Il criptico discorso di Alessandro Giuli alla Camera - Il Post

9 Ott 2024
Giuli

Martedì il ministro della Cultura Alessandro Giuli, nominato il 6 settembre al posto del dimissionario Gennaro Sangiuliano, ha esposto le linee programmatiche del suo ministero durante un’audizione alle commissioni Cultura di Camera e Senato, nella Sala del Mappamondo alla Camera. Il discorso è stato molto commentato per via della sua estrema cripticità: Giuli ha infatti abbondato nell’uso di citazioni filosofiche, letterarie e alte, e diverse persone sui social network hanno paragonato le sue parole alla famosa “supercazzola”, il discorso senza senso reso celebre dal personaggio interpretato da Ugo Tognazzi nel film Amici miei. 

Giuli ha iniziato il discorso con una parafrasi di Hegel: «La conoscenza è il proprio tempo appreso con il pensiero: chi si appresta a immaginare un orientamento per l’azione culturale nazionale non può che muovere dal prendere le misure da un mondo entrato nella dimensione compiuta della tecnica e delle sue accelerazioni. Il movimento delle cose è così vorticoso, improvviso, così radicale nelle sue implicazioni e applicazioni che persino il sistema dei processi cognitivi delle persone e non solo delle ultime generazioni ha cominciato a mutare con esso».

Poi il suo discorso si è fatto sempre più oscuro, e del resto lui aveva anticipato che stava per iniziare «una parte un po’ più teoretica»: «Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia». Dopo questo passaggio Giuli ha domandato: «Siamo dunque precipitati nell’epoca delle passioni tristi?». Si è risposto subito dopo da solo: «No».

– Leggi anche: Chi è Alessandro Giuli

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