Giulia Penna: «Ho conosciuto mio marito quando avevo 14 anni ...

10 ore ago
Giulia Penna

La voce squillante e allegra di Giulia Penna - content creator, cantante e attrice - si incrina di emozione quando inizia a parlare dell'ultima sua avventura lavorativa, Tale e Quale Show, un programma che ha sognato a lungo perché le permette di uscire dalla community social che tanto la ama e confrontarsi con il pubblico e con un palcoscenico televisivo. Un contesto nuovo in cui, però, vuole portare quello che le ha permesso di avere più 1,2 milioni di follower su Instagram e 1,6 milioni su TikTok: l'autoironia e il sorriso. «È il mio biglietto da visita quando mi presento» dice, «sin da quando ero piccola, sorridere e non prendermi mai sul serio. Chi mai avrebbe scelto di presentarsi in un programma in prima serata con i peperoni ripieni di nonna?».

FEDERICO D’ONOFRIO

Sicuramente chi non la conosceva prima sa perché sono in così tanti a seguirla sui social. Ma il pubblico nuovo le fa venire voglia di mostrare una parte di se un po' più inedita?
«In verità, in tv voglio portare esattamente quello che mostro sui social: la mia totale genuinità. Io sono quella che sta con la nonna, che canta con la mamma, ma che poi riesce a fare un'esibizione anche sexy in tv o calarsi totalmente nel personaggio che sta interpretando. Voglio essere io senza filtri… protesi a parte che devo indossare nel programma».

Nonna, mamma, famiglia… come è stata la sua infanzia e la sua adolescenza?
«Quella di una ragazzina nata e cresciuta nella periferia di Roma in una zona che si chiama, Colle Prenestino, dove ci si conosce tutti. La mia famiglia è sempre stata chiassosa e rumorosa nel senso in cui c'è sempre stata la musica a sottolineare ogni nostro momento. Si cantava, si suonava: le nostre feste erano sempre quelle in cui il volume era più alto. Quindi, per me è stato naturale avvicinarmi al canto e al volermi esibire».

Il primo ricordo di quando era piccola?
«Una foto. Era il mio compleanno, avevo due anni, il microfono in mano e provavo già a cantare con il karaoke».

Il suo primo palcoscenico importante, invece?
«Forse, i social. Ho iniziato quasi per caso perché volevo condividere i video delle mie cover. L'ho fatto iniziando da Facebook, poi è diventata virale una canzone che avevo riscritto in dialetto romano dove prendevo bonariamente in giro gli uomini e, da quel momento in poi, i social sono diventati anche il diario della sua vita».

La presenza costante in questi anni sui social è suo marito con cui siete sposati da un anno ma siete l'uno accanto all'altra da 17 anni.
«La mia roccia. Ci siamo conosciuti quando avevo 14 e sono stata fortunata perché ho trovato subito nella mia vita una persona speciale che mi ha spinto sempre a vedere il bello delle cose e mi ha consigliato con l'obiettivo di farmi realizzare i miei sogni. Quando trovi un uomo del genere e che ti fa stare così bene non puoi fare altro che tenertelo stretto».

La consiglia anche sul lavoro?
«Ovviamente. È la persona a cui affido tutte le mie paturnie, paranoie: è il mio più grande consigliere».

L'autoironia le serve a schermarsi anche dai giudizi negativi che riceve?
«Molte volte sì e questo mi permette di crearmi una scudo dall'esterno. Però, ogni volta che pubblico sui social sento di avere una grande responsabilità: mi domando spesso come possa essere percepito quello che dico e quello che faccio. Sarebbe molto utile se chi si prende la briga di commentare in maniera negativa qualcuno facesse lo stesso tipo di riflessione».

Trova difficile mostrare dei lati meno giovali di se per via di quello che potrebbero dirle?
«All'inizio del mio percorso sui social sì perché ho sempre avuto molta difficoltà nel credere in me stessa. Prima di imparare a conoscermi meglio, non riuscivo a mostrare questa e altre mie fragilità. Adesso, non voglio più farlo: non mi nascondo più, spiego tranquillamente perché sono sparita dai miei profili, perché non avevo voglia di pubblicare o perché mi sono mostrata in un certo modo».

Come va la fiducia in se stessi con un lavoro in cui ci si sente costantemente giudicati?
«Nessuno ci costringe a farlo e siamo noi che, decidendo di salire sul palco o pubblicando un video, ci esponiamo a questo tipo di giudizio. Però, è un po' come guidare costantemente con l'acceleratore schiacciato perché inizi a perdere di vista il giudizio più importante di tutti: il tuo. Grazie alla psicoterapia, ho imparato a riconoscere questi meccanismi e capire come gestirli».

La sua carriera è piena di esperienze: non solo i social, c'è la tv, la radio, il cinema, la musica. Di sicuro le piace sperimentare…
«Lo faccio perché per me è tutto riconducibile a un'unica cosa: esprimere emozioni. Per me, è fondamentale farlo quando interpreto un film al cinema, quando canto una canzone, quando scelgo il tema del mio prossimo video sui social. Per me, questo significa essere un'artista».

Se chiude gli occhi, la prima cosa che le viene in mente pensando a se stessa?
«Ci sono io su un palcoscenico. Tutto il resto arriva dopo».

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