Giornata della salute mentale: in aumento la depressione tra gli ...
Giovani fragili e vulnerabili, segnati nel profondo dagli effetti della pandemia e bisognosi di cure che spesso non arrivano. È la sconfortante fotografia che emerge da un'indagine svolta su 10.743 adolescenti statunitensi e pubblicata su JAMA Pediatrics. Quasi il 20% di essi mostrava i sintomi della depressione maggiore nel 2021, ma solo la metà ha ricevuto i trattamenti di cui aveva bisogno, e più spesso se il colore della sua pelle era bianco. Un quadro tutto fuorché isolato di cui torniamo a parlare, nella Giornata mondiale della salute mentale (World Health Mental Day), che si celebra ogni anno il 10 ottobre.
Depressione: che cos'è. Il disturbo depressivo maggiore, anche noto come depressione clinica, è una patologia psichiatrica caratterizzata da episodi di umore depresso e perdita di gioia, interesse, soddisfazione e appagamento nelle attività normalmente piacevoli (anedonia). Altri sintomi sono stanchezza persistente, disturbi del sonno e dell'appetito, bassa autostima, incapacità di concentrarsi su azioni anche banali, ideazione di pensieri suicidari. La persistenza di questi campanelli d'allarme per almeno due settimane può indicare un problema di depressione.
Ancora peggio. La prevalenza di depressione tra gli adolescenti degli Stati Uniti era già in aumento prima della pandemia - era passata dall'8,1% del 2009 al 15,8% nel 2019. La CoViD-19 ha amplificato questa crescita con il suo carico di isolamento, preoccupazione, erosione dei legami e delle routine, incertezza per il futuro. Il nuovo studio ha indagato la presenza di sintomi di depressione maggiore nel 2021, primo anno intero di pandemia, in un campione di oltre 10.700 ragazzi tra i 12 e i 17 anni le cui esperienze sono state registrate nel database National Survey on Drug Use and Health.
Risposte inadeguate (e inique). In base allo studio all'incirca 1 adolescente su 5 ha manifestato i segni tipici della depressione maggiore, ma meno della metà dei teenager bisognosi di cure le ha poi effettivamente ricevute. Ai ragazzi appartenenti a gruppi etnici minoritari, e in particolare quelli di origine latino americana, sono state destinate le percentuali di cure più basse. Solo il 21% degli adolescenti di etnia mista e il 29% di quelli latini con depressione hanno avuto un trattamento adeguato; tra i teenager bianchi bisognosi di cure, la metà le ha poi ricevute.
Nessuno resti indietro. In linea con il tema del World Mental Health Day 2023 ("La salute mentale è un diritto universale"), gli autori della ricerca invitano chi si occupa della salute pubblica a considerare l'intera popolazione di adolescenti come «una fetta marginalizzata della società alla quale assicurare cure mentali di alta qualità».
E in Italia? Non è più rosea la situazione in Europa (e in Italia). Come stimato dall'Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME), già prima della pandemia più di un giovane su sei nell'Unione Europea aveva avuto un problema di salute mentale (il 17,4% dei giovani di età compresa tra 15 e 29 anni in media). Dopo la covid e i lockdown la quota di giovani con depressione è più che raddoppiata in diversi Paesi d'Europa. In Italia la percentuale (per la fascia di età che va dai 16 ai 24 anni) è cresciuta dal 14,4% del 2019 al 24,2% del 2021.
Significa che 1 giovane su 4 soffre di depressione,e proprio nella fase di vita in cui sarebbe necessario un intervento precoce. Oltre a questo aumento della prevalenza, molti giovani europei con problemi di salute mentale pregressi hanno riportato un peggioramento della loro condizione.
Investire nel futuro. «Una politica di sanità pubblica non può non tener conto di tali dati che diventano ancora più significativi se consideriamo che il 20-40% dei ragazzi e degli adolescenti presenta elevati livelli di sofferenza psichica, ma solo meno della metà di questi soggetti giunge all'attenzione dei servizi di neuropsichiatria infantile» ha spiegato in un'intervista al Sole 24 Ore Rosamaria Siracusano, responsabile della Sezione di Psichiatria della SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) e Dirigente medico della Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell'Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli.
L'Italia è fanalino di coda in Europa quanto alla quota di spesa sanitaria dedicata alla salute mentale: il 3,4% di quella complessiva, contro il 10% dei principali Paesi ad alto reddito. In mezzo alle sterili voci di bilancio ci sono i servizi territoriali per la cura della salute mentale che arrancano, e i ragazzi che hanno bisogno di aiuto.