Foti, chi è il successore di Fitto: dal Movimento sociale a meloniano ...
Il ritratto
Piacentino, diventa consigliere comunale a 20 annidi Redazione Roma
2 dicembre 2024
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E’ Tommaso Foti il successore di Raffaele Fitto al ministero degli Affari europei. Piacentino, meloniano doc, inizia giovanissimo l’attività politica, iscrivendosi a soli 16 anni nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, in cui successivamente ha ricoperto l’incarico di segretario provinciale, di componente della Direzione nazionale, e nel 1983 di componente dell’Esecutivo Nazionale.
“Masino” per gli amici e la fede nerazzurra
Nato a Piacenza il 28 aprile 1960, ’Masino’, diminutivo con cui spiega ancora oggi lo chiamano “gli amici più affezionati”, consegue la maturità scientifica al Liceo Respighi nel luglio 1978. “La mia prima palestra di confronto, non di rado, anche di scontro, politico”, scrive nella sua biografia in cui ricorda che “motivi di carattere famigliare” lo hanno portato ben presto a conoscere il mondo del lavoro, “dove muovo i miei primi passi rappresentando, da ’figlio d’arte’, una delle più importanti aziende italiane del settore agro-alimentare”. “La mia fede nerazzurra è e resta incrollabile”, racconta di sé Foti in riferimento alla sua passione per l’Inter. “Sono leale e credo nell’amicizia”, aggiunge quindi ricordando che “il 2 maggio 1992 è uno dei giorni più belli della mia vita, essendo nata mia figlia Alessandra”.
Consigliere comunale a Piacenza a soli 20 anni
Alle elezioni amministrative del 1980 viene eletto consigliere comunale di Piacenza per il Movimento Sociale Italiano, a soli 20 anni, venendo successivamente confermato in ogni consultazione, anche per Alleanza Nazionale, per altri sei mandati e rimanendo in carica fino al 2005.
L’adesione alla svolta di Fiuggi di Fini
Nel 1995 aderisce alla svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini che portò allo scioglimento del MSI-DN e la fondazione di Alleanza Nazionale. Viene eletto per la prima volta alla Camera dei deputati in occasione delle politiche del 1996 per il Polo per le Libertà (in quota Alleanza Nazionale) nel collegio di Piacenza, dove ottiene il 41,32% e supera di misura Gianfranco Pasquino dell’Ulivo (40,97%) e Giorgio Alessandrini della Lega Nord (17,71%), diventa membro del consiglio direttivo di AN alla Camera per la XIII Legislatura. Nel 1998 viene nominato anche vicesindaco di Piacenza con delega al Bilancio, all’Economato e alle Imposte e Tasse all’interno della giunta comunale di centro-destra guidata da Gianguido Guidotti. Ricopre la carica fino al 2001, quando deve dimettersi a causa dell’incompatibilità tra gli incarichi nazionali (cioè la Presidenza della Bicamerale) e gli incarichi amministrativi locali. Alle elezioni politiche del 2001 viene riconfermato alla Camera nel medesimo collegio per la Casa delle Libertà (in quota AN), Stesso film alle politiche 2006 e a quelle del 2008.
La scissione del Pdl e la nascita di Fdi
In dissenso verso il sostegno del PdL al governo Monti, a dicembre 2012 partecipa alla scissione del PdL guidata da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che porta alla nascita di Fratelli d’Italia (FdI), nelle cui file si è ricandidato alla Camera nella circoscrizione Emilia-Romagna alle elezioni politiche del 2013: tuttavia, a causa dei bassi risultati ottenuti dalla lista in Regione e della sconfitta a livello nazionale della coalizione di centro-destra, non viene rieletto deputato, nonostante il sesto miglior risultato nazionale ottenuto a livello provinciale da FdI sia stato proprio a Piacenza.