Filippo Zanella: «Così ho ritrovato mia figlia in Polonia»

16 giorni ago
Figlia scomparsa in Polonia

Era stata portata dalla madre in Polonia tre anni fa per andare a trovare la bisnonna. Poi di Noemi si erano perse le tracce. Ma il padre, Filippo Zanella, non si è dato per vinto. E insieme alla madre, un'ex infermiera della croce rossa, si è trasferito in Polonia e ha iniziato le ricerche. Il 5 giugno, dopo che la bimba sembrava essere diventata a tutti gli effetti un fantasma, il ritrovamento a Rzeszòw, vicino al confine con l'Ucraina: grazie ad una segnalazione anonima. «Ma il ritrovamento non è avvenuto grazie alle forze dell'ordine» ha voluto precisare il padre in videoconferenza.

È il 21 settembre 2021: Noemi ha da pochi giorni compiuto sette anni. Dopo la festa di compleanno la bambina parte in auto per la Polonia con la madre all'insaputa del padre. Da quel viaggio in auto Noemi non fa più ritorno. Si chiudono i contatti con la madre polacca, la bambina non risulta iscritta in nessuna scuola e viene letteralmente eradicata dalla propria quotidianità.

Filippo Zanella e la nonna Sandra Spinelli non si danno per vinti. Contattano l'associazione Penelope e iniziano le ricerche. Si muove anche il tribunale dell'Aja con due sentenze che tolgono alla madre polacca la potestà e le impongono di far rientrare la bambina in Italia. Ma la sentenza non può essere eseguita perché Noemi non si trova. Il padre fa di tutto per non far spegnere i riflettori sulla vicenda: si trasferisce in Polonia, inizia ad imparare il polacco. Assume un investigatore privato e batte il Paese in lungo e in largo. E ogni compleanno della bimba scende in piazza a Cesena per ricordarne la scomparsa. Improvvisamente- nei giorni scorsi- la svolta grazie ad una lettera anonima con una segnalazione estremamente circostanziata del luogo in cui si trovava la bambina. Zanella arriva a Rzeszòw, vicino al confine con l'Ucraina: ed è qui che avviene il ritrovamento, come spiegherà in videoconferenza dall'Ungheria.

«Mia figlia usciva di casa per stare in chiesa e ci rimaneva 5-6 ore al giorno, poi tornava a casa. Non aveva una scuola o amici, non ha mai avuto contatti con italiani». Decisiva una lettera di «un misterioso angelo custode, una persona che mi ha inviato una lettera con posta prioritaria in cui era indicata la posizione esatta di mia figlia. Non abbiamo la più pallida idea di chi sia, forse qualche persona all'interno della Caritas o qualche personalità ecclesiastica».

Zanella parla anche di «pesanti collusioni» con la polizia polacca che avrebbero rischiato di far saltare all'ultimo il recupero. «Abbiamo dovuto farlo per strada, è stato molto difficile perché la madre era violenta» racconta ancora. Grazie al supporto della nonna paterna, Noemi è stata prelevata e caricata sull'auto. La famiglia ha poi cercato di uscire dal Paese nel più breve tempo possibile per trascorrere la notte in Ungheria. La bambina, che in questi due anni e mezzo ha quasi dimenticato la lingua italiana, è apparsa in buona salute ma Zanella rinnova la preoccupazione per possibili nuovi blitz in Italia da parte dell'ex compagna e del fratello di lei. «Ho ricevuto telefonate di minacce, devo stare attento sia alla mia incolumità sia alla possibilità di un successivo rapimento».

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