Giorgia Meloni è la donna più potente d'Europa per Politico

9 ore ago

A dicembre 2023, quando aveva 46 anni, che per l'Italia che è uno dei paesi più vecchi al mondo significa piena giovinezza, Giorgia Meloni s'è piazzata al quarto posto nella classifica delle donne più influenti al mondo, stilata come ogni anno dalla rivista economica americana Forbes. Il nostro premier, come desidera essere appellata Meloni, è diventata la prima donna ad essere riuscita ad occupare una posizione di rilievo in questa lista che giudica in base a quattro i parametri principali: denaro, influenza media, impatto e ambito di riferimento. Meloni a ricevuto conferma, dunque, anche dal magazine statunitense dell’autorevolezza del suo ruolo, riconosciutale appena una settimana prima anche dalle pagelle del quotidiano Politico, che l’aveva a sua volta inserita tra i 28 politici più influenti assieme a Donald Tusk, Ursula von der Leyen e Zelensky. Un anno dopo, se qualcosa è cambiato, è, per Meloni, cambiato in meglio. Nel caos che caratterizza oggi la politica europea, tra crisi di governo palesi come quelle tedesche e francesi, e tensioni manifeste come quelle in atto in una Spagna flagellata da catastrofi naturali, il governo di Giorgia Meloni si sta distinguendo, infatti, per una caratteristica su tutte: la stabilità. In un Paese come il nostro, soggetto a continui scontri, strappi, sgambetti, sabotaggi, questa è effettivamente una novità. Meloni fece notizia in tutto il mondo quando divenne la prima donna primo ministro in Italia, ma pochi avrebbero scommesso sulla tenuta del suo governo. Poco dopo il suo insediamento a fine ottobre 2022, Corrado Formigli scriveva di Meloni che era una leader “dura, coraggiosa e coerente”, per poi, tuttavia, domandarsi: “Bastano queste qualità per far durare il suo governo? Se il carattere forte gioca dalla sua parte, a indebolirla sono due fattori: una coalizione molto divisa tra il declino abissale di Berlusconi e le ansie di Salvini, consapevole che stare all’ombra di Giorgia deprimerà ulteriormente i consensi della Lega. E una squadra di governo modesta, senza alcun fuoriclasse e costruita a testuggine nei ruoli strategici, proprio per proteggere la leader da manovre ostili”.

Giorgia Meloni - Figure 1
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Svariati commentatori politici si aspettavano, insomma, che le lotte intestine avrebbero inevitabilmente diviso la sua coalizione di governo di partiti di destra, e in più c'era il fatto che ci fosse poco affetto per lei a Bruxelles. Ma negli ultimi due anni Meloni ha stupito soprattutto per aver consolidato il suo governo come uno dei più stabili mai esistiti nell'Italia del dopoguerra. Sebbene il paese sia gravato da un debito nazionale pari al 137% del suo prodotto interno lordo, le previsioni economiche non sono così fosche da spaventare gli investitori stranieri attratti dall'ambiente politico insolitamente tranquillo. E allora un anno dopo essere stata citata sia da Forbes che da Politico come una delle personalità più influenti del 2023, un anno dopo Giorgia Meloni è stata nominata sempre da Politico come “persona più potente d’Europa” secondo la classifica per il 2025.

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Pare, insomma, che i venti politici attuali, disordinati e caotici, stiano gonfiando le vele di Meloni. Con i tradizionali potenti di Parigi e Berlino praticamente fuori gioco, il primo ministro italiano sta beneficiando di un vuoto di potere che le lascia spazio per portare avanti le sue politiche. In un momento di debolezza per i leader convenzionali dell'UE, si è posizionata efficacemente come un ponte tra un'estrema destra la cui presenza nei governi europei è in costante crescita e i leader liberal democratici che la vedono come una rappresentante accettabile di un movimento che non comprendono del tutto. "Chi chiami - scrive il quotidiano statunitense - se vuoi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero che chiami appartiene a Giorgia Meloni", sottolineando che "in meno di un decennio, la leader del partito di destra Fratelli d’Italia è passata dall’essere liquidata come una pazza ultranazionalista all’essere eletta primo ministro d’Italia e ad affermarsi come una figura con cui Bruxelles, e ora Washington, possono fare affari". L’edizione europea della testata americana delinea un ritratto in chiaroscuro della premier italiana: “Anche se ha virato al centro, Meloni – che ha cominciato la sua carriera politica come attivista nel gruppo giovanile del partito neo-fascista Msi ed elogiava Benito Mussolini come ‘un buon politico che ha fatto tutto quello che ha fatto per il bene dell’Italia’ – è stata in prima linea sull’onda che sta trascinando la politica europea verso destra”.

Giorgia Meloni - Figure 2
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La forza della presidente del Consiglio, secondo Politico, è in parte nella debolezza degli altri leader europei: "L’incapacità dei politici tradizionali di controbilanciare una narrazione ultranazionalista sempre più popolare e la loro volontà di collaborare con Meloni sulla scena europea, ha permesso alla premier 47enne – che insiste a definirsi al maschile, il presidente del Consiglio – di essere il leader forte capace di esercitare un potere enorme in un momento in cui nel continente mancano centristi capaci di sfidarla su di lei”. Il sito insiste sul mutato atteggiamento della stessa Ue nei confronti della leader italiana: “Dalla sua elezione nel 2022, Meloni ha messo in atto politiche sui migranti e i diritti Lgbtq+ (l'Italia in Europa si piazza al terzultimo posto sui diritti civili, dopo Ungheria e Polonia) che un tempo Bruxelles avrebbe condannato. Invece - scrive Politico - la reazione dei leader europei è andata dall’indifferenza all’approvazione”. Secondo il quotidiano online, “molti l’hanno accettata come gradita rappresentante dello zeitgeist sempre più radicale su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

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Scrive Politico: "La statura di Meloni in Europa trae vantaggio dalla percezione che lei faccia parte di un fenomeno politico vincente, un movimento globale di populisti ultranazionalisti. E il suo successo nel normalizzare la sua presenza al vertice della struttura di potere del blocco funge traino per personaggi come la leader francese di estrema destra Marine Le Pen. Finora, Meloni ha usato la sua influenza principalmente in Italia. La domanda ora è se inizierà a flettere i muscoli a livello internazionale e se — con un nuovo vento che soffia attraverso l'Atlantico — continuerà a giocare bene con istituzioni come l'UE e la NATO, o se, come suggerisce Steve Bannon, tornerà alle sue radici di destra e sfiderà lo status quo". Per come abbiamo imparato a conoscere la versione di Meloni capo di Stato, tuttavia, la seconda ipotesi sembra davvero azzardata. La posta in gioco da perdere sarebbe, oggi, troppa.

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