Processo Impagnatiello, oggi, parla la 23enne con cui aveva una ...

7 Mar 2024
Impagnatiello

diCesare Giuzzi e Giuseppe Guastella 

La drammatica testimonianza della ragazza italoinglese al processo ad Alessandro Impagnatiello. Mostrato in aula un video girato la sera del suo compleanno, in cui il barman afferma: «Spero che a settembre saremo ufficialmente fidanzati»

I mesi della relazione con il collega di lavoro Alessandro Impagnatiello, l’aborto e poi la scoperta della gravidanza della compagna di lui, Giulia Tramontano, attraverso le fotografie trovate sul tablet e il crollo delle bugie. È iniziata nell’aula della Corte d’assise la terza udienza del processo per l’assassinio di Giulia Tramontano. Sul banco dei testimoni c’è la ragazza 23enne italoinglese, ex collega di lavoro, con cui il barman 30enne aveva una relazione parallela a quella con la vittima. La ragazza è protetta da un paravento per motivi di sicurezza. 

La testimonianza della collega di lavoro di Impagnatiello

Una testimonianza drammatica, interrotta in alcuni momento a causa dello choc e della commozione della ragazza, specie quando ha ricordato la sua gravidanza e il successivo aborto e la scoperta dell'altra relazione dall’analisi delle immagini trovate su tablet e cellulari. Il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il sostituto Letizia Menegazzo hanno chiesto alla ragazza anche del falso test del Dna con cui Impagnatiello aveva cercato di convincere l’amante che il figlio di Giulia non fosse suo: «Mi ha dato il test in una bustina - ha spiegato -. Ho capito subito che fosse falso, poi infatti ho trovato il file excel usato per crearlo». La 23enne ha anche raccontato che il barman le aveva detto che Giulia era «bipolare» e che «voleva uccidersi» e per questo era costretto a starle vicino. «Non sapendo come gestire la situazione volevo aiutare Giulia, farle capire, darle qualcosa di concreto e farle capire cosa stava succedendo», ha detto la ragazza.

In aula è stato mostrato il video realizzato la sera del compleanno della giovane. I due erano a cena fuori in un noto locale di Milano in zona piazza Baiamonti e lui, davanti a un bicchiere di vino bianco e in abiti eleganti, «ha detto che voleva solo stare con me ed ero la donna della sua vita». A un certo punto Impagnatiello, nel filmato, dichiara: «Da settembre (2023) spero saremo ufficialmente fidanzati». Poi la ragazza ha ricostruito i momenti tra il 20 e il 27 maggio, in cui lei ha comunicato a Impagnatiello di voler interrompere la relazione. «Lui ha continuato a negare di essere il padre del bambino». Poi la decisione di chiamare Giulia: «Ero convinta perché mi sono detta: prima di partorire lei deve sapere chi ha davanti. Lui mi ha detto “Chiamala se non mi credi”, ma io avevo già intenzione di farlo». 

La telefonata con Giulia Tramontano

Poi, interrogata dal pm Menegazzo, ha ricostruito il contatto telefonico con Giulia, la sua proposta di incontrarsi di persona e l’appuntamento. «Lui ha scoperto che l’avevo sentita ed era inc... con me, perché aveva capito che era finita»: «Entrambe volevamo che lui partecipasse all’incontro ma lui è uscito prima dal lavoro per non farlo». Nel corso del confronto le due ragazze si raccontano delle «scoperte» fatte in quei mesi «l’una dell’altra»: «Le ho raccontato di quando ci siamo conosciuti, della nostra relazione: da una parte Giulia non era choccata, le ho solo confermato i dubbi che aveva».

I messaggi vocali tra le due donne

Poi sono stati trasmessi alcuni messaggi vocali che Giulia e la ragazza si sono scambiate dopo l’incontro. In uno lei chiede alla vittima «ma il figlio è suo? Lui è il padre?» e racconta della sua gravidanza «negli stessi giorni» e del suo aborto: «Mi ha giurato che lui non è il padre, ti prego devo sapere chi è il padre di tuo figlio». Durante la proiezione dei video e la diffusione dei messaggi audio negli altoparlanti, Impagnatiello ha seguito l’udienza dalla gabbia senza mai alzare gli occhi. In aula è stata sentita anche la voce di Giulia, in risposta ai messaggi, in cui ha raccontato di aver dovuto occuparsi dell’arredo della «stanza dei bambini da sola»: «Che pezzo di m…». Durante la diffusione degli audio la 23enne è uscita dall’aula. Quando la 23enne è uscita dall’aula ha girato la testa fissando Alessandro Impagnatiello per qualche secondo. Sguardi lanciati anche dopo essere tornata in aula ed essersi seduta a testimoniare. Al rientro ha fatto togliere il paravento che ne proteggeva il viso.

La 23enne, dopo aver ripreso a testimoniare, ha prima raccontato il cambio di tono nei messaggi che s’era scambiata con Giulia il 27 maggio dopo essersi incontrate al pomeriggio. In particolare, da un «Non sono stata sincera con te» partito dal telefono della vittima, ha capito che c'era qualcosa che non andava: «Non l’ho più riconosciuta. Era freddissima» (in realtà era Inpagnatiello a scrivere, Giulia era già morta). Poi ha ricordato di essersi sentita con Impagnatiello chiedendo dove fosse Giulia. Lui ha prima risposto che la fidanzata dormiva, poi che era da un’amica. Alla fine hanno fatto una videochiamata. Impagnatiello mostra la sala e la camera ma «non il bagno»

«Mi diceva di volermi vedere, di venirmi a prendere al lavoro. Ma io non volevo salire in macchina con lui. Così mi ha portato a casa un collega. Ho visto che mi stava aspettando alla fermata del tram. Ma sono entrata in casa facendo un’altra strada. Continuava a chiamarmi e a chiedermi di farlo entrare. Alla fine mi ha chiesto di parlare dalla finestra. Ho accettato». Succede tra l'una e le due di notte. «Era molto agitato. Gli ho dato un quarto d’ora. Ha continuato a negare tutto. Poi è andato via. Durante la conversazione ha chiesto ancora di entrare ma ho risposto di no». Il giorno dopo si rivedono al lavoro. Il barman 30enne aveva finito il turno, intorno alle 16. La 23enne stava bevendo un caffè con alcune colleghe. «Quel pomeriggio ho notato dei guanti in lattice che uscivano dallo zaino. Ho fatto una foto, era qualcos’altro per farmi preoccupare ancora», ha spiegato. La 23enne ha poi contattato la sorella di Giulia, Chiara, la quale ha confermato che Giulia non avesse mai manifestato problemi né che avesse provato a uccidersi. La ragazza ha poi aggiunto che «Giulia mi diceva di non essere felice, lei subiva la mancanza, l'assenza di Impagnatiello. Mi diceva che in casa se lui diceva di fare una cosa, si faceva così». «Ti prego salvati, appena puoi salvati tu e il tuo bambino», le aveva scritto la giovane italoinglese. «Soffro ancora per l'aborto, da una parte lo volevo tenere, per questo adesso voglio e devo salvare te».

Il post Instagram della sorella di Giulia Tramontano

Intanto, poco prima dell'udienza, la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, ha scritto su Instagram: «Una sola condizione: ergastolo a vita». 

La mamma di Giulia: «Rottamare quell'auto»

«Tramite i nostri legali ho saputo che la macchina di Impagnatiello (una T-Roc bianca), sulla quale si trovava il corpo di mia figlia, è stata acquistata dalla compagna del fratello dell’imputato. Voglio rottamarla. Non voglio più vederla in giro, non pensare che su quell’auto ci salga altra gente», ha detto in aula la mamma di Giulia Tramontano, Loredana Femiano. Nel suo racconto viene ripercorsa la relazione tra Giulia e Impagnatiello dalla loro conoscenza nel 2021 fino alla scomparsa della 29enne e la successiva salita della famiglia da Sant’Antimo a Senago nella notte tra il 28 e il 29 maggio di un anno fa. «Già da dicembre Giulia mi diceva che aveva mal di stomaco e che l’acqua sapeva di ammoniaca». 

Il baby shower per il piccolo Thiago

La mamma di Giulia ha poi raccontato del baby shower organizzato a marzo nella casa di Senago per scoprire il sesso del bambino, il piccolo Thiago. I parenti di Giulia a Sant’Antimo e quelli di Impagnatiello proprio a Senago. In quel momento Impagnatiello ha alzato lo sguardo e ha guardato il video proiettaro in aula. Per poi mettersi a piangere. «Quando lui è venuto a trovarci a casa per conoscere la famiglia ci ha detto di volere da Giulia un figlio entro il 2022 al massimo», ha detto la madre di lei. Poi quando Giulia ha scoperto di essere incinta, ecco i continui cambi di idee e le bugie sulle relazioni con altre donne. «Sono rientrata al lavoro dopo tanto tempo. Lavoro con i bambini disabili e vedere dei bimbi mi dà un’angoscia immane. Non usciamo più. Non ho più una vita. Con l’inizio del processo le cose sono anche peggiorate, perché se n’è tornato a parlare», ha concluso la madre di Giulia.

La madre di Impagnatiello: «Tracce di sangue sulle scale»

«Stavo salendo le scale della loro casa di Senago e avevo notato delle macchie strane. Poi scendendo con Alessandro, le ho viste ancora. Gli ho chiesto: "Ma guarda, cos’è? Sangue?". "Sì, forse è di un insetto", mi ha risposto». A parlare è la mamma di Alessandro Impagnatiello. La donna, circondata da un paravento bianco così da non essere vista dal pubblico in aula, ha raccontato i momenti precedenti e successivi all’uccisione di Giulia Tramontano. Tra cui anche quelle strane «macchie di sangue» lungo le scale. «Giulia aveva chiamato a casa di mio figlio maggiore dicendo che aveva parlato con un’altra ragazza che le aveva raccontato di una relazione con Alessandro», ha continuato. >Sono andata a casa loro e lei ancora parlava con la ragazza. L’ha voluta incontrare, a Milano. Subito non voleva farsi accompagnare. Le ho detto che non l’avrei seguita. "A piedi non ci vai, ti porto alla metro", le ripetevo. E cosi abbiamo fatto, come al rientro». L’incontro finisce e Giulia ritorna: «Voleva lasciarlo. Mi ha detto: "Aspettati che entri un’altra donna". "A casa mia una donna non ci entra più", ho risposto». 

La testimonianza della mamma arriva anche a domenica 28, quando viene denunciata la scomparsa di Giulia. «Le avevo mandato un saluto con la mano su WhatsApp ma non l’ha ricevuto. Mi ha cercato anche la mamma di Giulia. Allora sono andata a casa loro pensando avesse fatto qualcosa di brutto per il dispiacere di aver scoperto l’altra relazione di Alessandro. L’ho cercata in casa con il mio compagno ma non c’era. Abbiamo controllato anche nel box, ma la chiave entrava senza girare. Della cantina invece non avevamo la chiave. L’unica cosa strana è stata trovare la borsa di Giulia sopra il tavolo». Poco dopo viene presentata la denuncia ai carabinieri: «Ho chiamato Alessandro che urlava "Dov’è Giulia? Dov’è Giulia?". La mamma dell’imputato, tra alcune pause per le lacrime, ha detto che Impagnatiello le diceva di «voler aspettare due anni per un figlio». Il ragazzo le avrebbe anche chiesto di non parlare ai carabinieri del box, facendo riferimento alla presenza di alcune piante di marijuana.

Il fratello di Impagnatiello: «Mi disse di amare Giulia»

In aula anche il fratello di Impagnatiello. «Eravamo come migliori amici, legatissimi - ha detto -. Mio fratello mi confidò di aver avuto una relazione con un'altra ragazza, ma mi disse di amare Giulia e di voler stare con lei. Dal suo atteggiamento non destava dubbi». «Ci fu un progetto di aprire un cocktail bar insieme - ha aggiunto ancora -, poi scoppiò il Covid. Eravamo molto uniti», ha aggiunto. 

L'odore di benzina proveniente dal bagagliaio

«Quando cercavamo Giulia ci siamo mossi nel modo migliore possibile, Alessandro era collaborativo, non nascondeva niente anche ai carabinieri, fino a quel momento ho creduto all'innocenza di mio fratello. Il suo atteggiamento non sollevava dubbi. Qualsiasi informazione utile la giravamo subito ai carabinieri» ha raccontato ancora Omar Impagnatiello. Tre particolari sospetti sono emersi dalla tua testimonianza: Impagnatiello non dice ai carabinieri, ai quali denuncia la scomparsa di Giulia, di avere un garage. Anzi scrive un messaggio alla madre: «Non dire niente del garage». «Il mio ragionamento - ha detto il fratello - era che potevano esserci delle piantine di marijuana». Sospetto anche il «forte odore di benzina» proveniente dal bagagliaio dell'auto dell'imputato. Poi il lunedì, due giorni dopo l'omicidio, «mi disse che doveva sistemare il garage e non ha voluto che andassi con lui, è passata mezz'ora e sono sceso. Vidi lui che spazzava il pavimento, lui era molto sudato, a oggi dico agitato» ha spiegato. «Ho notato la classica polvere di un pavimento di un garage, ma ho anche notato l'odore di bruciato, un odore intenso, forte, particolare. Lui disse che una lampada aveva bruciato della plastica». 

«Giulia era arrabbiatissima»

Il fratello dell'imputato ha ricordato anche le ore precedenti il delitto, quando ha ricevuto una telefonata di Giulia: «Era molto agitata perché era venuta a conoscenza della relazione di mio fratello, era arrabbiatissima, mi mandò un video e delle foto mandate dall'altra ragazza. Giulia a quel punto voleva lasciarlo». Ma ha svelato anche che a fine dicembre del 2022 Giulia «aveva deciso di abortire a inizio gennaio, ma mio fratello alla fine l'ha fermata. Non mi ricordo esattamente come glielo ha impedito». L'omicidio di Giulia e l'arresto «ci ha cambiato la vita, l'ha cambiata a tutti. Eravamo migliori amici, ho imparato con lui cosa vuol dire essere fratelli», ha concluso.

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7 marzo 2024 ( modifica il 7 marzo 2024 | 18:06)

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