CSC, Gianni Amelio nuovo presidente? La risposta del regista - Box ...

3 ore ago
Gianni Amelio

Il post Sergio Castellitto è ufficialmente iniziato. Il ministro della cultura Alessandro Giuli sta cercando il nome del sostituto del regista e attore italiano, che settimana scorsa ha dato le sue dimissioni irrevocabili come Presidente del CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia). Molte ipotesi sono state fatte a riguardo, ma nelle ultime ore è emerso con decisione il nome del regista Gianni Amelio.

Ad avanzare una sua candidatura sono state le cinque associazioni degli autori: «Siamo unanimemente concordi nel sostenere Amelio, che ha anche insegnato per dieci anni al Csc, ed è un autore – ha dichiarato Francesco Martinotti, rappresentante dell’Anac, citato da Repubblica – Noi riteniamo che sia importante che in una scuola di cinema dove si impara a diventare registi, il presidente sia una figura importante, prestigiosa, super partes. La figura di Gianni Amelio rientra in queste caratteristiche».

Tuttavia, questo scenario non sembra essere nei piani del diretto interessato. Durante un’intervista sempre a Repubblica con Arianna Finos, Gianni Amelio ha infatti allontanato l’ipotesi: «Ho letto il mio nome fatto da Pupi Avati nell’intervista a la Repubblica – ha detto, ricordando anche l’endorsement del collega – Mi ha fatto piacere: essere considerato qualcuno che conosce il proprio mestiere è importante». Poi però ha aggiunto: «Io sono stato al Centro per quarant’anni come docente. Ne conosco tutti i problemi, legati non solo all’insegnamento, ma anche al funzionamento di una macchina che è complessa e difficile da governare. Il regista è anche un po’ un organizzatore, un produttore, fa tante cose. Quindi non è che mi sentissi fuori posto, quando Avati per primo ha lanciato il mio nome. Però non ci siamo capiti. Io sono stato colpevolmente discreto, mentre avrei forse dovuto dire con più forza quel che sentivo: quando lo ringraziavo non mi riferivo alla possibilità di occupare la carica ma alla fiducia e alla stima che mi è stata dimostrata. Un equivoco per cui per primo chiedo scusa».

Amelio ha poi tolto ogni dubbio circa una sua possibile presidenza al CSC dichiarando anche: «Voglio continuare a fare il regista, a dirigere film», ovvero lo stesso motivo per cui Castellitto ha dichiarato di essersi dimesso, per tornare al suo vero lavoro. E a chi ha citato l’esempio di Roberto Rossellini, il regista di Campo di battaglia risponde: «Rossellini non è stato presidente ma commissario straordinario, nel 1968, in un momento assai delicato non solo per il Csc. Ma non si è mai preoccupato della natura organizzativa e burocratica del Centro, ha lasciato libertà totale agli studenti, li ha responsabilizzati oltre le regole. Io c’ero, avevo allievi amici che sono diventati registi importanti. Rossellini avrà messo piede al Csc non più di quattro volte. In tempi più recenti anche Lina Wertmüller è stata commissaria».

Il 79enne ha un’idea chiara di quale figura serva ora al ministro Giuli e al CSC: «Secondo me il presidente è più un manager che un regista. Ma la persona va scelta nell’ambito del cinema, non al di fuori. Più che registi o attori penso piuttosto a un direttore o ex di un festival: figure che hanno la competenza per riconoscere la qualità di una iniziativa, ma anche quella per poter navigare dentro un mondo che ha molto a che fare con la politica. Un dialogo necessario di cui non si può fare a meno perché ci sono iniziative che costano, bilanci, richieste».

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