Italia in piazza per la Giornata contro la violenza sulle donne
Servizio25 novembre
Italia in piazza per la Giornata contro la violenza sulle donneIn occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, migliaia di persone scenderanno in piazza in tutta Italia per dire basta alla violenza di genere. A Roma il corteo principale partirà dal Circo Massimo e arriverà a piazza San Giovanni. A Milano il sindaco Beppe Sala parteciperà al presidio “Il patriarcato uccide”. A Torino un corteo partirà da piazza Carlo Felice. A Genova si correrà contro la violenza. A Bologna una pedalata rumorosa. A Firenze la manifestazione “Madri della patria”. A Bari frasi contro il pregiudizio. A Napoli un corteo patrocinato dal Comune. A Messina una corsa solidale. A Palermo un coro di 80 donne canterà la “Ninna nanna di tutte le matri”. A Cagliari la sede del consiglio regionale sarà illuminata di rosso25 novembre 2023
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Cortei, corse, passeggiate, visite ginecologiche gratuite, rassegne. Ma soprattutto tanto rumore. La Giornata internazionale della violenza sulle donne, a pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin che ha scosso tutto il Paese, porterà nelle piazze italiane migliaia di persone che grideranno per dare voce a chi non ce l’ha più con flash mob, cortei, e sit-in. Avrà luogo poi un’edizione speciale della manifestazione “Montecitorio a porte aperte”. Durante la visita i cittadini potranno ascoltare in Aula le testimonianze di donne vittime di violenza. Porte aperte anche in Senato la cui facciata si illumina di rosso dal tramonto di venerdì 24 e sabato 25 novembre fino all’alba di sabato 25 e domenica 26 novembre.
La premier Giorgia Meloni ha deciso di celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con l’illuminazione della facciata di Palazzo Chigi nella serata del 24 novembre. “Non sei sola, chiama il 1522”: è la scritta che ha illuminato Palazzo Chigi e che il Governo ha scelto per testimoniare vicinanza a «tutte coloro che si sentono minacciate».
Mattarella, non bastano indignazioni a intermittenza
«Il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell’esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza. Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Secondo il Presidente della Repubblica, bisogna velocizzare «un percorso in cui le donne e gli uomini si incontrano per costruire insieme una umanità migliore, nella differenza e nella solidarietà, consapevoli che non può esserci amore senza rispetto, senza l’accettazione dell’altrui libertà. Una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere, nello spirito della Convenzione di Istanbul, alla quale ha aderito l’Unione Europea, segno importante di una visione universale di autodeterminazione e dell’eguaglianza dei diritti delle donne e passaggio decisivo nel delineare il quadro degli interventi contro la violenza di genere».
«Le donne devono essere libere di essere libere»
Bisogna trovare, come indica la Costituzione, un percorso, ha scritto Mattarella, «una via in cui le donne conquistano l’eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere».