Giorgio Armani: «Da bambino rischiai di perdere la vista. Il mio ...
Giorgio Armani è una vera icona della moda mondiale. Dal 1975, anno in cui ha iniziato la sua carriera da stilista, Armani è riuscito a esportare il Made in Italy in tutto il mondo, diventando uno dei nomi più influenti nel settore della moda.
Imprenditore e fondatore del famoso marchio che porta il suo nome, Armani è stato classificato da Forbes nel 2022 come il secondo uomo più ricco d'Italia, con un patrimonio stimato di 11 miliardi di dollari. Lo scorso 11 luglio, lo stilista ha festeggiato il traguardo dei 90 anni e si è raccontato in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera.
L'infanziaNato a Piacenza l'11 luglio del 1934, Armani ha vissuto da bambino la dittatura fascista: «In famiglia ne parlavamo spesso, e si confrontavano due opinioni diverse. La cosa principale era che non potevamo dire di no al sistema: o ne facevi parte, o venivi tagliato fuori. Poi c’erano anche cose buone. Ci organizzavano un po’ la vita. Le gite in campagna con la distribuzione del pane, le colonie estive, gli spettacoli teatrali organizzati dal dopolavoro... Un po’ noi ragazzini ci divertivamo».
Come ha rivelato l'iconico stilista a causa di un incidente ha rischiato di perdere la vista: «Finita la guerra noi ragazzini andavamo in giro a raccogliere la polvere da sparo. Uno dei miei amici prese un pacchetto, accese una miccia… io mi ero affacciato in strada per vedere cosa succedeva e presi in pieno la fiammata.
Rimasi in ospedale venti giorni, rischiai di perdere la vista».
Una storia tragica e straziante quella raccontata da Armani che all'età di 8 anni aveva una fidanzatina, il suo nome era Wanda, che perse drammaticamente la vita: «Avevo 7, 8 anni. Wanda viveva a tre isolati dal mio ed era una bambina dall’aria esotica, dal colorito un po’ etnico: capelli dritti, riga in mezzo, un po’ come le ragazze di adesso. Era diventata la mia fidanzatina. Morì schiacciata da un tir. Passò un camion, lei attraversò la strada, non si accorse che dietro c’era un altro camion, che la colpì qui, al cervelletto».
La prima voltaArmani ha raccontato anche di come è stata la sua prima volta con una ragazza non particolarmente bella: «In effetti non era il massimo... però mi aiutava quando ero alla cattedra interrogato. Lei dal banco mi suggeriva, perché risulterebbe che io fossi un po’ asino... Una mia compagna di classe fu intervistata e disse proprio che “il signor Armani era un vero asino”. Mi ferì moltissimo. Non era carino dirlo».
Prosegue svelando anche il suo primo amore maschile: «Non ho mai parlato di questo. (Armani resta a lungo in silenzio). Fu sotto un capannone sulla spiaggia di Misano Mare, alle 5 del pomeriggio, quando tutti i ragazzi della colonia venivano ricoverati sulla spiaggia per rilassarsi». Un sentimento che Armani faceva fatica a distinguere, non ne aveva paura perché di fatto non era a conoscenza: «No, non ne ero conscio, non capivo cos’era, non facevo differenze tra uomo e donna. Era un’attrazione che sentivo, una cosa bellissima: non vedevi l’ora di stargli vicino, di farmi accarezzare… una grande emozione. Queste cose non le ho mai dette a nessuno. È un ricordo molto emozionante».
Socio e compagno, Sergio Galeotti ha rappresentato molto nella vita di Giorgio Armani. Scomparso nel 1985, a solamente 40 anni, è stato una fonte d'ispirazione per lo stilista: «Ci siamo conosciuti vicino alla Capannina, in Versilia, dov’ero in vacanza per due giorni. Incrociai Sergio in macchina, mi piacque subito il suo sorriso toscano, e diventammo subito amici. Mi diede coraggio, fiducia. Mi disse: tu hai un potenziale importante. Sergio aveva visto i miei vestiti, si era reso conto che potevo arrivare più lontano. Allora il mondo della moda a Milano era gestito da persone un po’ adulte. Io ero giovane, avevo stimoli diversi».
La morte del suo compagno ha lasciato inevitabilmente un segno indelebile nella vita di Armani: «Quando morì Sergio, morì una parte di me. Devo dire che mi complimento un po’ con me stesso, perché ho retto a un dolore fortissimo. Un anno tra un ospedale e l’altro, io per non ferirlo ho continuato a lavorare, gli portavo le foto delle sfilate, negli ultimi tempi vedevo le lacrime ai suoi occhi. Fu un momento estremamente difficile, che ho dovuto superare anche contro l’opinione pubblica. Sentivo dire: Armani non è più lui, sarà sopraffatto dal dolore, non ce la farà da solo... Anche per questo, a chi mi chiedeva una partecipazione nella Giorgio Armani, rispondevo: no, grazie, ce la faccio da solo».
La sua scomprsa è avvenuta proprio quando i due stavano costruendo qualcosa di importante insieme: «Ho avuto una forza di volontà incredibile, per vincere questo dolore crudele. Un anno di attesa perché Sergio morisse. E tutto accadde in un tempo meraviglioso, quando stavamo cominciando a essere qualcuno, a dare una struttura all’azienda, a essere conosciuti nel mondo. Era il momento in cui prendevo fiducia in me stesso; e mi è arrivata questa tegola sulla testa».
L'amore di oggi e la mancanza di figliDa anni Armani vive insieme a Leo Dell'Orco e ha parlato in questo modo della sua attuale vita sentimentale: «È inutile essere innamorato e dare poco spazio al tuo amore, perché lo spazio non ce l’ho. Salvo l’affetto profondo per Leo Dell’Orco, che vive da anni insieme a me, e rappresenta la persona a me più vicina».
La mancanza di figli non lo lascia certamente indifferente: «Un mio dipendente, Michele, ha una bambina di cinque anni che adoro, la considero quasi come mia, e questo mi ha fatto capire che sarei stato un ottimo papà. Si chiama Bianca».