Rugby, Italia-Nuova Zelanda risultato 11-29: azzurri ko ma a testa alta

Italia-Nuova Zelanda rugby

di Domenico Calcagno

Un’Italia solida, che non si fa intimidire, che fa il possibile e in alcuni momenti anche l’impossibile per rovinare la serata degli All Blacks. Gli azzurri cedono ma a testa alta

La tempesta annunciata e temuta non si scarica sul prato dello Stadium. Gli All Blacks non passeggiano, devono anzi impegnarsi in un brutale corpo a corpo per piegare un’Italia diversa rispetto alle partite con Argentina e Georgia. Un’Italia solida, che non si fa intimidire, che fa il possibile e in alcuni momenti anche l’impossibile per rovinare la serata dei fenomeni. Che vincono 29-11 perché sono migliori, ma non riescono a farci troppo male.
La haka è la solita per noi, la Ka mate e non la Kapa o pango. Sarà sempre così per una questione di rispetto: un battaglione di maori la eseguì prima di andare all’assalto a Cassino nel 1944. I neozeolandesi non lo hanno dimenticato. 

L’Italia parte contratta. Sbaglia, ma lotta, placca, spinge e respinge. Si accorge presto che anche gli All Blacks, sotto pressione, sbagliano. E comincia a crederci. Calcio di Garbisi, calcio di Beauden Barrett, altro calcio di Garbisi. Dopo 20 minuti gli azzurri sono davanti e i neri in 14 (giallo al capitano Scott Barrett). Un anno fa a Lione, al 20’ la partita già scappa via. Ma basta un errore, uno solo, per prendere la prima meta di Roigard. È dura la vita contro i migliori (o quasi, considerando il Sudafrica), quando pensi di averli messi in difficoltà ti castigano, anche se sono in meno, anche se non sembrano in serata di particolare grazia, anche se davanti hanno una squadra, come l’Italia di ieri, cattiva, decisa, resiliente.

È lotta senza quartiere e senza paura ed è bello vedere che l’Italia ha ancora dentro quella tigna che l’ha fatta grande nel Sei Nazioni, quella voglia di competere senza farsi intimidire e senza risparmiarsi. È bello vedere l’Italia capace di imporre il suo ritmo, di rallentare palla e gioco, di non subire quello travolgente degli All Blacks. Il finale del primo tempo è però pura resistenza, si gioca nei 22 metri azzurri e Jordan, l’estremo elegante e letale, trova un varco e affonda. Ma il 6-17 a metà partita non fa troppo male.
Si riparte ed è ancora l’Italia a mettere spalle al muro gli All Blacks, accampandosi a ridosso della linea di meta avversaria. Arriva un altro giallo (a Lienert-Brown). Ma non si passa.

La partita è bloccata. Gli spazi sono minimi, nemmeno gli All Blacks riescono a trovarli. Gli azzurri sembrano moltiplicarsi e nemmeno un attacco di 15 fasi fa saltare il catenaccio italiano. A 13 minuti dalla fine arriva un giallo per Ferrari e in 14 diventa sempre più difficile. Da una mischia ai 5 metri la Nuova Zelanda si apre, Beauden Barrett serve con un passaggio lunghissimo Telea. È la meta che chiude ma non abbatte l’Italia che segna con Menoncello e ne regala una al solito Barrett. Non basta per vincere, ma per una volta gli azzurri hanno messo paura agli All Blacks.

23 novembre 2024 ( modifica il 23 novembre 2024 | 23:22)

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