Paola Cortellesi e le ingiustizie dell'essere donna: stasera in tv "Gli ...

7 giorni ago

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Gli ultimi saranno ultimi - Figure 1
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Gli ultimi saranno ultimi - Figure 2
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Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio e Stefano Fresi sono i protagonisti, insieme all’attrice, di questo dramma su quanto sia respingente il mondo del lavoro nei confronti di una madre

Sara Sirtori

Ci sono storie che vanno raccontate al cinema. Paola Cortellesi ce lo sta dimostrando con il suo film campione di incassi C’è ancora domani. Ma l’attrice e regista romana non è certo la prima volta che, attraverso la settima arte, cerca di spiegare fenomeni poco lusinghieri della nostra società. E che riempiono le pagine di cronaca. Gli ultimi saranno ultimi (2015)  è uno di questi film.

Stasera in tv su Rai 2 alle 21.20 va in onda la pellicola di Massimiliano Bruno. Trasposizione cinematografica dell’omonimo spettacolo teatrale scritto e portato in scena dallo stesso duo Bruno – Cortellesi. Il titolo del film è tratto dal breve racconto di Vincenzo Fiore, Esilio metafisico pubblicato prima su Il Mattino e successivamente nella raccolta voluta da Franco Dragone Cairano, Relazioni felicitanti.

La trama di “Gli ultimi saranno ultimi”

Cosa ci fa una donna incinta di nove mesi, impaurita, con una pistola puntata contro un poliziotto? Gli ultimi saranno ultimi  racconta la storia di Luciana Colacci (Paola Cortellesi), donna semplice, operaia in una fabbrica del paese, che sogna una vita dignitosa insieme a suo marito Stefano (Alessandro Gassmann). Meccanico provetto e idealista che si ritrova disoccupato perché non vuole lavorare come dipendente presso altri. È proprio al coronamento del loro sogno d’amore, quando la pancia di Luciana comincia a crescere, che il loro mondo inizia a perdere pezzi.

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Alessandro Gassmann e Paola Cortellesi in una foto di scena del film “Gli ultimi saranno ultimi” (2015) di Massimilano Bruno. Ecco perché è il film da vedere stasera in tv (foto Ansa)

O meglio, è quello di Luciana a finire sottosopra. Lasciata a casa perché incinta e nell’impossibilità di trovarne un altro, deciderà di reclamare giustizia e diritti di fronte alla persona sbagliata. Cioè un ultimo come lei: il poliziotto immigrato dal Veneto, Antonio Zanzotto (Fabrizio Bentivoglio). Un film che, tra risate, bugie, incomprensioni e voltafaccia, racconta le emozioni in tutte le sfumature possibili. Nostro Signore ha detto che gli ultimi saranno i primi… ma non ha detto di preciso quando.

Paola Cortellesi e il limite di sopportazione delle donne

Ci ha messo quasi 10 anni Paola Cortellesi a portare questo soggetto dal palco allo schermo. In teatro interpretava tutti i personaggi. «Raccontavamo soltanto una nottataccia e i personaggi che la popolavano, mentre nel film abbiamo dovuto raccontare il prima», spiegava l’attrice all’uscita della pellicole nelle sale. Dove ha guadagnato 2 milioni e mezzo di euro. «A teatro riuscivo a interpretarli tutti solo grazie alla convenzione teatrale e alla fantasia che a teatro è possibile, ma al cinema no. Per me è stato bello dedicarmi solo a Luciana che qui ha anche il ruolo di narratrice, e mi ha molto emozionato vedere e sentire le battute che io ho pronunciato per centinaia di volte, dette da questi attori straordinari».

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Il tema, però, è quello che dà una forza straordinaria al film. Tante, troppe, di noi hanno subito la stessa sorte. Anche se non siamo tutte arrivate alla conseguenza estrema come nel caso del film. «La domanda è: qual è il limite? Fatti di cronaca terribili ci sono: cosa porta una persona normale, onesta, dalla vita media, a diventare pericolosa e incontrollabile? A Luciana, gradualmente, con una parabola discendente, vengono a mancare gli affetti. Tutto comincia con il lavoro ma è la mancanza del sostegno emotivo che la fa crollare, perde ogni appiglio con la realtà».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Alessandro Gassmann. Marito assente che sembra non capire la situazione. «Non c’è un messaggio politico, ma sociale», ci tiene a sottolineare. «È sicuramente coraggioso e necessario in questo momento. Sono molto coinvolto dal progetto, poi è chiaro che ognuno ha le sue idee politiche, ma non fa parte del mio lavoro di attore parlare di questo».

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La parola chiave del film la dà il regista Massimiliano Bruno. «Dignità è che uomini e donne abbiano le stesse opportunità: dovremmo ricordarci sempre che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, che tutti hanno diritto a un lavoro dignitoso, con cui vivere per quello che siamo».

Amica ©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Sara Sirtori | 20 Novembre 2023

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