Irama: "Da una parte leggevo Nietzsche dall'altra c'avevo Amici"

20 Dic 2023
Irama

Filippo Maria Fanti in arte Irama ha dato il via alla sua carriera con la partecipazione al festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte del 2016 con "Cosa resterà". Sempre nel 2016 il musicista di Carrara pubblica "Irama", il suo primo album. Due anni più tardi, nel 2018, si impone nel talent televisivo Amici di Maria De Filippi e pubblica il suo secondo lavoro, "Giovani". Il terzo album, "Il giorno in cui ho smesso di pensare", giunge nel febbraio 2022 in contemporanea con il quarto posto ottenuto al festival di Sanremo con "Ovunque sarai". Il disco raggiunge il primo posto della classifica e certifica lo status di

Irama sul panorama del pop italiano. Quest'anno ha stretto un sodalizio con Rkomi pubblicando l'album "No stress" (leggi qui la recensione) supportato da una serie di concerti. Oggi è il compleanno di Irama, il suo ventottesimo. Lo festeggiamo riproponendo all'attenzione "Il giorno in cui ho smesso di pensare", il suo ultimo lavoro solista. Più sotto la recensione del disco scritta per noi da Ernesto Assante.

Ci sarebbe bisogno di ridisegnare completamente la mappa del pop italiano dopo tutto quello che è accaduto negli ultimi anni, soprattutto negli ultimi due, compresa l’esplosione sanremese del 2021. Anzi, l’edizione di questo anno, da poco conclusa, ci aiuta a capire, potrebbe aiutarci a capire, se è vero che alcuni artisti delle generazioni più giovani stiano davvero provando a definire un nuovo mainstream, aggiornato ai tempi.

In positivo, dunque, anche questo nuovo album di Irama prova a mettersi in questo solco di mainstream rinnovato, nel quale le forme e le formule, quelle che hanno ingabbiato il pop di consumo nazionale per più di dieci anni, sono rimesse in discussione.

Non abbattute, non abbandonate, sia chiaro, Irama non è certo un giovane rivoluzionario, è pur sempre una star del pop, ma rilette dal suo punto di vista, quello di un artista nato nel pieno del cambiamento, passato da "Amici", approdato a Sanremo e alla ricerca di una nuova maturità, attorno alle mille strade che il suo pop può prendere “Il giorno in cui ho smesso di pensare” è un disco con molti spunti, qualche limite e tante speranze. Gli spunti migliori sono quelli in cui Irama lascia andare la voce, segnalandosi ampiamente come uno dei migliori cantanti della sua generazione, potente, graffiante, ma anche appassionato.

I limiti sono nei pezzi che hanno poca motivazione se non quella di essere hit single, che ancora giocano un ruolo nella tracklist e probabilmente anche nella personalità di Irama. Le speranze sono moltissime, le si nota nei brani dove Irama gioca con il pop in maniera libera, senza badare all’urban o al mainstream, o lì dove parla di se e del suo ‘essere in mezzo’, quello che “E se da una parte leggevo Nietzsche dall’altra c’avevo Amici”, quello che quando sceglie la melodia lo fa alla maniera di “Goodbye” o della sanremese “Ovunque sarai”, o di “Baby”. che non saranno originalissime ma sono credibili, forti.

Il pregio dell’album è nella sua varietà, nella libertà con cui Irama si è mosso tra suoni, melodie, atmosfere e temi differenti, senza lasciare nulla di intentato. E’ un passo avanti, insomma, c’è ancora una quota di indecisione, ma la strada sembra aperta verso un futuro sempre più interessante.

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