Italia, Gravina e Spalletti destino incrociato: cosa accadrà

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E ora? Una notte di riflessioni, di colloqui e con lo sguardo rivolto alle prossime 24 ore, non tanto al futuro, valutando quali saranno le reazioni in Italia del mondo politico e sportivo in relazione al nuovo fallimento. La conferenza stampa di chiusura Europeo si terrà oggi (12.30) a Casa Azzurri. La Nazionale è ancora in Germania. Nella notte ha raggiunto il ritiro di Iserlohn, a quaranta chilometri da Dortmund. Gravina e Spalletti hanno cominciato a parlare sul pullman diretto in aeroporto a Berlino. Questa mattina, è ovvio, dovranno rendere conto all’Italia e manifestare con chiarezza come far ripartire il calcio azzurro. Ma sono loro stessi in attesa di giudizio. Vinciamo con le giovanili e basta. La Nazionale sta infilando un fallimento dietro l’altro. Due mancate qualificazioni al Mondiale (l’ultima partecipazione in Brasile nel 2014) e non abbiamo difeso con dignità il titolo europeo del 2021. Gli eroi di Wembley trasfigurati nella resa di Berlino. 

Futuro Spalletti, la linea di pensiero: lo scenario

Spalletti, subito dopo il tracollo con la Svizzera, ha chiarito l’intenzione di restare con una postilla: doveva ancora confrontarsi con Gravina, rimasto in silenzio e invisibile nella pancia dell’Olympiastadion. Lucio è assunto le proprie responsabilità, dal suo punto di vista ha voglia di andare avanti, impostando un progetto a lungo respiro. Una scelta compiuta l’estate scorsa, quando accettò con entusiasmo l’incarico a Ferragosto, entrando in corsa dopo le dimissioni di Mancini. Ha chiuso con i club e non vuole certo terminare un’esperienza azzurra ancora in fase embrionale. Non ha avuto tempo, è stato condizionato dagli infortuni. È chiaro ci sia stato qualche errore di valutazione. La Nazionale non aveva un’identità precisa e ha evidenziato una forma scadente. Le analisi con lo staff verteranno sulla condizione atletica del gruppo, ma il futuro del ct (sotto contratto sino al Mondiale 2026) sarà inevitabilmente legato alle dinamiche di via Allegri. Lo ha ingaggiato Gravina, da tempo sotto pressione e vicino alla scadenza del mandato federale. Subito o tra pochi mesi si potrebbe ritrovare con un altro presidente.  

Gravina nel mirino della politica

L’attuale governance della Figc crede in Spalletti e continuerà a difenderlo, anche se la gestione del torneo in Germania ha sollevato inevitabili perplessità. Agli ottavi si poteva uscire, ma nel complesso gli azzurri hanno deluso. A settembre si riparte con la Nations League. Girone durissimo con la Francia di Mbappé, il Belgio di Lukaku e Israele. Tra marzo e giugno 2025 scatteranno le qualificazioni mondiali. Il punto focale riguarda più Gravina di Spalletti. Il presidente difese il posto e andò avanti nel 2022 dopo la notte di Palermo e il ko con la Macedonia. In queste ore, è prevedibile, torneranno a farsi sotto i suoi nemici, non solo in ambito sportivo. A Palazzo Chigi non gode di grandissimi appoggi: il ministro Abodi e Malagò, presidente del Coni, ascolteranno le valutazioni di Gravina. Le prossime elezioni in via Allegri sono previste a marzo. Conserva il controllo di larga parte delle componenti federali, ma il rapporto con la Lega di Serie A non è mai stato disteso. Questa mattina scopriremo cosa hanno partorito i lunghi silenzi di Berlino, dove abbiamo visto solo la faccia di Lucio. 

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