Gianni Morandi, quando l'amico sarto pavese gli creò l'elegante ...

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Gianni Morandi
Gianni Morandi compie 80 anni: nel 1968 vinse Canzonissima esibendosi in tv con uno smoking elegante della sartoria Novelli di Pavia

Un autentico monumento della canzone italiana, dall'animo gentile e dallo spirito eternamente giovane. Anche ora, che - più precisamente l'11 dicembre 2024 - spegne 80 candeline. È letteralmente impossibile non amare Gianni Morandi, quel ragazzo di Bologna dal sorriso contagioso che nella sua leggendaria carriera ha saputo tramutare in nota e canzoni indimenticabili quell'inesauribile energia e sete di vita che da sempre contraddistinguono il suo essere.

Idolo transgenerazionale, capace di ispirare anche le nuove leve, Gianni Morandi ha sempre saputo sposare quel suo innato e infinito talento musicale con un altruismo e un'empatia verso l'altro davvero unica. Una qualità, quella di emozionare il suo pubblico e chi gli sta attorno (passategli una chitarra, in ogni momento, si metterà a suonarla e cantare per voi), che lo rende un assoluto esempio di eleganza umana. Una classe che nell'edizione 1968 di Canzonissima - il concorso musicale trasmesso in tv sulla Rai - portò nelle case di milioni di italiani collegati non solo attraverso il brano Scende la pioggia, ma anche un elegantissimo smoking nero. Fu vestito così che vinse la finalissima, condotta da Mina, con quell'abito realizzato apposta per lui poche settimane prima, a Pavia.

Gianni Morandi a Pavia: dal servizio militare allo smoking indossato in tv

Come mai Pavia? Sì, proprio la città tornata ora alla ribalta con la serie sugli 883 (dopo Hanno Ucciso L'Uomo Ragno, sarà al centro anche della seconda stagione, Nord Sud Ovest Est). Fatta eccezione per i suoi fan, forse non tutti sanno infatti che il giovane Gianni Morandi, tra il 1967 e il 1968, trascorse il periodo della naja proprio nella piccola e tranquilla città lombarda, precisamente alla Caserma “Nino Bixio”, dove era in forza presso il Battaglione Genio Pionieri della Divisione di Fanteria “Legnano”.

Quell'anno - indimenticato e indimenticabile per tutti i pavesi che ancora oggi ricordano la simpatica presenza del cantante che girava per la città in divisa (come era allora d'obbligo) - è raccontato da Il genio di Gianni Morandi geniere a Pavia, un piccolo volume (edito da Univers) che ripercorre il periodo da militare dell'artista bolognese attraverso i ricordi e le testimonianze di coloro che lo conobbero e frequentarono in città, dove spesso lo si incontrava, in compagnia di seguaci e ammiratori, nelle trattorie locali. Ma, ancora più al centro del libro, è un'intervista inedita allo stesso Gianni Morandi che, tra ricordi commossi e aneddoti divertenti, ripercorre la sua esperienza di vita in riva al Ticino, dove arrivò il 25 aprile 1967 dopo un primo periodo da recluta affrontato a Arma di Taggia. Un legame talmente forte e indissolubile, da essere incorniciato nella canzone Ciao Pavia, registrata durante il servizio di leva e nella quale salutava la città che lo aveva accolto.

Gianni Morandi in divisa militare firma un autografo

Universal History Archive/Getty Images

A Pavia Gianni Morandi arrivò già famosissimo. E, oltre ai dischi alle radio e in tv, a raccontare i suoi più grandi successi fu anche il cinema, con una trilogia di musicarelli ambientata a Napoli durante un immaginario periodo di servizio militare (allora obbligatorio) dell'astro nascente della musica italiana: In ginocchio da te (1964), Non son degno di te (1965) e Se non avessi più te (1965), tutti diretti da Ettore Maria Fizzarotti e con coprotagonisti Laura Efrikian (all'epoca sua moglie) e Nino Taranto. Furono anche questi film a rendere Morandi non una semplice recluta ma un divo. Amatissimo dal pubblico più giovane - a Pavia si formavano infinite code pur di vederlo anche solo per un rapido momento - Gianni, una volta terminato il turno, frequentava spesso il Bar del Pozzo di Strada Nuova, dove giocava avvincenti tornei di biliardo. Fu proprio qui che conobbe Giovanni Novelli, sarto, e patron della storica sartoria Novelli che aveva il suo atelier vicino alla caserma (in Strada Nuova, e in seguito trasferito in Corso Cavour).

Il capostipite di quella gloriosa boutique (mancato, 93enne, nel 2018), ricordava come il cantante fosse diventato suo cliente. Dopo avere ammirato un suo abito indossato da un cliente del Bar del Pozzo, si era subito recato da lui: “Si è fidato di me. In attesa del congedo, si è fatto confezionare cinque vestiti. Morandi ha dei gusti semplici e io ho cercato di assecondarli”. L'amicizia tra i due fu istantanea, e il cantante entrò subito in confidenza con il figlio di Giovanni, Maurizio. Quest'ultimo, sempre sulle colonne del quotidiano locale (i cui articoli d'archivio sono contenuti nel volumetto sopra citato) disse: “In un certo senso, Morandi mi ha dato una lezione di vita. Lui, così popolare, così famoso, si è sempre comportato con molta umiltà, con serietà estrema. Io non sono un fanatico della musica leggera e perciò il mio giudizio, penso, non è influenzato dalla notorietà di Gianni”.

E a testimoniare quella frequentazione che si trasformò in vere e proprie creazioni sartoriali, sono anche una serie di fotografie inedite, appartenenti alla collezione privata della Famiglia Novelli, che ci documentano il dietro le quinte della costruzioni degli abiti che il cantante avrebbe poi indossato.

Il libro contiene inoltre la testimonianza di un altro sarto, Ermanno Comaschi: “A quei tempi, collaboravo con la sartoria di Giovanni Novelli. Gianni Morandi e io ci siamo conosciuti al Bar del Pozzo di Strada Nuova e siamo diventati subito amici. Veniva spesso a casa Novelli ed è presto diventato uno di famiglia: entrava e usciva come se fosse casa sua. E noi, che inizialmente eravamo un po' agitati ed emozionati per il fatto di avere per casa un personaggio già così famoso, ci siamo ben presto trovati a nostro agio con lui. Ma alla fine si mangiava in cucina, senza formalismi, come se fossimo una famiglia. Era un giocherellone, faceva la lotta con Maurizio [il figlio di Giovanni], ci divertivamo un mondo insieme. I Novelli sono stati un punto di riferimento per lui. Gli abbiamo fatto diversi abiti: completi, camice, cravatte, abiti sartoriali, giacche, giacche sportive. E, soprattutto, uno smoking con la punteggiatura, un filo bianco, che indossò in una trasmissione televisiva dicendo che il suo sarto era Novelli”.

Sì, la trasmissione in questione è svelata dallo stesso Morandi: “La Sartoria Novelli mi confezionò due abiti neri che io portai a Canzonissima del 1968 nell'edizione presentata da Mina. A Pavia avevo conosciuto questo sarto bravissimo, Giovanni Novelli. Una volta mi disse: ‘Voglio farti il primo vestito da borghese’. Fu di parola e mi confezionò un bellissimo abito. Lo frequentai tante volte, anche i suoi figli. Ma soprattutto diventò un amico”.

Il Genio di Gianni Morandi geniere a Pavia 1967-1968

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