolo discusso, per molti ‘rubato’ e avallato dalla federazione. Un secondo e un terzo conquistati di forza e con non poca noia per il pubblico e gli avversari, agevolato da una monoposto infinitamente superiore a tutte le altre. E un quarto dove il 2024 è stato costellato di irregolarità, scandali e perfino dalle dimissioni della pietra angolare del team, Adrian Newey. Un quarto titolo che si può tuttavia, finalmente, inesorabilmente definire meritato. A discapito dei detrattori e dei tifosi avversari, a partire da quelli Ferrari che avevano visto Leclerc idealmente svoltare con la vittoria di Monaco e Monza e con una buona dose di podi dall’estate in poi. E di quelli McLaren che per dieci gare hanno visto non vincere Max, oggettivamente non più capace di salire a lungo sul gradino principale del podio. Ma, conti alla mano, in grado perfettamente di gestire un enorme vantaggio, costruito in primavera e ora consacrato con questo importante sigillo. Con questa gara, quello dei tre mondiali torna quindi a essere un club a cinque nomi importanti e pesanti, tutti fuori attività da molti anni: Brabham, Stewart, Lauda, Piquet e Senna. Il cluster da quattro, ben più stretto, sale quindi a quota tre: Prost, Vettel e Verstappen (tutti in vita, ma solo uno in attività). Davanti a loro, ‘solo’ Fangio a quota 5 e, come ben noto, Schumacher e Hamilton a 7. Max diventa leggenda anche se il suo futuro è incerto, perché nel 2025 è tutto da vedere se potrà guidare una monoposto veramente competitiva o se per lui sarà meglio dedicarsi ad altro, uscendo temporaneamente dalla Formula 1, come avevano fatto in un passato recente anche Raikkonen e Alonso.

Partenza da manuale

Nonostante le scarse aspettative di spettacolo di un cittadino così ‘stretto’, la voglia di poter prendere vantaggio delle rosse sulla McLaren dopo qualifiche più favorevole, si è concretizzata già dalla partenza. Leclerc, infatti, dopo lo start, alla prima curva si fa un sol boccone di Sainz e Gasly, portandosi dal quarto al secondo posto. Niente da fare invece per Russell, irraggiungibile dall’inizio alla fine. Il francese che ancora una volta quest’anno ha saputo rimettere in luce la rinnovata scuderia Alpine, tuttavia già nei primi cinque giri non riusciva a tenere il passo di Sainz. E così, troppo distante dagli scarichi dello spagnolo e dal ‘secondo’ di gap, non potendo usare il DRS per difendersi è stato facile preda di Verstappen. Una prima occasione per Max di mettere ulteriore distanza fra lui e Norris, visto che l’obiettivo necessario per festeggiare già oggi era ‘solo’ quello di arrivargli in qualunque posizione davanti o, anche dietro, con un margine non superiore a due punti.

Altri sorpassi ma tutto regolare anche nelle retrovie: si è visto un Lawson molto duro su Magnussen, si toccano e non senza polemiche si prosegue, in assenza di conseguenze tecniche e provvedimenti. Anche Tsunoda e Piastri per un po’ sono stati in lotta, poi il nulla o quasi. I sorpassi si sono visti solo dopo i cambi gomme.

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