Io Canto Generation, le pagelle definitive: Rovazzi ignora (voto 4), la ...
di Grazia Sambruna
La seconda edizione di 'Io Canto Generation' è giunta al termine. Vediamone i protagonisti vip, tra promossi e bocciati.
Uno dei picchi di potenza di questa edizione lo dobbiamo alla nuova caposquadra Lola Ponce. Non che abbia aperto bocca poi molto, all’infuori del canto. Ma l’unica volta in cui si è arrischiata a spiccicar verbo, lo ha fatto con grande furia passivo-aggressiva. E gliene siamo grati assai. Nella puntata dedicata ai successi festivalieri, la nostra interpreta ‘Colpo di Fulmine’ che, in coppia con Giò Di Tonno, l’aveva portata al trionfo sul palco dell’Ariston nel 2008. A margine della potente performance, i giurati, in primis Rovazzi, ammettono di non conoscere il brano. Così, lei si indigna: “Ma come fate a non sapere una canzone che ha vinto Sanremo?! Comunque, l’ha scritta Gianna Nannini a cui sono grata ancora oggi ed è sempre una grande emozione per me poterla interpretare”. Ponce esce di scena livida. Chissà cosa sarà successo, poi, appena si son spente le telecamere. Purtroppo, non lo sapremo mai.
Assente alla prima puntata perché, immaginiamo, avesse qualcosa di meglio da fare, il giurato Al Bano quando c’è, si sente. Gerry Scotti gli mostra un video in cui, durante un concerto, il leone di Cellino San Marco s'inerpica su un’impalcatura e il nostro risponde: “Io queste cose le ho sempre fatte, solo che un tempo non venivano considerate notizie. Poi sono arrivati i Rolling Stones e gli U2 a copiarmi”. Quella per il ‘plagio’ è una vera e propria ossessione da parte del cantante col panama bianco. Ricordiamo tutti, perché fa parte del dna di ogni italiano che possa dirsi tale, la causa andata avanti per anni tra la voce di ‘Felicità’ e Michael Jackson, da lui accusato di essersi ispirato un po’ troppo ai suoi versi. Se ciò rientra, dopotutto, nel folklore, Al Bano si becca questa bocciatura per aver proposto alla baby fenomeno Namite di fare, addirittura, un disco insieme. È già abbastanza fastidioso quando i giudici promettono collaborazioni nei talent in cui a sfidarsi sono maggiorenni. Visto che tanto, poi, non succederanno mai, perché illudere pure i bimbi? Troviamo evitabilissimo.
“Hai il lato B più bello d’Italia!”. Così la sempre ferocissima Iva Zanicchi grida ad Anna Tatangelo post esibizione intensa. Esibizione canora, intendiamo. La destinataria sprofonda d’imbarazzo, l’Aquila di Ligonchio se ne frega: oramai è in modalità mistica Ultras. Oltre al ‘catcalling’, comunque, c’è di più: la giurata, cuore di portinaia, racconta che Orietta Berti avrebbe avuto diversi flirt prima di incontrare il marito Osvaldo. Un gossip ben lontano dalla verità storica, ma a Zanicchi tutto si concede, specie perché, d’emblée, è in grado di tirar fuori rumor tanto fantascientifici quanto micidiali: lo sapevate, per esempio, che Ricky Martin avrebbe regalato un prezioso anello a Orietta Berti, sempre lei, nel corso di una nottata caliente in quel di Madrid? Ecco, infatti, nemmeno lui. Se Berti è nonna di Sandokan (ne scriveremo a breve), Zanicchi di Pollon Cambina Guai. Irrinunciabile.
Come mai sia lì abbiamo smesso di domandarcelo, oramai. E non certo per aver individuato uno straccio di motivazione valida. Fabio Piccolrovazzi, questo il suo vero nome all’anagrafe, nel corso dell’edizione appena conclusa ha dimostrato soprattutto di ignorare. Per esempio, ammettendo di non aver mai sentito in vita propria ‘True Colors’ di Cindy Lauper. Poco male, è noto che spesse volte si possa imparare molto dai bambini. “Mi sembri la reincarnazione di Antonella Ruggiero”, così il giurato si è complimentato con una baby ugola d’oro a margine della cover di ‘Ti Sento’, Maria Bazar. La cantante, comunque, è tuttora tra noi. Pare un filo prematuro possa ‘reincarnarsi’. Inoltre, la giovane promessa che girava col trattore in tangenziale per andare a comandare mantiene sempre il brutto vizio di leggere da una cartellina - lo fa anche Claudio Amendola - gli elogi ai concorrenti bonsai al momento delle votazioni. Tutto molto interessante mai, Rovazzi sta in quella giuria come quintessenza della “vastità”.
L’Usignolo di Cavriago cinguetta ancora. Ma, soprattutto, graffia come solo una tigre della Malesia. Orietta Berti, che per comodità potremmo anche definire la nonna di Sandokan, ha messo in atto un processo di piena evoluzione dalla prima all’ultima puntata. All’inizio, si lasciava levare la parola fin troppo spesso dai caciaroni colleghi di giuria Iva Zanicchi e Al Bano. Ora della Semifinale, la situazione s'è ribaltata: vige, infatti, un regime totalitario retto dalla stessa Orietta che, sbuffando, decide se concedere o meno il permesso di intervento agli altri due. Che obbediscono, ammaestratissimi. Berti è libera più dell’Amanda di un noto brano sanremese firmato Al Bano e, per sottolineare il proprio ruolo di sommo predominio, si definisce “ghepardo rosa”. Nessuno può mettere Orietta in un angolo, una storia a lieto fine.
In un certo senso ammiriamo, lo abbiamo già scritto, la pervicace resilienza di questa donna. La ex orsolina Suor Cristina Scuccia, dopo aver vinto ‘The Voice 2014’ in abito monacale suscitando grande clamore per una settimana, forse meno, si è rifiutata di restare nell’infinito universo delle meteore televisive. Sciolti indugi e voti, dunque, è tornata in tv per raccontare la propria storia di cambio vita, guadagnandosi un posto da (tediosa) protagonista all’Isola dei Famosi. In mezzo ai cocchi, ha lasciato intendere per l’intera edizione di poter essere coinvolta in una relazione, diciamo, tutta al femminile. Un gossip che non si è dimostrato vero mai, ma portato avanti con grande tenacia. La stessa con cui Scuccia si ripresenta qui, sul palco di ‘Io Canto Generation’, travestita da sesta Spice Girl, ovverosia intrappolata in un brutto flashback degli anni Novanta. La voce è quella di un usignolo, il carisma resta da platessa. Specie quando, probabilmente a causa di un comprensibile retaggio passato, si mette a predicar sermoni invitando tutti a ricercare la propria reale autenticità. E la sua, almeno a livello televisivo, quale sarebbe, di grazia?
14 novembre 2024
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