Giorgio Montanini: "Il coma mi ha salvato dalla droga"

7 ore ago

Redazione 18 ottobre 2024 14:30

Giorgio Montanini coma - Figure 1
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Gli inizi nel cabaret, le difficoltà incontrate nei progetti tv, gli attriti con diversi colleghi, ma soprattutto la dipendenza dalle droghe pesanti e il coma che gli ha cambiato la vita: Giorgio Montanini si è raccontato senza filtri nel podcast Tintoria condotto da Daniele Tinti e Stefano Rapone, anche loro nella cerchia di quelli con cui in passato ha avuto delle mancanze e a cui ha chiesto scusa nel corso della puntata.

La carriera di Giorgio Montanini, tra i più apprezzati stand-up comedian italiani, è iniziata nei sottoscala con la stand-up, per poi arrivare alle prime serate in televisione e alle produzioni cinematografiche internazionali, passando anche per i sold-out teatro. Ma è stato quando era all'apice del successo che sono iniziati i problemi con la tossicodipendenza. "La mia dipendenza è nata in circostanze attenuati, anche se non giustificanti", ha raccontato Montanini. E ancora: "Ho perso mio padre, mia madre, mio fratello e il mio migliore amico (che si è suicidato) nel giro di quattro anni. Ho superato tutto attraverso l'uso di sostanze stupefacenti", ha aggiunto rivelando di aver fumato a lungo 400 euro di crack ogni giorno e di aver speso negli anni circa mezzo milione di euro.

"Il coma mi ha disintossicato" 

Montanini ha parlato di un problema emotivo alla base della sua dipendenza. "Io ho avuto bisogno di andare in coma, sono un co***e. Tutti lo reputano un dramma, per me è stata una fortuna. Sono collassato e questo mi ha permesso di disintossicarmi e purificarmi", ha ammesso: "In ospedale la madre superiora mi disse che ero vivo per miracolo perché su cento, novantanove non si svegliano. Ero morto, avevano chiamato anche l'estrema unzione. Sono entrato in condizioni pietose, pesavo 160 chili, e ne sono uscito con le analisi perfette e senza crisi d'astinenza". Quando è uscito dall'ospedale qualcosa è cambiato per sempre: "Penso che ci sia stata una presa di coscienza. Ero lucido, non ho più avuto il desiderio. Mi ero drogato così tanto che non ho avuto bisogno di riprovare quella sensazione".

Parlando degli effetti collaterali emotivi della tossicodipendenza, Montanini ha poi aggiunto di aver creduto di poter gestire le droghe che assumeva: "Prendono sempre il sopravvento. Non te ne accorgi ma si sostituisce piano piano alla tua personalità. Iniziano così la paranoia e la mania di persecuzione, perdi il contatto con le persone che ti vogliono bene e litighi con tutti. Ti senti accerchiato". 

(Di seguito la puntata di Tintoria con Giorgio Montanini)

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