Gianna Nannini: "Scatenata come mai: è il più bel concerto della ...
SuperGianna. È una Nannini senza freni quella che a settant’anni, nella fredda notte bavarese dell’Olympiahalle, si sdraia sul piano del fido Christian Riganò per incassare l’ennesima ovazione di uno show fuorigiri, col pubblico ammassato ai piedi del palco intento a ripetere all’infinito il refrain "…con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale" tra braccia protese, occhi sgranati, e aliti di birra. Trentotto anni dopo, Bello e impossibile è ancora la sua canzone più trasmessa dalle radio tedesche, ma tutta la seconda parte dello show è un “best of” con Fotoromanza, che compie giusto 40 anni, Io, Sei nell’anima, Meravigliosa creatura, Hey bionda e poi, nel bis, Latin lover, America. "La scenografia di catene? È perché sono scatenata" scherza lei. "Questo è il più bel concerto delle mia carriera".
Gianna e il pubblico tedesco, una liaison che va avanti dagli anni Settanta.
"Anche se la nostra collaborazione è stata fantastica, in Germania ho avuto successo anche prima di conoscere Conny Plank (produttore di Puzzle, Profumo e altre sue pietre filosofali - ndr). A darmi immagine e pubblico fu RockPalast, il programma musicale dal vivo della rete televisiva Wdr dove al tempo passavano soprattutto angloamericani come Bruce Springsteen, Patti Smith, Kid Creole & The Coconuts. La prima volta che sono andata, nella mia puntata c’erano Leo Sayer, Elton John e Kiki Dee".
Per i tedeschi la Gianna di oggi è figlia di quella d’allora.
"Sì. Basta pensare che nel 2015 ero qui all’Olympiahalle con i Deep Purple. E Ian Gillan era pazzo di me. Una grande soddisfazione".
Tuta da motociclista griffata Dior col suo nome su una manica e il titolo del suo pezzo più famoso sull’altra, Gianna e le sue canzoni stano indubbiamente nell’anima dei 10.133 (sold-out con mesi d’anticipo) stipati sotto al guscio in policarbonato dell’immensa tensostruttura che cinquantadue anni fa ospitò le gare di ginnastica della XX Olimpiade. Fra otto mesi la rockeuse senese tornerà in Baviera nella cornice estiva di Rosenheim, Füssen e Ratisbona, così come le accadrà in Italia al Sequoie Music Park di Bologna il 3 luglio o allo Sferisterio di Macerata il 13 agosto. Intanto promette “notti magiche” il 12 (e 17) dicembre al popolo del Forum di Assago e il 13 e 14 (e 18) a quello del Mandela Forum di Firenze. Alle dipendenze del chitarrista Davide Tagliapietra, con lei da vent’anni, la band è impreziosita in questo tour dalla presenza dietro ai tamburi del leggendario Simon Phillips, già batterista di Toto, Who, Mike Oldfield, Jeff Beck, Judas Priest, degli 801 di Brian Eno e Phil Manzanera, così come, nella notte dei tempi, dell’Umberto Balsamo di Balla.
Come l’ha convinto a seguirla in tour?
"Simon l’ho conosciuto per caso, a Colonia, nello studio di Plank, dove si trovava per sostituire il batterista dei Killing Joke. Da tempo collaboravamo in sala di registrazione, basta pensare a Radio Baccano, alla Pia o a Hitalia, ma finora non avevamo trovato modo di farlo pure dal vivo. Al mio nuovo management avevo offerto un premio se fosse riuscito a portarmelo. C’è riuscito. Phillips ha accettato perché gli piace la mia voce. “La più erotica al mondo“, dice, e lo trovo un bel complimento".
A proposito del musical su Pia de’ Tolomei, fermo dal 2007, Lola Ponce dice che prima o poi arriverà.
"Ha ragione. Prima o poi lo faremo. Alcune canzoni le ho anticipate nell’album Pia come la canto io, ma frattanto ne ho scritte diverse altre (basta pensare a Colpo di fulmine portata nel 2008 dalla stessa Ponce e da Giò Di Tonno sul gradino più alto del Festival di Sanremo - ndr) e per me è un work in progress. Proprio per questo, forse, gli cambieremo titolo".
Si parla della possibile presenza di un suo pezzo a Sanremo interpretato da Irene Grandi.
"Irene mi ha chiesto una canzone, ma non sapevo che la volesse proporre al Festival. Se va, ne sono felice. Mi piace scrivere per altri".