Cani e gatti. Meno abbandoni d'estate, ma tante rinunce d'adozione ...

Erika Bertossi Collaboratrice cronaca ed eventi 18 settembre 2024 06:55

Gatti - Figure 1
Foto BolognaToday

Sono circa due al mese a Bologna i cani che vengono riportati indietro al canile per rinuncia. Non solo d'estate, ma tutto l'anno. Lo racconta Nicola Di Pardo, che insieme a Serena Fiorilli, gestisce sia il canile comunale di Bologna che il gattile. È lui a fare il punto sui numeri (chi va in vacanza abbandona ancora?) sui motivi e sulle dinamiche che scattano fra adottanti e animali. 

Quanti sono attualmente gli ospiti delle vostre strutture? Con l'estate sono aumentati i casi di abbandono o di rinuncia? 

"Oggi abbiamo una settantina di cani e oltre quaranta gatti fra adulti e cucciolate. Quest'estate su Bologna non abbiamo registrato picchi per quanto riguarda abbandoni o rinunce, ma il dato che abbiamo è più preoccupante perché segna un fenomeno costante in tutti i mesi dell'anno. Una riflessione che va fatta prima delle altre è che rispetto anche solo a una decina di anni fa le vacanze estive non sono più problematiche dal punto di vista della gestione degli animali domestici: ci sono pensioni, dog-sitter e cat-sitter, spiagge e strutture che accolgono anche i familiari a quattro zampe. Insomma, una soluzione si trova. Continuano a essere in tanti però a rinunciare al proprio cane e al proprio gatto: mensilmente ne abbiamo almeno due o tre". 

Quali sono le motivazioni più frequenti delle rinunce? 

"Faccio una premessa importante: le persone ci devono necessariamente fornire una motivazione, ma non necessariamente queste motivazioni corrispondono alla verità. E dunque posso dire quali sono le più frequenti. Una delle motivazioni più utilizzate è quella dei comportamenti scomodi dei cani o di difficile gestione all'interno dei nuclei familiari".  

(Nelle foto gli ospiti del canile. Il pit bul bianco e nero è Paco, maschio di 8 anni. Il dobermann è Alvin, maschio, 9 anni. Il lupo Cecoslovacco è Thor, maschio, 9 anni. Il mix corso tutto nero è Aristide, maschio, 2 anni e mezzo)

Andiamo a monte. Come funzionano esattamente le adozioni in canile? Ci può essere davvero un effetto sorpresa rispetto al carattere e alle caratteristiche dell'animale che si porta a casa? 

"Prima del covid si poteva venire al canile senza preannunciare la visita, ma dalla pandemia in poi è rimasto l'obbligo di prendere un appuntamento e questo ha migliorato molto le cose perché è aumentata la scrematura degli adottanti (molti venivano la domenica pomeriggio per fare un giro e vedere degli animali, che magari si agitavano anche un po' alla vista di tante persone esterne) a fronte di un aumento significativo delle adozioni. Alla visita in canile bisogna dedicare molto tempo e le fasi dell'adozione sono diverse: si comincia con una chiacchierata di tipo conoscitivo volta a chiarire cosa ci si aspetta dal cane che si va ad adottare. Il cane non lo scelgono gli adottanti e l'abbinamento viene fatto in base a uno studio delle compatibilità sia delle persone che delle abitazioni. Noi i cani che abbiamo li conosciamo tutti e le persone che si prendono cura di loro sono per la maggior parte esperti in area comportamentale ed educatori che impostano un lavoro impegnativo per alzare l'indice di adottabilità. Dopo la prima chiacchierata che chiarisce abitudini e stili di vita si seleziona una rosa di ipotetici animali adatti e si fissa un secondo appuntamento conoscitivo insieme a questi cani e si loro istruttori che viene organizzato in un'area creata ad hoc per quell'incontro. Non si sforzano mai le interazioni e non è mai il cane che sceglie le persone come spesso si crede o si sceglie di credere. Dopo questa fase ci sono altri incontri, anche a casa della persona che adotta e quindi nel contesto dove poi vivrà. Si tratta di fatto di una lunga consulenza: il nostro obiettivo non è quello di mandare a casa il cane ma fare in modo che no torni in canile. 

Dunque non esistono "colpi di fulmine" fra cane e persone? 

"Fra proprietario e cane sì. Fra cane e proprietario no. Insegniamo loro delle forme di presentazione (si siedono, si fanno vedere e si avvicinano) e spesso questo viene letto come un gesto speciale e dedicato, ma non lo è. Non basta uno sguardo insomma".

La razza e l'estetica del cane contano ancora o è un concetto superato? 

"Non è affatto un concetto superato. Anzi, le persone che vengono qui partono quasi sempre dall'estetica e sulla base di alcuni convinzioni che non sono affatto corrispondenti al vero: ci sono tanti pregiudizi e preconcetti su diverse razze. Le dimensioni piccole danno idea di semplificazione, ma può non essere così e bisogna sempre considerare il tendenziale genetico. Un maremmano non sta bene in centro città? Certo, è un cane che starebbe solo con i gregge di pecore...". 

Quale la situazione attuale delle vostre due strutture in termini di numeri, gestione e volontari? 

"Sia in termini di ingressi che di adozioni (che sono continuate anche in estate) la situazione è decisamente positiva. Le porte per i volontari sono sempre aperte, sia per il canile che per il gattile (considerando le differenza fra le attività dell'uno e dell'altro). Per quanto riguarda gli aiuti materiali, sono sempre graditi cibo, stracci e oggetti utili alla struttura".

Vi capita o vi è mai capitato di soffrire per l'adozione di un ospite al quale vi siete particolarmente affezionati? 

"No, perché nel momento in cui desideriamo vivere con un cane lo portiamo a casa (ed è successo decine di volte). La sofferenza è grande solo quando un cane che conosci bene e ha un grande potenziale non trova la sua casa. Sebbene in canile la vita sia agiata (i cani escono, vanno al fiume, vengono fatti giocar...) meriterebbe la 'sua' persona". 

Leggi di più
Notizie simili