Mentre su Canale 5 imperversa la nuova era del Gf Vip, La7 tira fuori dalla manica l’asso della stagione: Alessandro Barbero. Dopo aver collaborato per diversi anni con la Rai, il divulgatore storico, dalla grande popolarità per le sue lezioni online (video e podcast), ha infatti debuttato ieri sera con un programma interamente suo, In viaggio con Barbero.
Di che si tratta? È composto da una struttura in due parti. Il racconto di sé stesso e del suo rapporto con la Storia durante il viaggio che precede la seconda parte, ovvero la lezione-spettacolo che lo contraddistingue da sempre, registrata lo scorso 1 luglio al Festival di Teatro Antico di Veleia, davanti a una platea di quasi mille persone.
Oggetto della prima puntata “Democrazia e Dittatura”. Ma il viaggio si concentra interamente sulla parola Democrazia, da sempre opposta a quella di Dittatura.
“Il contrario della Democrazia è Dittatura?” “Oggi sì” – risponde Barbero “Precedentemente era Monarchia”. Si racconta la storia della Democrazia, nata in Grecia, ma decisamente distante dai concetti di tolleranza e libertà. Si passa tra l’impero Romano, il Medioevo, e l’Età Moderna. “È nel Rinascimento che si riscopre la parola, con Tommaso Garzoni, che scriveva “Quando la moltitudine ingiustamente oppressa tratta dall’ira e spinta da furore decide di vendicare gli oltraggi ricevuti, subito ne nasce la democrazia, cioè l’amministrazione del popolo”. Dall’Età Contemporanea con le rivoluzioni si pensava che si potesse cambiare qualcosa. Si arriva al Fascismo, di cui gli esiti sono ben noti. Ai giorni nostri, il monito finale di Barbero è abbastanza chiaro: “Attenti alle trasformazioni che sta attraversando oggi la nostra democrazia”
La divulgazione, soprattutto storica, è importante. Una figura autorevole come il Professor Barbero era l’unica possibile per un’offerta di questo tipo, soprattutto con l’obiettivo di agganciare i giovani, che da tempo lo seguono sul web. In viaggio con Barbero ha un solo difetto, però: c’è troppo Barbero. Qualcuno potrebbe obiettare: “qual è il problema? È sempre stato così”. Non bisogna mai dimenticare però che la tv è fatta di immagini, non è un podcast o una lezione universitaria su Youtube. Forse sarebbe stato necessario, soprattutto nella seconda parte del programma, quello della conferenza a Veleia, qualche immagine di repertorio che assolvesse alla funzione di stacco. Un esempio, sulla medesima rete, guardando all’operato del compianto Andrea Purgatori su Atlantide. La voce magnetica catturava lo spettatore, ma era comunque supportata da immagini. Dunque, non basta copiare e incollare il format di una star dei social. Piccola divagazione. Ma al di là di questo, finché esiste un’offerta culturale “pop” ben venga. È sempre più difficile appassionare e coinvolgere pubblico su temi culturali. Non facciamoci scappare quest’opportunità (come fatto da qualcun altro).