Chiude il Fondaco dei Tedeschi. «Impatto drammatico per 226 ...

6 ore ago

C.D.G. 14 novembre 2024 15:39

Fondaco dei Tedeschi - Figure 1
Foto VeneziaToday

È imminente la chiusura del Fondaco dei Tedeschi, prestigioso centro commerciale vicino a Rialto. Lo comunica Simone Venturini, assessore allo sviluppo economico del Comune di Venezia: «Abbiamo appreso oggi, con grande disappunto e preoccupazione, della decisione di Dfs Group di cessare tutte le sue attività commerciali in Italia. Ciò comporta la chiusura dell'attività che Dfs ha all'interno del Fontego dei Tedeschi. Una scelta che avrà un impatto drammatico per 226 persone, oltre all’indotto, del nostro territorio e per le loro famiglie».

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L'assessore, d'intesa con il sindaco Luigi Brugnaro, ha convocato «urgentemente» le organizzazioni sindacali per fare il punto della situazione e verificare le prossime iniziative, «mettendo al centro la salvaguardia del percorso professionale dei dipendenti in questo momento difficile. Ci confronteremo immediatamente con la Regione Veneto - spiega - e con le altre istituzioni interessate dalla vertenza». «I dipendenti di Dfs non sono solo numeri - aggiunge Venturini - sono persone che, con il loro lavoro, contribuiscono a rendere Venezia la città unica che conosciamo e amiamo. Ci amareggia il fatto di non aver ricevuto alcun tipo di preavviso, altrimenti come amministrazione comunale ci saremmo adoperati per individuare, insieme a tutti i soggetti coinvolti, possibili percorsi alternativi e diversi da una così drastica soluzione».

La conferma del Gruppo

La notizia è stata confermata dalla proprietà tramite una nota: «Dopo un'attenta valutazione, il Gruppo Dfs ha deciso di chiudere le attività commerciali presso il Fondaco dei Tedeschi a Venezia e di non rinnovare il contratto di locazione, che scadrà a settembre 2025». Una decisione definita «difficile» che fa parte di una ristrutturazione generale intrapresa dal gruppo in conseguenza «alla situazione e alle prospettive economiche molto critiche che Dfs e il settore del travel retail stanno affrontando a livello globale e, in particolare, dai risultati negativi del negozio di Venezia».

Il Fondaco rimarrà aperto per una parte del primo semestre del prossimo anno, poi verrà chiuso negli ultimi mesi del periodo di locazione per effettuare i lavori di disallestimento. «In questa fase di transizione - conclude Dfs - il nostro obiettivo primario è ridurre al minimo l'impatto sociale per il personale. Ci impegniamo a tenere informati i nostri dipendenti durante tutto il processo, lavorando a stretto contatto con i sindacati e con le autorità competenti».

Dfs è un rivenditore di prodotti di lusso con sede a Hong Kong controllato da LVMH, la multinazionale proprietaria di marchi come Fendi e Louis Vuitton. Aveva avviato le attività del centro commerciale nel 2016 dopo la conclusione di un importante intervento di restauro del palazzo (l'ex "fontego" dei tedeschi, appunto), uno dei più prestigiosi di Venezia, aprendo al pubblico anche la terrazza con affaccio sul Canal Grande: una vista spettacolare sulla città, diventata tappa immancabile per turisti e visitatori.

Le reazioni

«La notizia è l’ennesimo segnale d’allarme per Venezia - commenta Giuseppe Saccà, capogruppo Pd in consiglio comunale -. Chiediamo intanto che tutte le istituzioni si attivino immediatamente per tutelare i lavoratori colpiti e che un manufatto importante come il Fondaco non assuma funzioni ricettive. Venezia ha bisogno di politiche mirate per attrarre investimenti sostenibili e rafforzare un’economia locale che mostra sempre più le sue debolezze. Questo evento ci ricorda quanto sia urgente una strategia economica a lungo termine per il territorio, che oggi manca completamente all’amministrazione». Monica Sambo e Danny Carella, della segreteria comunale del Pd, invitano il sindaco «a prendere posizione in merito a queste grave vicenda. Non è tempo di tacere, ma di reagire a tutela della dignità dei lavoratori. Di fronte a questa situazione ci aspettiamo una reazione immediata, forte e compatta, e che si valuti ogni possibile mezzo per scongiurare l’ennesimo colpo ai lavoratori».

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