Addio a Gianni Battistoni, maestro di stile e icona della moda ...
Via Condotti più che una strada è un sentimento, si legge nell’home page dell’associazione nata 61 anni fa per volere di Gianni Battistoni, che le ha dato anima ed emozioni. Lo ripeteva spesso: «via Condotti è uno stato d’animo». Quello che non diceva, ma che è chiaro a tutti da ieri, è che lui ne era l’anima più profonda, più gentile, capace di amare una via e la sua storia almeno quanto ha amato la propria vita. E che vita.
Se ne è andato così, con riservatezza. E con l’eleganza che aveva cucita addosso come uno dei suoi capi di alta sartoria. Sembra impossibile che Gianni Battistoni ci abbia lasciato per sempre. Da ieri a via Condotti manca il suo amore, la sua camminata fiera a controllare che tutto andasse come doveva, le sue risate quando ci si fermava a chiacchierare, la sua presenza rassicurante quando organizzava eventi internazionali, la sua forza di volontà nell’ottenere risultati impensabili, il suo humor quando alleggeriva con una battuta anche i momenti più pesanti.
Lo stile è un modo d’essere, fa parte del Dna. E Gianni Battistoni ne aveva per sé e per chi gli stava vicino. «Se non sapessi che non spenderesti mai quelle cifre per vestirti, direi che oggi indossi una Chanel»: con me aveva superato così il confine tra il rapporto di frequentazione e quello di amicizia. «La giacca, dici? È fintissima, very cheap, non mi prendere in giro». «Non dirlo a nessuno: non se ne accorgerebbero mai. L’eleganza e lo stile non si acquistano neppure in via Condotti. Neppure nel mio atelier».
Mi mancherà l’amico, capace di esserci sempre, di dire la parola giusta al momento giusto, ancora più del grande uomo che non si smetteva mai di conoscere. Gianni era un moltiplicatore di affetti: riusciva a riunire intorno a sé le persone «belle», come le definiva lui, condividendo la leggerezza che ho ritrovato in poche, grandi persone. Penso a Giuliana, la sua splendida moglie. A Francesca, il suo braccio destro e sinistro. A Valerio, sempre al suo fianco. A Stellario, che lo ha ritratto nel Caffè Greco decine di anni fa, in un quadro che gli era (e mi è) molto caro.
Quando siamo arrivati nel cuore di Roma, aprendo la sfida di viaCondotti21, è stato accogliente dal primo momento, mettendosi a disposizione non solo come presidente dell’associazione via Condotti, ma anche personalmente. È stato al nostro fianco dal taglio del nastro nel giorno dell’inaugurazione, l’1 dicembre di tre anni fa, fino agli ultimi mesi, occupati a lavorare per mettere in campo un progetto importante, in cui credevamo entrambi. È stato nostro ospite ogni volta in cui lo abbiamo chiamato, ci ha coinvolti da subito nella vita associativa, non ha mai smesso di sostenerci.
Stamattina sono andata a rivedermi la puntata di vis-à-vis di due anni fa (clicca qui per rivederla). E il vuoto che si è aperto ieri è diventato una voragine: la stessa che si è presa Gianni e la sua vita. A partire dalla sua idea del made in Italy, «esaltazione dell’artigianato» che diventa lusso, arrivando al racconto leggero di una vita passata tra i divi dell’arte, della letteratura, del cinema, come Guttuso, Schifano, Steinbeck, Fontana, Lagerfeld, Liz Taylor, Marlene Dietrich, Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Kirk Douglas, Michael Douglas, tanto per citare alcuni nomi che hanno fatto di Battistoni il brand di lusso ed eleganza per antonomasia. Passando per la menzione nel film “Il talento di Mr Ripley”, omaggio del regista Anthony Minghella in una battuta di Jude Law a Matt Damon, per ringraziarlo dei tre smoking regalati dalla sartoria. Fino ad arrivare all’ossessione per l’arancio di Bill Clinton, altro cliente Battistoni.
Impossibile raccontare Gianni. Impossibile trovare le parole giuste per delinearne le mille sfumature, per rappresentarne la ricchezza e la bellezza. La sua vita rimarrà per sempre nei cuori di chi ha avuto l’onore di fare un pezzo di strada con lui. E rimarrà, soprattutto, in ogni centimetro di una via a cui ha dato l’anima: via Condotti continuerà a conservarne e restituirne i sentimenti.