Beccalossi: “I rigori sono tremendi, a Jorginho ora serve l'aiuto dei ...

20 Nov 2023

Lo sguardo, le movenze, i malcelati timori dietro alla maschera di determinazione. A vedere camminare Jorginho verso il dischetto, sembrava di assistere a uno dei più noti sketch del comico Paolo Rossi: la parodia dei due rigori sbagliati in otto minuti da Evaristo Beccalossi contro lo Slovan Bratislava nel 1982 in Coppa delle Coppe. “Quella gag mi diverte. Io e Paolo siamo amici, siamo anche saliti sul palco insieme. Mi ha aiutato a ridere di un momento difficile della mia vita di calciatore”, dice oggi il Becca.

Jorginho - Figure 1
Foto La Repubblica

Cosa deve fare ora Jorginho?“Recuperare la serenità che serve per calciare i rigori. Ma è più facile a dirsi che a farsi. Io non l’ho più trovata. Dopo quella sera, vista da undici metri di distanza, la porta ha cominciato a sembrarmi piccolina”.

E dire che a calciare i rigori lei era bravo.“Prima della gara con lo Slovan ne avevo segnati nove o dieci di fila, di destro e di sinistro, senza pensare. È quello che ti frega dal dischetto: i pensieri”.

Adesso negli staff delle squadre ci sono psicologi.“Sì, ma resto convinto che i veri psicologi in questi casi siano compagni e allenatore. Se Spalletti e gli altri azzurri riusciranno a motivarlo, magari Jorginho uscirà da questa situazione. Con me all’Inter ci provarono, ma io da subito lasciai che a calciare fosse solo Spillo, l’altro rigorista”.

Jorginho - Figure 2
Foto La Repubblica

Anche Altobelli ha vissuto un’esperienza simile alla sua: con l’Italia ha sbagliato tre rigori, due dei quali nella stessa partita contro Malta.“Eppure resta un grandissimo attaccante. I rigori sono tremendi. Se li segni hai fatto solo il tuo lavoro. Se li sbagli vieni messo in croce”.

De Gregori canta che non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.“Quando dice non avere paura di tirare un calcio di rigore, vorrei vedere lui. Scherzi a parte, ha ragione. Jorginho, che personalmente non conosco, era forte e resta forte. L’Italia è fortunata a potere contare su di lui”.

Jorginho è nato nello stato di Santa Caterina. A lei, ai tempi del Brescia, la chiamavano il brasiliano fatto in casa.“Mi sono sempre piaciuti i giocatori che sanno fare belle cose con la palla. E Jorginho è uno di questi, rigori e non rigori”.

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