Impagnatiello spiega agli psichiatri perché ha ucciso Giulia ...
di Giuseppe Guastella
Secondo la perizia l'ex barman agì «con piena lucidità, senza confusione». Ora rischia l’ergastolo
Non avrebbe mai potuto permettere che le «sue» donne potessero abbandonarlo dopo averlo smascherato pubblicamente: se fosse accaduto, come è accaduto, la sua non poteva che essere una reazione tanto «rabbiosa» quanto lo furono le 37 coltellate con le quali straziò il corpo della compagna Giulia Tramontano, uccidendo con lei anche il bambino di 7 mesi che portava in grembo. Alessandro Impagnatiello è sì il perfetto prototipo del narcisista che non può consentire di essere umiliato, ma questo per i periti della Corte d’assise di Milano non vuol dire che non fosse perfettamente in grado di intendere e volere quando massacrò Giulia.
A disporre la perizia psichiatrica sull’uomo sono stati i giudici del processo in cui Impagnatiello, reo confesso, è accusato di omicidio volontario aggravato, interruzione di gravidanza e occultamento di cadavere. Le indagini dei carabinieri coordinati dal pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella accertarono subito che il 27 maggio 2023 uccise la compagna la quale aveva scoperto che aveva una relazione con un’altra donna. L’omicidio avvenne nella loro abitazione di Senago dopo che le due donne si erano incontrare e confidate nel bar lussuoso del centro di Milano in cui il 31enne lavorava. Dopo aver tentato di bruciare il corpo della donna in casa, tre giorni dopo se ne sbarazzò abbandonandolo tra due garage poco lontano.
Per i periti, lo psicopatologo Gabriele Rocca e lo psichiatra Pietro Ciliberti, il barman è «poco sensibile ai bisogni e ai sentimenti degli altri» e dimostra una «scarsa tolleranza alla frustrazione» ponendo sempre e solo se stesso sotto la luce dei riflettori. In questo quadro, Giulia, che prima era stata «un vanto totale» perché era la donna con la quale pensava di costruire il suo progetto di vita futuro, diventa un ostacolo quando nell’estate 2022 scatta il colpo di fulmine con una ragazza «bellissima» che va a lavorare nel bar dove era «ammirata da tutti». Attrazione irresistibile per un narcisista. «Mi appagava, mi faceva sentire bene», dice ai periti. Ora è lei il suo «vanto», mentre Giulia è sempre più di intralcio quando a novembre 2022 rimane incinta.
La donna, rendendosi conto che la relazione sarà problematica, vuole abortire, ma Alessandro non può accettare che sia lei a decidere la sorte di «suo» figlio e, prospettandole una vita insieme, riesce a convincerla a non farlo, senza però rompere con l’altra. «Ero soffocato da questo castello di bugie», «vedevo il bambino come un ostacolo», dice. Per uscirne progetta di ucciderla (dichiara che voleva solo farla abortire) somministrandole di nascosto veleno per topi. Non ci riesce.
La situazione precipita il 27 maggio quando le due decidono di incontrarsi e dirsi tutto proprio nel bar e di fronte a lui. Impagnatiello non tollera di essere ridicolizzato davanti ai colleghi: «Avevo supplicato (Giulia, ndr) di non venire al lavoro». Fugge, rientra a casa. «Distrutto... Tutto era crollato... Era crollata la mia immagine a lavoro». Si sente perso, immagina che Giulia non gli avrebbe mai permesso di vedere il loro bambino dopo la nascita. «Ho visto tutto svanito, la mia sconfitta»: intollerabile per un narcisista. E allora l’unica soluzione che trova è eliminare la fonte della sua frustrazione con il coltello e con il fuoco. «Tutto insensato», riconosce ora davanti ai periti, perché «non era come buttare una caramella, non si può, almeno per quanto ne so io, polverizzare un corpo».
Tenta, inutilmente, di manipolare anche loro «indirizzando l’indagine lungo i binari a sé favorevoli». In realtà, per i professionisti, ha solo dimostrato di avere «scarse capacità empatiche, di riconoscimento dei bisogni degli altri» mettendo in luce «rigidità a matrice narcisistica». Ciò non vuol dire che non fosse in grado di intendere e volere, cosa che lo renderebbe non imputabile. Quel tragico 27 maggio 2023, Alessandro Impagnatiello agì «con piena lucidità, senza confusione». Rischia l’ergastolo.
16 ottobre 2024 ( modifica il 17 ottobre 2024 | 07:24)
© RIPRODUZIONE RISERVATA